Mombasa, è la mia prima tappa in Kenya.
Decido di partire per il Kenya con la compagnia 540 Aviation ; l'arrivo è previsto all'aereoporto di Mombasa, prima tappa del mio viaggio.
Considerando che il Kenia si trova solo ad un’ora di volo da Zanzibar, decido di andare a vedere qualche cosa di questo grande paese. Avevo visto molti documentari sui popoli del Kenia, ma quasi esclusivamente riguardanti i Safari. L’aereo è piccolo e molto confortevole, ed il personale di bordo è molto gentile e disponibile. L'entusiasmo è tanto.
Il Kenya, è uno stato dell’Africa orientale che confina a nord con Etiopia e Sudan, a Sud con la Tanzania, a Ovest con l’Uganda e a Nord-Est con la Somalia.
La capitale del Kenya è Nairobi, ed è anche la città più grande dello Stato.
Il Paese è attraversato dall’Equatore, ma ha climi molto vari. Nel nord si trovano le zone desertiche, nel centro sud gli altopiani fatti di boschi e savane, ed è attraversato da lunghe catene di montagne.
La lingua del Kenya è lo swahili ma è molto conosciuto anche l'inglese e gli abitanti del Kenya sono chiamati keniani o kenioti.
La mia prima tappa è Mombasa, dato che il mio aereo atterra in questo aeroporto.
Mombasa, è la seconda città più importante del Kenia dopo Nairobi, ed una delle più antiche città africane affacciate sull’Oceano Indiano. Si trova su un’isola separata dal continente da 2 piccoli fiumi, il Tudor Creek ed il Kilindini Harbour.
Il suo aeroporto è internazionale, mentre la città, ha al suo interno un importante porto che consente i trasporti commerciali da e verso l’Oceano Indiano.
A nord è collegata alla terraferma dal ponte Nyali Bridge, a sud da un servizio di traghetti, ed a Ovest da una ferrovia che la collega all’Uganda, costruita dagli inglesi.
La città di Mombasa, venne fondata da mercanti arabi (a testimonianza varie sono le costruzioni arabe che si possono vedere nella città vecchia), ed in breve tempo divenne il principale porto commerciale dell’Africa, da dove partivano esportazioni di avorio e di schiavi. In seguito venne saccheggiata e colonizzata dai portoghesi, divenendo un importante collegamento verso le Indie.
Vasco de Gama, risulta il primo europeo che abbia visitato la città nel 1498.
Negli anni successivi, divenne controllo del Sultanato di Oman, per poi alternarsi negli anni, tra il controllo portoghese ed omanita, fino a finire nel 1898 sotto la protezione inglese, divenendo capitale del British East Africa Protectorate, che comprendeva una striscia costiera sotto la sovranità di Zanzibar.
Nel 1963 venne ceduta al neonato stato indipendente del Kenya.
È ovviamente stata una città, dove le guerre si sono succedute, ma oggi, salvo casi di disordini politici, è diventata una città turistica frequentata da milioni di turisti ogni anno. La popolazione di Mombasa, è prevalentemente di origine islamica, anche se molti sono gli immigranti provenienti dal Medio Oriente o dall’India.
La città edificata su una specie di laguna, è divisa in due rispettive zone, al suo centro si trova la vecchia città con il suo importante porto, il porto dei Sambuchi, attorno la più moderna città.
La vecchia città non si differenzia molto dai vicoletti che costituiscono la parte vecchia di Stone Town a Zanzibar.
Un insieme di viuzze che formano un labirinto nel quale è facile perdersi. Al suo interno numerosi mercati, negozi e costruzioni per lo più decadenti, alcuni dei quali ornati da meravigliosi balconi in legno, che hanno però conosciuto tempi migliori.
Numerosissime sono le moschee a Mombasa, la più antica è la Moschea di Mandhry, che risale al 1570.
In tutte queste viuzze di Mombasa, sono presenti dei piccoli canali per lo scorrimento a mare dell’acqua durante le piogge, cosa che consente di non avere allagamenti che solitamente si presentano in città che non hanno un sistema di fognatura.
Ma non ci sono conduzioni di acqua verso le abitazioni nella parte vecchia e ogni giorno la popolazione si adopera per andare a prendere l’acqua nella parte nuova della città e trasportarla, su carri in taniche, nelle loro abitazioni. Tutto sommato, questa parte della città non è esageratamente sporca. C’è un servizio di camion che giornalmente preleva i rifiuti accumulati in qualche specifica zona.
L'edificio storico di rilievo della città vecchia, è indubbiamente il Fort Jesus, (Vecchio Forte), patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, un esempio di architettura militare portoghese costruito nel 1593. Inizialmente fu una roccaforte di protezione per i vari padroni succedutisi nei secoli, poi divenne prigione inglese fino al 1958.
Oggi è sede di un museo che mostra le tradizioni Swahili e le testimonianze della presenza di varie culture tra cui: cinese, indonesiana, indiana e malese. Al suo interno è possibile vedere una botola che accede in una sala sotterranea, dove venivano posti gli schiavi prima di essere trasferiti verso i territori Arabi.
La via che conduce alla città nuova si chiama Moi Avenue, ed è ricca di negozi di artigianato, tessuti, gioiellerie, librerie. La cosa più impressionante del centro cittadino nuovo, è la presenza di numerosissime banche, che si susseguono una dopo l’altra. Lungo questa via è possibile vedere una particolare costruzione, costituita da due coppie di enormi zanne in alluminio, poste ad arco sulla via, a ricordo della visita a Mombasa della Principessa Margaret del Regno Unito.
Altra cosa presente in modo numeroso sono le cliniche dentistiche. Ne ho forse visto un numero così numeroso solo in Tenerife.
Essendo una città con una forte immigrazione, al suo interno ci sono anche dei meravigliosi templi:
Il modo migliore per visitare la città vecchia di Mombasa, è quello di affidarsi ad una guida, considerando la possibilità di perdersi. Il resto della città, invece, ti consiglio di visitarlo usando delle piccole vetture taxi a 3 ruote adibite al trasporto di un massimo di 3 persone. È una specie di “Ape Piaggio” lateralmente aperta. Oppure c’è un servizio di bus-taxi coloratissimi, che ti conducono in ogni dove nella città. Ricordati solo di contrattare sempre prima i prezzi, sia per le guide che per i taxi.
Soprattutto le guide del centro vecchio sono solite avvicinarsi a te e proporti di accompagnarvi nella visita. Senza una contrattazione, rischi di pagare una somma pari a 17 dollari per una sola ora di tempo usato per girare tra i vicoli della città.
Per muoverti ci sono dei taxi-moto che ti possono portare ovunque a prezzi davvero convenienti. Sembra che qui, il mezzo di trasporto che proprio non manca, è la moto. Quasi tutti ne hanno una, sia all’interno della città, che nei villaggi circostanti.
Decido di soggiornare a Mombasa leggermente fuori dal centro cittadino, in una zona residenziale decisamente bella e curata, esattamente nel quartiere di Nyali, che si trova a soli pochi km dal centro di Mombasa. E’ una zona ricca di negozi, aree ben curate, hotel e grandi edifici moderni usati soprattutto come uffici. Numerosissime le ville presenti e tutte ben protette da stretti servizi di vigilanza.
Quasi tutti gli hotel di questa zona hanno al proprio interno una piscina; la spiaggia si trova a circa 1 km e penso che se scegli di soggiornare a Mombasa lo fai per visitare la città e la zona circostante, non certo per giornate passate sulla spiaggia che oltretutto non offre granchè sotto il profilo turistico.
A questo link invece, trovi la mia recensione del B&B dove ho soggiornato ⇒ Ltorec di Mombasa: la mia recensione
Mi viene detto che la spiaggia migliore della città di Mombasa, è proprio quella di Nyali, è quindi vado a visitarla. Beh!.. Niente a che vedere con le spiagge ed i colori del mare a cui sono abituata a Zanzibar.
La spiaggia è decisamente piccola, sulla sabbia tantissime alghe, ed il mare ha lo stesso colore blu grigio che caratterizza il nostro mare Adriatico. Unica nota piacevole, è la presenza di dromedari, utilizzati soprattutto per una brevissima gita sulla spiaggia dai turisti.
In questa zona puoi trovare anche aree adibite a parchi naturalistici. Sono vicinissimi, un parco per vedere i coccodrilli ed un meraviglioso tempio, il New Dwarikadham, il più nuovo e forse il più ricco di gemme che ha pavimenti in marmo, meravigliosi pilastri, oltre a camere enormi per le divinità.
La parte della città che si estende verso sud, quindi verso la cittadina di Diani, è quella più popolata, oltre ad essere quella più sporca. Costituita da negozietti e mercati fatti di baracche, e le abitazioni povere della maggior parte della popolazione. Questi quartieri, li intravedo passando in taxi, spostandomi verso Diani, ma onestamente, data la fattiscenza del luogo, non sono invogliata a fermarmi e visitarli. La zona in uscita dalla città, verso il centro del Kenya, conduce al porto commerciale di Mombasa. Un porto immenso, con strutture moderne, data l’importanza strategica della città che rifornisce tutto il paese di prodotti importati da altri continenti. A sostegno di questo c’è un’attività import-export enorme, e la strada che conduce fino a Nairobi, è un susseguirsi di aziende di trasporti e camion che corrispondono alla maggior parte dei veicoli che circolano su questa strada.
Mai visti tanti camion tutti in una volta, una fila interminabile che circola ad ogni ora del giorno; per non parlare delle stazioni di petrolio disposte a circa 1 km di distanza una dall’altra, per tutto questo percorso.
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