Cerchi un luogo da visitare non turistico a Zanzibar ma che ha anche un’importanza storica? Eccoti servito, puoi visitare Unguja Ukuu!
Si tratta di un piccolo insediamento posto di fronte al parco marino Menay Bay, nel sud-ovest dell’isola, ma che fu l’antica capitale di Unguja (l’isola di Zanzibar come la conosci tu) sostituita successivamente da Stone Town.
Era la città più importante di Zanzibar, un crocevia del mercantilismo internazionale prima che gli Omaniti sbarcassero e padroneggiassero sull’isola.
Facilmente raggiungibile da Stone Town e dai villaggi del sud isola tramite dala-dala, non poteva che essere per me un luogo da scoprire.
Un sito archeologico, una comunità di pescatori gentili con tanto di mercato del pesce, panorami sulle isole del parco marino Menay Bay e foreste di mangrovia.
Difficilmente troverai informazioni su Unguja Ukuu, non essendo un luogo turistico (ci sono solo 2 hotel) e quindi non viene mai menzionata nonostante la sua importanza storica.
A me questo tratto di Zanzibar è piaciuto, in primis perché si discosta molto dai perfetti panorami da cartolina che solitamente trovi sulle coste prese di mira dai turisti dell’isola, poi perché da qui ti godi un panorama ed un tramonto mozzafiato e trovi differenti paesaggi di natura.
Unguja Ukuu è un grande sito archeologico e lo studio rivela che già dal 500 d.C. è stato un importante centro di una comunità agricola africana che utilizzava il ferro.
La posizione del sito, che collegava il commercio estero alla terraferma, indicano che Unguja Ukuu era un centro urbano chiave costruito con strutture in fango e legno.
Il ritrovamento di un pozzo in pietra e vasti manufatti asiatici, mediorientali ed europei, hanno rivelato che una comunità di origine araba (proveniente dalle colonie in India o dalle isole dell'Oceano Indiano orientale), avessero abitato la zona creando insediamenti e occupandosi del commercio regionale con il continente africano continentale e con l'Egitto romano e del commercio collegato all'Oceano Indiano.
Negli anni ’20, alcuni scavi hanno portato alla luce le rovine di una moschea, oltre a monete iraniane, coniate tra la fine del VIII e il X secolo, a Baghdad.
Frammenti di gres cinese e ceramica islamica, creati tra il VIII e il IX secolo, sono venuti alla luce durante uno scavo effettuato nel 1966, mentre nel 1991, un ulteriore scavo ha permesso di ritrovare delle ceramiche, oggetti in vetro e gioielli del VI secolo provenienti dall’Egitto e dall’Impero Romano.
Difficilmente il turista visita Unguja Ukuu, dato che oggi è un villaggio composto da 2 frazioni, Unguja Ukuu e Kikungwi, popolato semplicemente da persone cordiali che si occupano di agricoltura e pesca.
Ma la zona offre molti boschi ricchi di manghi, alberi del cotone, bao-bab, palme da cocco, papaye e mangrovie dove camminare ed un interessante mercato del pesce.
L'area è ampiamente ricoperta da barriere coralline, praterie di alghe e foreste di mangrovie.
Le donne sono impegnate nella spigolatura intertidale (fondamentale fonte di nutrimento per le coste) sulla barriera corallina raccogliendo diverse varietà di crostacei, tra cui cardi, polpi e altre specie, nella raccolta delle alghe e nel confezionare oggetti artigianali di buona qualità, come cesti e zerbini.
Anche la manioca e le banane sono coltivate come fonti alimentari quotidiane e il bestiame comprende capre, bovini e polli.
Il villaggio di Kikungwi è un punto di imbarco per i turisti che arrivano dalla costa orientale per raggiungere l’isola di Kwale e altre isole nella baia di Menai.
Kikungwi è un'ottima fonte per la raccolta delle vongole rispetto ad altri villaggi del Menai Bay a causa della sua costa rocciosa e dell'ampia barriera corallina piatta che attira un misto di creature marine.
Le vongole sono la specialità che trovi nel mercato di questo angolo storico di Zanzibar, che vengono pescate, tolte dal guscio e cucinate prima di essere vendute al mercato.
A Unguja Ukuu la pesca è tra le attività economiche più praticate sia per il consumo familiare che per il reddito giornaliero¸ gli attrezzi utilizzati nelle attività di pesca sono trappole a canestro, lenze a mano, pesca subacquea e reti.
Le navi utilizzate includono dhow, canoe e altre barche.
La maggior parte delle donne raccoglie bivalvi e gasteropodi durante la bassa marea mentre gli uomini pescano e si tuffano alla ricerca di polpi ed altri tipi di specie marine, come il cetriolo di mare, cardi e cozze.
Si trova vicino alla spiaggia ed i passanti possono fermarsi per fare acquisti.
Acquistare del pesce in un mercato ittico di Zanzibar è una cosa abbastanza difficile se non sei del luogo e quindi non abituato a certi usi; sulla piccola piattaforma che delimita la struttura del mercato, si piazzano 4 venditori che mostrano il pescato e incominciano ad urlare un prezzo che può divenire più basso ma anche più alto.
È una specie di asta, ma con le urla dei venditori che si sovrappongono diventa veramente difficile capire il prezzo e intervenire per comprare qualcosa, a meno che tu non sia swahili e abituato a questo tipo di vendita.
A me è sembrato un gran caos! L’unica cosa che sono riuscita a capire è che le donne compratrici sono molto più pratiche e sveglie degli uomini. Sedute per terra intorno al mercato, visionano a distanza e con occhio esperto la mercanzia esposta e riescono a versare una cifra più bassa da quella richiesta e pattuita durante l’asta, lamentandosi alla fine di non avere tutti i soldi richiesti.
Il mercato del pesce è davvero pittoresco; vedi sfilare davanti a te tutti i generi marini presenti nelle acque di questo angolo di Oceano Indiano, tra le urla dei venditori e i miagolii dei gatti attirati dal profumo del pesce fresco.
Innanzitutto devi sapere che il Parco Marino Menay Bay è un’area protetta delle acque attorno all’isola di Zanzibar; si tratta di 470 chilometri quadrati, ufficialmente istituiti come area di conservazione dal 1997.
Per sapere come visitare il parco marino di Menay Bay ti invito a leggere questo post
BLUE SAFARI ZANZIBAR e il parco marino Menay Bay
L'ambiente marino tropicale comprende estese barriere coralline, pesci tropicali, erbe marine, foreste di mangrovie, numerose isole ed isolotti, quasi tutti disabitati ed alcuni utilizzati come sedi di resort esclusivi.
Dalla spiaggia di Unguja Ukuu hai la vista su molti di questi isolotti; li trovi esattamente di fronte a te e sembra che la distanza che ti separa da loro sia quasi raggiungibile a nuoto.
La distesa di sabbia di Unguja Ukuu, non è lunghissima ma è molto diversificata. Una parte orlata di palme, è costituita da sabbia dorata mentre proseguendo verso est si trasforma in una grande foresta di mangrovie che puoi attraversare solo durante la bassa marea.
Nella parte più ad ovest invece, alcuni costoni di roccia separano la lunga spiaggia da una piccola baia privata su cui affaccia uno dei 2 hotel presenti in questa località. Eh si, ad Unguja Ukuu ci sono solo 2 hotel, oltretutto piuttosto spartani ma che hanno un fascino enorme per chi si vuole isolare per qualche giorno tra la natura incontaminata e spettacolari tramonti.
È una spiaggia presa di mira soprattutto dai pescatori locali; tantissime sono le barche ormeggiate su questa lembo di sabbia tra le fatiscenti casupole che ospitano i pescatori per tutta la durata del periodo migliore della pesca.
Mi ha molto sorpreso la disponibilità che ho trovato in questa località; addentrandomi nel villaggio e spostandomi tra i pescatori, ho trovato una popolazione sorridente e ben disposta verso lo straniero.
Tutti si sono prodigati. Al mercato le donne, vedendo la mia fotocamera, mi invitavano a riprendere il pesce che avevano acquistato, ma anche i pescatori che rientravano dal loro duro lavoro in mare, si sono messi a disposizione per darmi informazioni sul raccolto marino che erano riusciti a procurarsi.
Ma Unguja Ukuu oltre alla vista sugli isolotti del parco marino, ha anche un’altra particolarità; da questo villaggio infatti, parte la strada che collega l’isola di Zanzibar ad Uzi Island. Una strada che passa attraverso le foreste di mangrovia e che per ben 2 volte al giorno viene sommersa dall’alta marea diventando praticabile solo con l’uso di una canoa.
Ma cos’è e come è Uzi Island? Te lo spiego bene in questo post
Due soli sono gli hotel posti su questo tratto di costa zanzibarina, e mi sento di consigliarli solo a chi è in cerca di un soggiorno, seppur breve, davvero selvaggio:
È un resort affacciato sulla spiaggia di Unguja Ukuu piuttosto spartano che comprende vari bungalow, un ristorante e una piscina. La struttura necessita senza ombra di dubbio di essere rinnovata e seguita con molta più attenzione ma al ristorante il cibo è buono, assapori la quiete di una spiaggia senza masai e beach boys e la sera godi dello spettacolo del sole che cade in mare.
Si tratta di un Eco-Lodge composto da 5 bungalow individuali ma con bagni condivisi con gli altri ospiti. L’hotel affaccia su una piccola baia racchiusa da grandi rocce e offre soprattutto la possibilità di escursioni in kayak guidate da professionisti, per tutta l’area compresa nel Menai Bay, le isole e la foresta di Jozani.
Indipendentemente dal tipo di alloggio che cerchi sull’isola di Zanzibar per la tua vacanza, quello che ti consiglio è di visitare, anche nell’arco di una giornata, la località di Unguja Ukuu.
Non c’è nulla di meglio che immergerti nel quotidiano di questa popolazione, gustando un pranzo con la vista sugli isolotti del parco marino, vagabondando tra la foresta di mangrovie e terminando la giornata davanti ad un tramonto.
Perché Zanzibar non è solo relax, palme e mare, ma anche uno spaccato di vita e di cultura totalmente diversa da quella a cui sei abituato.
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