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Grotte di Zanzibar: cosa vedere oltre il mare

31.01.17 by TRIPINWORLD

grotte di zanzibar cosa vedere oltre il mare tripinworld

Grotte di Zanzibar

Le grotte di Zanzibar sono spettacolari! Ci sono circa 120 grotte in questa isola della Tanzania, alcune delle quali sono ancora ritenute sacre e nelle quali vengono tutt'oggi effettuati rituali locali.

Queste grotte calcaree, sono siti archeologici dove vennero e vengono trovate ossa, utensili di pietra e molti altri materiali culturali. Alcuni reperti risalgono al 10.000 AC. Ma oltre a questo periodo neolitico, hanno fornito risultati risalenti a circa 30.000 anni fa.

Molte di queste grotte, sono state utilizzate dai mercanti di schiavi per nascondere il loro commercio umano, dopo che venne reso illegale.

Le grotte di Zanzibar, sono decorate con formazioni di pietra calcarea. All’interno una vasta popolazione di pipistrelli, uccelli d’acqua dolce ed uccelli tropicali.



grotte di zanzibar entrata

Dove si trovano le grotte di Zanzibar?

Le grotte o caverne sono aperture naturali o cavità all'interno della terra, generalmente si estendono dalla superficie terrestre fino in profondità. È facile incontrare, mentre percorri le strade principali dell'isola, dove alcune indicazioni che ti segnalano la presenza di grotte o cave. Disposte solitamente vicino al mare, si tratta di piccole o medie grotte naturali, con comuni stalattiti e stalagmiti, che tuttavia venivano quasi esclusivamente utilizzati nel periodo della tratta degli schiavi.

Proprio in queste anguste grotte, gli schiavi venivano depositati in attesa di essere trasferiti via nave verso altri continenti.

Non aspettarti grotte come quelle che puoi incontrare in Europa, dotate di sentieri praticabili e luci ovunque in modo da far risplendere la bellezza di questi luoghi, ma troverai semplici caverne calcaree che tuttavia raccontano una storia terribile, di cui ancora oggi l'umanità dovrebbe vergognarsi.

Le Grotte di Kuza 

Questa grotta si trova a 10 minuti di strada da Paje. E'composta, in primis, da una camera che venne utilizzata da un importante mercante di schiavi, per sostare gli schiavi prima di essere trasferiti a Stone Town, ed essere rivenduti o spostati in una qualche piantagione dell’isola.

Anche dopo l’abolizione della schiavitù nel 1873, venne ulteriormente usata per nascondere gli schiavi del mercato nero. All’interno infatti, venivano nascosti circa 200 schiavi.
La seconda parte della grotta, è formata da corallo; c'è una lunga galleria che la unisce al mare. Ed è da questa grotta naturale, che gli schiavi venivano inviati di nascosto sulle barche di contrabbando.

L’antica grotta calcarea, si è formata da migliaia di anni di erosione dell’acqua ma in seguito il soffitto è crollato. Le stalagmiti di questa grotta, crescono di 1 cm ogni mille anni ed il più grande stalagmite al suo interno, è alto 200 cm.

Qualcuno dice, che ci sono una serie di labirinti sotterranei che la collegano fino alla costa di Jambiani.

grotte di zanzibar particolari

Grotte di Tazari

Queste grotte sono un must da visitare. Si trovano nella parte nord dell’isola, e sono le più grandi e le più estese di Zanzibar, tra le più grandi grotte in tutta la Tanzania.

Sono state scoperte qualche anno fà, ma si ritiene che si siano formate moltissimi secoli fà ed abbiano una grandezza di circa 100km2. La loro altezza varia dai 5 piedi ai 30 piedi.

Anche in queste grotte, si è rinvenuta la presenza di vari oggetti, compreso catene spezzate, a testimonianza del vissuto umano e dell’utilizzo delle stesse come nascondigli per schiavi. Al suo interno, le stalattiti e le stalagmiti, sono composte da meravigliosi sedimenti di carbonato e solfato.

Le gallerie sotterranee, sono composte da sabbia, argilla e ghiaia stratificata e l'interno delle grotte è un'enorme casa per pipistrelli africani.

grotte di zanzibar

Grotte di kiwengwa

Queste grotte, sono situate a circa 20 km da Stone Town, e fanno parte di una riserva forestale.

Le grotte, sono molto interessanti e con insolite stalattiti, con una luce solare che filtra dai fori formatisi in modo naturale nel soffitto e con le radici delle piante che da questi fori penzolano all’interno della grotta. Le Grotte di Kiwengwa, sono note per la loro fauna, tra cui cinque specie di pipistrelli e molti insetti.

Due grotte, il Nord e il South Cave, sono aperte al pubblico, mentre la Grotta est è riservata alla fauna selvatica.

Anche queste grotte, sono state ufficialmente scoperte pochi anni fà, ma gli isolani della zona le hanno utilizzate per centinaia di anni. Inizialmente, le grotte, sono state utilizzate come luogo per il culto degli antenati, portando doni alle pietre sacre nelle grotte. In seguito, sono diventate un posto utilizzato dai ricchi per mantenere i loro leopardi.

Verso la fine del commercio degli schiavi, vennero utilizzate, nelle loro profondità torbide, come carceri umane, in attesa del trasferimento degli schiavi al Medio Oriente.

Alcuni consigli utili per visitare le Grotte di Zanzibar

Di seguito un elenco di consigli se vuoi visitate queste grotte:

  • Scarpe da trekking
  • Non ci sono servizi igenici.
  • Segui sempre le guide dentro e fuori le caverne.
  • Portati una pila.
  • Attento ai controsoffitti bassi (meglio se usate un caschetto).
  • Mostra sempre attenzione nel camminare per evitare la possibilità di incappare in qualche serpente.
  • Cammina sempre con attenzione per evitare di danneggiare le grotte.
  • Non lasciare rifiuti nelle grotte (questo vale per tutti i posti che visitate).
  • Non staccare costoni o pezzi di roccia.

grotte di zanzibar jambiani

Grotte di Zanzibar vicino a Jambiani

Anche vicino a Jambiani ci sono grotte, ed io vado a dare un’occhiata.

Le grotte di Kuumbi, Machaga e Mwanampambe, si trovano a qualche km da Jambiani, le grotte di Pete e Makunduchi, si trovano nella parte più a sud di Zanzibar.

Considerando la poca distanza, faccio il percorso per giungere alle grotte in sella ad una bicicletta, ed attraverso la foresta intorno a Jambiani. Ho così la possibilità di vedere ed incontrare vari locali, che lavorano in queste foreste, dato che vi si recano la mattina per tagliare e raccogliere legna e rientrano prima del calare del sole.

È facile anche incontrare donne con il classico fascio di legna posto sulle spalle, che percorrono tutta la strada a piedi per rientrare al villaggio. I sentieri nella foresta, sono ovviamente sterrati, a tratti abbastanza difficili per la presenza di rocce che si alternano a terra rossa, ma possibili da praticare magari con una mountain-bike. Ma se non vuoi fare fatica, c’è anche una strada per raggiungere queste grotte con un taxi.

Per visitare le grotte, ho bisogno di una guida; devo fermarmi in un ufficio per contattare la persona che mi accompagnerà. Adiacente all'ufficio, trovo una piccola costruzione adibita a museo, per i reperti ritrovati all’interno di queste grotte.

Il museo delle Grotte di Kuumbi

Chiamarlo museo, è una parola troppo grande, considerando che noi siamo abituati a musei a dir poco immensi. Questo è solo un piccolo spazio espositivo con pochi reperti, qualche immagine, e la spiegazione da parte della guida sulla storia di queste grotte. Ma vale comunque la pena farci un giretto ed ascoltare.

Anche in questa grotta, ciò che è stato trovato risale a circa 30.000 anni fa; crani di scimmie, mascelle di animali e di umani, pezzi di ossa ed oggetti risalenti ad una dinastia cinese.

grotte di zanzibar ingresso museo

grotte di zanzibar museo

Le Grotte di Kuumbi

Attraverso una sentiero all’interno della foresta, si raggiungono le grotte di Kuumbi.

Sono composte da 3 grotte calcaree. Le prime due, presentano un foro nel soffitto, da dove scendono molte radici degli alberi posti al di fuori della grotta ed intorno al foro. La terza, invece, è ad un livello più basso rispetto alle altre due ed in alcuni momenti si riempie di acqua.

Nella prima grotta, mi spiega la guida, alcuni turisti utilizzano le “liane” per praticare climbing.

La seconda, veniva utilizzata come area comune dagli schiavi che vi venivano nascosti, ed ha due piccole diramazioni dove vi dormivano, da una parte le donne e dall’altra gli uomini.

Dalla terza grotta, quella che si riempie di acqua, partono diversi bassi cunicoli che, a volte, terminano in altre piccole e basse grotte, all’interno delle quali a volte dormono le persone.

Le informazioni che ho trovato, dichiarano che questa grotta viene ancora utilizzata per riti locali.

Queste grotte, sono tra le meno visitate dell’isola, forse perché sono più piccole e meno organizzate rispetto a quelle di Tazari e Kuza; ma se sei a Jambiani in vacanza, spendi un paio d’ore per visitarle.

Il mio consiglio, è di vederne almeno una, se non tutte, perché Zanzibar, tra le isole più belle del mondo, non è solo un mare incredibile e spiagge immense, sport acquatici e fauna marina, ma anche una storia di millenni, fatta da una terra dai molteplici aspetti ed un vissuto umano che con la schiavitù, ha segnato in modo vergognoso la storia del mondo.

grotte di zanzibar effige

grotte di zanzibar buco

La tratta degli schiavi

A partire dal XVI fino alla fine del XIX secolo, milioni di persone sono state comprate in Africa e deportate come schiavi per il lavoro nei campi nelle Americhe. Questa tratta ha coinvolto popoli e nazioni di tutti i continenti. Gli europei hanno gestito il traffico, gli africani hanno spesso catturato e venduto altri africani, gli arabi hanno commercializzato con gli europei, i coloni e i loro discendenti hanno posto sotto schiavitù nelle piantagioni i neri deportati.

Nella tratta degli schiavi, fondamentale fu l'apporto del sultanato di Zanzibar per procacciare i giovani bantù. Vi erano veri e propri mercati dove gli schiavi venivano venduti e giungevano dalla ricerca dei mercanti che si spingevano anche nell'entroterra per catturarli o attirarli con false promesse di lavoro e guadagno.
Le condizioni disumane in cui gli schiavi africani venivano tenuti in attesa che arrivassero le imbarcazioni arabe a prenderli, è ancora testimoniata durante la visita di queste grotte, sede di rare specie di pipistrelli, e attrezzate solo di vasche di pietra dove venivano immersi e nutriti a datteri e niente altro e dove la luce penetrava appena, senza alcuna possibilità di fuga.


Anche a Mangapwani ci sono grotte che erano servite per nascondere gli schiavi prima di essere destinati a qualche ricca famiglia araba. Naturalmente sono andata a visitarle e trovi tutto il mio resoconto a questo link

MANGAPWANI ZANZIBAR: la costa araba

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