Ci sono rimasta quasi 3 mesi in Venezuela, passando la mia parte del tempo sulla Isla Margarita. In tutto questo periodo sono riuscita a capire come si vive in Venezuela oggi, in questo preciso momento dell’anno 2023.
Sappiamo bene che il Venezuela è uno dei Paesi più ricchi al mondo; detiene il primato come estrattore di petrolio, numerose sono le cave di oro e diamanti, non mancano ferro e altre materie prime di vitale importanza. Eppure, se negli anni addietro questa sua particolarità territoriale aveva portato il Venezuela ad essere in cima alla classifica dei paesi più ricchi al mondo, dove tutti venivano per fare investimenti, per comprare casa per le vacanze o per passare gli anni della pensione, oggi, con la disastrosa politica che ha declassato notevolmente l’economia e il tenore di vita della popolazione, tutto è diventato piuttosto difficile.
Prima di raccontarti cosa ho trovato e come si vive in Venezuela oggi, voglio augurarmi che il governo cerchi e trovi la giusta strada che possa riportare questo paese in auge, dando così alla popolazione una vita con una prospettiva migliore. Sembra che si stia tentando di fare qualche passo verso un futuro più positivo e la situazione è in via di miglioramento.
Hai visitato la Isla Margarita una decina di anni fa? Oggi, troverai l’isola molto cambiata; molte delle zone che probabilmente tu ricordi piene di vita e di esercizi commerciali, ora sono praticamente angoli abitati da fantasmi o da gente che realmente fatica ad arrivare a fine mese.
Ti racconto la situazione di vita che oggi trovi a Isla Margarita…
Cosa leggerai in questo post:
Cosa si sa del Venezuela?
Nella classifica della Banca mondiale, cinquant’anni fa il Venezuela era al 37° posto tra gli Stati più ricchi al mondo. Nel 1970, la sola Argentina era più ricca del Venezuela. Dieci anni dopo il Venezuela era diventato effettivamente il Paese più ricco del Sudamerica; i dati mostrano infatti che i venezuelani avevano un Pil pro capite superiore a quello degli argentini.
Fu alla fine della Seconda Guerra Mondiale che il Venezuela, uno degli Stati con maggiori riserve petrolifere al mondo, decollasse favorito dall’aumento del consumo e del prezzo del petrolio. Il paese iniziò a costruire e modernizzare tutte le infrastrutture divenendo una delle mete preferite per gli investitori che giungevano dall’Europa. A quel tempo, il dittatore Marcos Pérez Jiménez costruì strade, aeroporti, centrali, finendo però per indebitare il paese e arricchire le sue tasche.
Un colpo di Stato lo scacciò dal paese e nel periodo della Rivoluzione di Fidel Castro a Cuba fu indispensabile per il Venezuela mantenersi come uno dei maggiori esportatori di petrolio, lontano da utopie rivoluzionarie.
Il boom economico che avvenne tra il 1968 e il 1978 portò il Venezuela a diventare il Paese più ricco dell’America Latina. È lecito immaginare che a quel tempo nel Paese si viveva meglio ci come si vive in Venezuela oggi.
Con lo shock petrolifero del 1973 il governo del Venezuela nazionalizzò l’industria petrolifera per massimizzare le entrate generate dalla vendita del greggio, ma tutte le entrate non andarono a beneficio della totalità della popolazione, ma solamente alle classi più ricche, creando così molte disuguaglianze sociali.
Il Presidente Carlos Andrés Pérez, che governava il paese negli anni 80, privatizzò e si appropriò di quanto più riuscì ad incamerare portando così il paese verso il declino. L’offerta mondiale del petrolio in quegli anni arrivava soprattutto dal Golfo Persico e il governo del Venezuela decise di ridurre la produzione di barili per evitare che il suo prezioso oro nero finisse. A quel punto l’economia di un paese che aveva basato tutte le sue entrate sul greggio cominciò a barcollare.
Nel 1998 Hugo Chávez, a capo del Partito socialista unito del Venezuela, vinse le elezioni con un programma rivoluzionario socialista chiamato “Revoluciòn Bolivariana”, assolutamente ostile al capitalismo. Le politiche di Chávez, che durarono fino al 2013, migliorarono inizialmente le condizioni economiche venezuelane e grazie alle entrate del greggio dimezzò il tasso di disoccupazione, aumentò il reddito pro capite e migliorò l’istruzione.
Purtroppo, l’economia del paese che era solamente legata al petrolio, non venne mai diversificata. Assurdo vero! Un paese ricco di riserve d’oro, di coltan, di diamanti, di risorse minerarie di ogni genere e di tutto ciò che il turismo chiede, che punta solo sul petrolio sarebbe da considerarsi fuori di testa! Oltre a questo, un governo di sinistra portò alla fuga dei capitali esteri ma sopratutto la classe politica continuò ad arricchirsi a scapito della popolazione.
Per mantenere il suo potere sembra che Chávez concesse l'immunità legale ai funzionari coinvolti nel traffico di droga e dal 2005 il Venezuela iniziò ad essere una delle rotte più utilizzate per il traffico internazionale di stupefacenti.
Miracolosamente per tutto il primo decennio degli anni 2000 Chávez riuscì a contenere l’inflazione grazie ad una quotazione stabile del petrolio, portando avanti le sue politiche di ridistribuzione dei proventi anche verso la popolazione più povera, migliorando così le disuguaglianze ma, nel 2014 le cose cambiarono, quando si verificò un crollo del prezzo medio dell’oro nero.
Lo scenario è oggi molto cambiato; il Venezuela è ufficialmente il Paese più povero del Sud America. Il territorio venezuelano è sempre ricco di giacenze delle materie prime ma è un paese spaccato a metà; da un parte una piccola parte ricchissima e dall'altra una grossa fetta che vive in condizioni di povertà.
Con l’ennesima crisi del prezzo del petrolio nel 2014 i proventi per il Venezuela calarono. Dopo la morte di Chavez giunse come presidente Nicolas Maduro che fino ad oggi ha portato avanti le politiche socialiste del suo predecessore. Con la diminuzione delle entrate derivanti solamente del settore petrolifero Maduro non è più riuscito a finanziare le politiche sociali e la dispendiosa politica di sussidi.
Il recesso economico ha portato i Venezuelani verso il baratro; da questa crisi umanitaria migliaia di Venezuelani sono fuggiti dal Paese. Il dato relativo all’inflazione nel 2022 ha raggiunto il 234%. Il Paese, a causa di un’economia che è sempre stata collegata solo al petrolio e quindi dipendente dalle importazioni di prodotti di prima necessita, per via del tasso sfavorevole ha dovuto rinunciare a moltissimi beni quali alimenti e farmaci, facendo aumentare il prezzo di quelli disponibili.
Nel 2019, l'allora presidente Donald Trump impose ulteriori sanzioni al Venezuela, ordinando il congelamento di tutti i beni del governo venezuelano negli Stati Uniti e vietando le transazioni con cittadini e società statunitensi. Ad esempio: dal 2016 la Coca-cola ha interrotto la produzione per mancanza di zucchero; 7.300 sono stati i posti di lavoro persi. Anche altre grandi multinazionali, come Kellog’s, Colgate e General Motor hanno abbandonato gli impianti del Venezuela.
Naturalmente la crisi economica si riversa solo su una parte della popolazione. Secondo alcune testate giornalistiche il presidente Maduro è uno dei politici più pagati al mondo.
La situazione all’inizio di questo 2023 sembra un poco migliorata. Come si vive in Venezuela oggi?
Il Prodotto interno lordo del Venezuela è cresciuto del 17,7% nel corso del 2022. Il tasso di inflazione oggi è ancora alto ed oscilla intorno al 37% e la banca centrale venezuelana sembra abbia ricominciato a pubblicare i dati in maniera più esaustiva.
Negli ultimi mesi c’è stato un riavvicinamento tra Stati Uniti e Venezuela. In questo periodo di guerra tra la Russia e il mondo occidentale le risorse petrolifere del Venezuela fanno gola e Washington sembra abbia deciso di autorizzare la compagnia Chevron a riprenderne le proprie attività nel Paese.
Tuttavia, rimangono condizioni di vita difficili dove i ricchi guadagnano molto di più dei meno abbienti. I salari, che per un professore si aggirano intorno ai 60/70 dollari al mese, si abbassano ancor più per i lavori più umili. Le pensioni erogate si aggirano attorno ai 5 dollari al mese. Le famiglie con un reddito di povertà alto sono diminuite rispetto agli scorsi anni ma c’è ancora un 80% di indigenti. Una piccola ripresa si intravede ma ci vorrà tanto tempo prima che la situazione economica torni ai livelli di 10 anni fa.
Sulla Isla Margarita la situazione forse è migliore rispetto a quella del Continente. Il turismo negli scorsi anni si era fermato a causa di questa situazione economica e politica e per il Covid. Oggi è in leggera ripresa; l’isola in questi mesi è interessata soprattutto dal turismo russo, che ha portato uno spiraglio di luce, e da quello venezuelano.
Chiaramente, se il governo portasse avanti una stabilità, fare un investimento sull’isola potrebbe rivelarsi interessante. Appartamenti e case sono in vendita a prezzi concorrenziali e aprire qui una società è sicuramente meno burocraticamente complicato rispetto ad una zona europea. Le tasse inoltre sono più basse.
Certamente, non significa che la situazione sia rose e fiori; alcune piccole attenzioni per chi viene su quest’isola sono da considerare...
Come si vive in Venezuela oggi e quali servizi trovi a disposizione durante la tua permanenza sull’isola?
Se hai visitato Margarita tanti anni fa dimentica come era (questo è quello che mi è stato detto in quanto per me è stata la prima volta sull’isola). A quel tempo tutto era concentrato nella zona di Porlamar. La Capitale offriva un vialone colmo di negozi, ristoranti e bar. Oggi Porlamar è diventata una delle zone dove devi prestare attenzione. Non mi riferisco al centro dove è posizionata Piazza Bolívar ma i quartieri che lo contornano sono oramai abitati solo dalla popolazione più disagiata. Delle meravigliose attività che si estendevano sul lungo viale, rimane solo qualche sporadico e interessante punto.
Questo non significa che Isla Margarita non offra attività commerciali di tutto rispetto; la zona nuova di Pampatar (subito dopo Porlamar andando a nord-est) è un susseguirsi di moderni ed enormi centri commerciali, ristoranti di ogni genere e parchi di divertimento. Non mancano casinò, centri per lo sport e numerosissimi sono gli appartamenti inseriti in grandi resort con tanto di vigilanza e sicurezza.
Il resto dell’isola è composta da caratteristici villaggi di pescatori e piccole cittadine. In alcune di queste aree erano state costruite ville bellissime e molte sono le posade che sono sopravvissute a questi anni tormentati. Una strada principale ( Avenida 31 de Julio) attraversa tutta l’isola di Margarita (da Porlamar fino al villaggio più a nord) proponendo altre attività commerciali su entrambi i suoi lati.
Insomma, come si vive in Venezuela oggi a Isla Margarita? Sembra che non manchi nulla!
Durante le ore diurne non corri alcun problema nel passeggiare per le varie località dell’isola (fatta eccezione per alcuni luoghi come l’hinterland di Porlamar e luoghi isolati) ma durante le ore serali di attenzione ce ne vuole molta. In questo momento è assolutamente sconsigliato incamminarsi a piedi (tranne che nel centro di Pampatar) dopo il calar del sole. Capisci bene che la povertà è una brutta bestia e potresti anche trovare qualche malintenzionato che vuole appropriarsi dei tuoi beni. Onestamente, in questi mesi di soggiorno sull’isola non mi è capitato nulla del genere, ma certamente alla sera, per recarmi verso qualche ristorante, utilizzavo un taxi.
La stessa cosa vale per la tua permanenza sulle spiagge; se durante la giornata non corri alcun pericolo, rimane il consiglio di lasciarle prima che il sole cada e si faccia buio. Come si vive in Venezuela oggi sulla Isla Margarita non è così difficile, ma ci vuole attenzione.
Il costo della vita oggi in Venezuela e in particolare sulla Isla Margarita?
Per quanto riguarda cosa scegliere per muoversi sulla Isla Margarita, ti fornisco tutte le informazioni del caso a questo link
La devastante crisi degli scorsi anni ha lasciato in eredità un patrimonio immobiliare che si è svalutato. I numerosi benestanti e pensionati che vivevano sull’isola e avevano alcune proprietà si sono allontanati lasciando in vendita appartamenti e ville che difficilmente negli scorsi anni si è riusciti a smerciare.
Come dargli torto! Forse nemmeno io con la pericolosa situazione che Margarita ha vissuto sarei rimasta. Ma anche chi aveva comprato una proprietà come investimento si è ritrovato a non poter ne affittare (a causa della perdita del turismo) ne vendere. Tutto ciò ha dato vita ad un commercio di compravendita immobiliare fermo.
Trovi strutture vecchie e nuove a prezzi competitivi:
Ovviamente e considerando gli anni di abbandono, alcune di queste proprietà necessitano di qualche lavoro, ma rimangono comunque buoni affari che tuttavia sono soggetti al futuro che questo governo intende dare al Paese; se ha finalmente intrapreso la strada giusta per risollevarlo, comprare una casa a Isla Margarita potrebbe rivelarsi ora un buon investimento.
Se valuti di acquistare casa solo per le tue vacanze (quindi non per rimanerci tutto l’anno), sarebbe utile cercare un appartamento con tanto di servizio di sicurezza. Come dicevo prima la povertà è una brutta bestia e senza un continuo controllo qualcuno potrebbe occupare la tua abitazione e il governo non prevede una legge per lo sfratto.
Cosa mi ha spinto verso la Isla Margarita? Ho vissuto molto tempo in Africa e ho visitato alcuni paesi del continente africano ma prima del Venezuela avevo visitato solo 2 isole caraibiche: Guadalupa e Martinica, isole del territorio francese che non si possono certamente definire in difficoltà.
Abituata come sono a ricercare attorno a me una cultura completamente diversa dalla mia, avevo pensato che avrei soddisfatto la mia curiosità in questa isola venezuelana. Quindi mi chiedevo: “Come si vive in Venezuela oggi?” Inoltre, mi aveva spinto la curiosità di capire lo stile di vita di questo popolo oggi purtroppo nella stragrande maggioranza povero. In Africa ho imparato che dove c’è povertà c’è anche semplicità e io questo cercavo.
Nel primo mese di permanenza ho visitato tutta l’isola, con le sue spiagge e i suoi monumenti, avendo avuto la fortuna di trovare alcuni italiani nella posada dove soggiornavo, con i quali ho condiviso in allegria questi spostamenti.
Le spiagge dell’isola, per quanto belle non mi hanno conquistato ("Haimè! Sono abituata ai meravigliosi colori dell’Oceano Indiano!") ma ho trovato paeselli coloniali che mi hanno incantato. L’unica difficoltà l’ho trovata nel sentirmi limitata negli spostamenti durante le ore serali. Avrei tanto voluto tanto fare 2 passi sulla spiaggia la sera e fermarmi a bere una bibita o una birra, ma questo, per la mia sicurezza non è stato possibile.
Quello che mi ha più conquistato dell’isola? L’accoglienza della popolazione venezuelana, fatta di sorrisi e disponibilità. Se mi chiedessi: “Come si vive in Venezuela oggi?” ti risponderei che in mezzo a questa popolazione mi sono sentita accolta.
Successivamente ho visitato l’arcipelago di Los Roques in totale autonomia e ti racconto degli strepitosi panorami naturali di questo meraviglioso angolo nel Mar dei Caraibib a questo link
Sono ormai abituata a pensare che un turista in un paese povero è considerato solo per il denaro che può portare, risolvendo momentaneamente una situazione difficile. Ovviamente anche in Venezuela questo ha senso ma, l’accoglienza di questo popolo mi rimarrà nel cuore.
È comune camminare per strada e salutare ma che si soffermino anche a farti un enorme sorriso e a chiederti come va non è comune. Specialmente per noi del nord Italia, dove l’unico sguardo che incroci di fronte a te mentre stai passeggiando è quello del riflesso sullo schermo del telefonino che normalmente viene tenuto nella mano. Figuriamoci un saluto! Nemmeno ci si accorge di dove si va talmente siamo presi a consultare le ultime news di Instagram!
Passeggiando lungo le vie dei vari villaggi di pescatori mi sono spesso soffermata davanti alle abitazioni per ammirare le vecchie strutture coloniali e ogni volta sono stata invitata dai proprietari ad entrare per vedere meglio anche gli interni e tutta l’oggettistica presente. In alcuni casi mi hanno anche donato qualche frutto, come ringraziamento al mio interesse per loro.
Potrei raccontare di Mauri, che mi ha gentilmente accompagnato tutta una giornata allo scopo di capire come funzionava la linea degli autobus, oppure di Willy che a volte si prodigava per portarmi il cocco con la mia bevanda preferita, il suo latte. Oppure potrei raccontare del pescatore che mi donava dei pescetti per gettarli in mare e fare avvicinare i numerosissimi pellicani in cerca di cibo o anche del mio taxista che durante tutti i miei spostamenti si prodigava a raccontarmi la storia dell’isola.
Come si vive in Venezuela oggi tra questa popolazione? Bene, ma tutto il resto non è relativo…
Tutto dipende da quello che cerchi!
Ci ho pensato parecchio in questi mesi e dopo aver capito come si vive in Venezuela oggi nel territorio dell'isola, ho messo sulla bilancia tutte le informazioni che ho raccolto.
Penso che valutare oggi un trasferimento per chi è pensionato sia fattibile. I costi e gli affitti delle case sono abbordabili e con un pò di attenzione si possono evitare pericolosi incontri. Considerando che non mancano beni di prima necessita e locali commerciali dove trovare ogni ben di Dio, credo che un pensionato potrebbe vivere bene, sotto un caldo sole tutto l’anno, tra fiori, spiagge e palme.
Trovare un lavoro da dipendente al momento mi sembra abbastanza complicato, considerando la crisi che c’è ancora in atto, ma aprire un’attività potrebbe rivelarsi interessante considerando la burocrazia più snella di quella italiana e le tasse inferiori. Certamente sarebbe più utile sentire il parere di un commercialista o di qualcuno che possa svelare il futuro di questo governo, che indubbiamente ha potere decisionale sulle sorti del Paese.
Se invece lavori già da remoto o come freelancer, capire come si vive in Venezuela oggi potrebbe essere un primo punto da considerare. Se visiti l’isola e ti piace, puoi sicuramente vivere più sereno che in Italia e i servizi di connessione sono generalmente buoni.
Io vivrei in Venezuela oggi? Al momento non sarebbe per me una scelta positiva. Perché? Nonostante l’apertura che ho riscontrato nella popolazione, non vivrei in alcun luogo venezuelano. Naturalmente questo è solo il mio parere personale dettato dalle mie esigenze. Questo non significa che per qualcun'altro il Venezuela possa rappresentare quello che cerca. Ho viaggiato parecchio negli ultimi anni ma in Venezuela, in questo anno 2023, mi sono sentita come "limitata". Mai sono incappata in situazioni pericolose, vuoi anche che la Isla Margarita non è Caracas, ma alcune attenzioni da porre per la tua sicurezza esistono e io faccio fatica a non potermi muovere in tutta libertà autonomamente.
È sconsigliato uscire dopo il calar del sole per la tua sicurezza. Ok se si tratta di una vacanza e quindi di un lasso di tempo limitato, ma vivere qui significa non potersi muovere a piedi la sera. Se non vivi nella zona di Pampatar anche portare fuori il cane per due passi dopo il calar del sole è da evitare.
Il costo della vita è tutt’altro che basso. A causa della pessima politica venezuelana, questo che un tempo era un porto franco quindi conveniente, oggi ti presenta in alcuni casi un costo della vita più alto di quello italiano. I prezzi dei supermercati sono improponibili dato che niente viene prodotto e tutto viene importato.
Vero che vivere in Venezuela ti permette di avere alcune agevolazioni: non paghi l’elettricità, non paghi tasse sulla casa e la benzina costa poco. Questo è quello che prevede il regime socialista. Ma di contro in questo momento non ci sono banche, uffici di cambio e se decidi di acquistare casa devi ben badare che qualcuno te la tenga in sicurezza se decidi di spostarti anche solo per qualche giorno; le leggi venezuelane non prevedono lo sfratto in caso di occupazione abusiva.
Comprare un’auto per spostarti autonomamente ed evitare i costi dei taxi è conveniente; ma devi mettere in conto che sono auto che presentano giornalmente problemi meccanici e quindi alla fine il tuo risparmio viene azzerato. Inoltre, tutte le automobili circolano senza assicurazione. E se ti capita un incidente?
Decidere di andare in vacanza nei territori più turistici del Venezuela oggi è fattibile. Se sogni di visitare la Isla Margarita o Los Roques o l'entroterra più famoso del Venezuela quale il Parco Nazionale di Canaima e le cascate più alte del mondo (Salto Angel) puoi farlo senza alcuna riserva affidandoti a qualche seria agenzia che si preoccuperà di farti passare una bellissima vacanza.
Viaggi in coppia? Nessun problema! Anche nelle serate avrai compagnia e non ti sentirai solo dovendo rimanere all’interno del tuo hotel o della tua posada. Ami una vacanza organizzata? All’interno dei resort trovi tutto quello che desideri. Vuoi fare escursioni? Te le organizzano in tutta sicurezza. Insomma, se nella tua vacanza cerchi soprattutto relax e mare sulla Isla Margarita non avrai alcun tipo di problema.
Un po' diversa è la situazione per chi come me viaggia sola e ama spostarsi continuamente e autonomamente per visitare ogni angolo (bello o brutto) del territorio. Ho sofferto un po' per la restrizione agli spostamenti serali e per l’attenzione che in alcune zone dell’isola dovevo mettere andandomene in giro.
Ma a parte questo non ci sono problematiche che possano non invogliarti a raggiungere la Isla Margarita o le altre zone molto turistiche del Venezuela per la tua vacanza. Oltretutto, nei prossimi mesi dovrebbe venire ristabilito un collegamento aereo diretto dall’Europa sull’aeroporto internazionale Santiago Mariño Margarita Island, evitando così uno scomodo scalo a Caracas.
“Felicissimo è colui che correndo tra gli ostacoli della guerra, della politica e delle pubbliche sventure, mantiene intatto il proprio onore.”
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