In questi giorni mi sono recata a Stone Town per dormire e visitare l’hotel Kholle House Zanzibar, un hotel posto nel centro storico della vecchia capitale che ha la particolarità di essere un piccolo museo dato che è stato recuperato da un vecchio palazzo appartenente alla Pricipessa Kholle.
Chi era la Pricipessa Kholle te lo spiego in seguito nel post, ma quello che mi ha spinto verso questo hotel è stata la curiosità di soggiornare dentro mura che mi dessero la percezione di uno spaccato di vita passata e di cultura dell’isola di Zanzibar.
L’hotel si trova a pochi metri dal porto di Stone Town, proprio dietro il bellissimo “Dispensario” in stile indiano, vicinissimo al lungomare della città ed ai giardini Forodhani e quindi vicino a molti luoghi di interesse storico.
Il palazzo venne costruito dalla principessa nel 1860 e ristrutturato nel 2008 nel pieno rispetto dei metodi di costruzione del periodo della Principessa Kholle, utilizzando materiali da costruzione tradizionali come corallo, marmo, mangrovie e calce. Vennero anche rispettati i requisiti dell'UNESCO relativi alla conservazione di questo sito; è un spazio che ti regala pace ed un assaggio di come viveva la principessa ai suoi tempi.
Nata nel 1828 e caratterizzata da un carattere dolce e da correttezza, era la figlia del sultano dell’Oman Sayyid Said bin Sultan Al-Said e primo sultano di Zanzibar, mentre la madre era assira della Mesopotamia.
Said bin Sultan Al- Said salì al potere nel 1804 alla morte di suo padre Sultan bin Ahmed (sultano dell'Oman) e governò assieme al fratello Salim per due anni fino a quando non divenne l'unico sultano dell'Oman.
36 furono i figli da lui generati, tra cui la Principessa Kholle.
Nel 1832, trasferi la capitale dell’impero omanita da Muscat a Zanzibar diventando così il sultano dell'Oman e di Zanzibar.
La principessa, prediletta dal padre, venne incaricata di sovrintendere ai tanti palazzi dell’isola di Zanzibar e costruì la Kholle House per intrattenere amici e parenti e mostrare i tanti oggetti preziosi collezionati.
Sayyida Kholle, soprannominata “stella del mattino” per la sua bellezza, i modi affascinanti e la grazia, trascorse gran parte della sua vita a Zanzibar, vivendo nei vari palazzi con centinaia di parenti, figli e mogli del sultano e trascorrendo le giornate ricamando, leggendo, mangiando e pregando.
Sayyid Barghash bin Said Al-Busaid, fratello prediletto della principessa, prese il potere a Zanzibar combattendo con il fratello Majid, che successe al dominio del sultanato alla morte del padre; fu grazie a Barghash che vennero create a Stone Town infrastrutture quali ospedali, strade, reti idriche ed uffici amministrativi posti nella “Casa delle Meraviglie”.
Se cerchi informazioni sulle principesse del Sultanato di Zanzibar, trovi quasi esclusivamente informazioni sulla sorella della Principessa Kholle; perché?
La Principessa Sayyida Salme, meglio conosciuta con il nome Emily Ruete, nacque nel 1844 e grazie alla sua autobiografia “Memorie di una principessa araba a Zanzibar” pubblicata a Berlino nel 1886, divenne famosa.
Crebbe in un mondo di privilegi e gerarchie ma è nota perché sfido l’imperialismo, innamorandosi e sposandosi con un commerciante tedesco.
Durante la sua permanenza a Zanzibar, la Principessa Salme conobbe Rudolph Ruete e rimase incinta di lui. Considerando che la famiglia del sultanato non avrebbe mai accettato uno straniero come suo marito, Salme si rese conto che una vita con Ruete a Zanzibar era impossibile. Fu così che trovando alleati tra i britannici che popolavano l’isola scappò nel 1866 con il marito verso la Germania, trasferendosi ad Amburgo.
Nella sua vita si è distinta come una principessa audace e anticonvenzionale; imparò segretamente a scrivere copiando i paragrafi del Corano, fece da segretaria di partito durante il potere del fratello Barghash e si ribello alle convenzioni della cultura di quei tempi convertendosi al cristianesimo.
Alla morte del marito che la lasciò con 3 figli, l’allora sultano Barghash, le impedì di tornare a Zanzibar lasciandola senza eredità.
Nel libro la principessa descrisse, oltre alla sua tormentata storia, una visione di come fosse la vita di corte a Zanzibar, affrontando coraggiosamente e criticando la colonizzazione come un atto umanitario di civilizzazione dei popoli dell'Africa e del Medio Oriente. Contestando, inoltre, il diritto degli europei di considerare gli altri come "ignoranti".
Morì nel 1924 in Germania e vicino alle sue ceneri c’è una piccola borsa di sabbia di Zanzibar che aveva sempre tenuto con sé.
Nel centro storico di Stone Town trovi un museo privato dedicato interamente a lei e nel Palazzo del Sultano o Beit el-Sahel, vicino alla Casa delle Meraviglie, puoi visitare alcune stanze che l’hanno ospitata durante la sua permanenza a Zanzibar.
Mi sono soffermata per un attimo sulla storia che ha caratterizzato l’edificio storico che contiene oggi la Kholle House Hotel; del resto la sua storia gli regala quel fascino che all’interno trovi.
La porta di ingresso, è collocata in una delle viuzze dietro il meraviglioso “Dispensario” in stile indiano di Stone Town, nel quartiere di Malindi a pochi passi dal porto.
Entrando ti trovi in un piccolo ed accogliente giardino contraddistinto da un patio in stile arabo sotto il quale ci sono dei divani e alcuni tavoli per le consumazioni; sul giardino affaccia anche una piscina non particolarmente grande e l’ingresso principale della casa.
Gli interni al piano terra dell’edificio a 2 piani sono caratterizzati da tante piccole stanze a cui accedi tramite un lungo corridoio; alcune stanze contengono altri tavoli mentre altre sono predisposte con divani per attimi di relax.
Una stretta scala spiovente e un po' traballante in legno ti conduce ai piani superiori dove sono posizionate le camere che affacciano su terrazzini dall’inconfondibile stile arabo.
Come tutte le case costruite in quell’epoca a Zanzibar, gli spazi ridotti delle numerose stanze non permettono alla luce del giorno di invadere tutto l’abitacolo, rendendolo abbastanza buio.
Tuttavia il fascino del mix arabo-swahili che respiri, grazie ai numerosissimi oggetti ed arredamenti in stile sultanato di Zanzibar, rendono il luogo davvero particolare. Pareti di curcuma, dettagli delle finestre colorate, pavimenti color noce moscata con piastrelle in marmo intarsiate, porcellane, arredi e manufatti provenienti da tutto il mondo, regalano una visione rinnovata ed elegante di come vivano i Reali a quei tempi.
La scala che sale fino alle camere, ti porta anche nel punto più alto della struttura; un piccolo terrazzo allestito con numerosi cuscini dove vedere il panorama sul porto.
La mia camera (Classic Single), posta al secondo piano, affacciava su un bellissimo terrazzino in comune; la stanza abbastanza grande era caratterizzata da un alto letto con zanzariera (anche se non lungo a sufficienza per chi è alto almeno 180/190 cm) provvisto di numerosi cuscini, una piccola zona salotto e un bagno privato.
Legno, pietra, lampade e colori molto forti, contraddistinguevano la mia stanza ed il bagno.
Il punto a favore della camera è sicuramente la sensazione di vivere nei tempi in cui gli omaniti padroneggiavano sull'isola, mentre il lato negativo è dettato dalla manutenzione della stanza. Poche prese elettriche ed il bagno che nonostante il particolare stile, andrebbe rinnovato nel soffitto che presentava evidenti segni di infiltrazioni e muffa (come spesso succede nelle vecchie case di Stone Town).
Il terrazzo in comune con le alte camere del piano invece, era semplicemente bello; attrezzato con tavolini e ombrelloni dove leggere un libro e sorseggiare una bibita lasciando scandire lentamente il tempo.
Mi è molto piaciuta l’atmosfera d’altri tempi che ho respirato, e ritengo che il piccolo giardino con l’arabeggiante gazebo della proprietà sia un’oasi di relax nel centro storico della città; inoltre il personale è stato decisamente gentile e disponibile.
La camera, come tutto lo stabile, era pulita, fatta eccezione della piscina nella quale nuotavano allegramente numerosi insetti.
Tra i vari hotel che ho visitato nel centro storico di Stone Town, ritengo che la Kholle House Zanzibar sia una buona scelta per chi deve soggiornare qualche giorno (2 o 3) nella capitale. Innanzitutto nell’edificio non respiri il classico odore di muffa (dato da costruzioni vecchie, dalle distanze ridotte tra gli edifici e dalla forte umidità della zona), che spesso trovi negli hotel posti nelle viuzze del centro storico.
Inoltre grazie alla sua vicinanza ai punti salienti da visitare, ti trovi in un battibaleno sul lungomare tramite il quale raggiungi i giardini Forodhani, il Palazzo del Sultano, il Vecchio Forte e la Casa delle Meraviglie.
Il prezzo richiesto per il soggiorno dalla struttura potrebbe a mio parere essere più basso, considerando che nonostante le 4 stelle assegnate, molti sono i servizi di un classico 4 stelle che mancano. Quali? Accappatoi, caffe e bollitore in camera, sdraio nella zona piscina, prese in camera e magari anche un telefono interno, considerando che per chiedere qualcosa dalla camera devi affrontare parecchie e ripide scale.
Tuttavia, aver soggiornato a casa della Principessa per una notte ed essermi immersa in un fascinoso passato, valeva il denaro speso.
Per conoscere tutte le cose da vedere a Stone Town ti invito a leggere questo post:
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