Come si vive a Zanzibar?
Zanzibar, può essere la meta ideale per chi ama un clima mite, spiagge da sogno ed acque limpide.
E, per chi come me, sogna di ricominciare una vita in un posto caldo ed accogliente.
La sua natura è strepitosa, ma vediamo come si vive a Zanzibar, come rapportarsi con una cultura molto diversa dalla tua e la qualità di vita che puoi trovare.
Cosa leggerai in questo post:
Vivo a Zanzibar da quasi un anno! Come si vive a Zanzibar?
Svegliarsi ogni giorno circondata da palme, sotto un cielo azzurro e vicino ad un mare meraviglioso, è una condizione di vita che invoglia al sorriso. Lo stile di vita a Zanzibar, è molto semplice, caratterizzato da ritmi lenti che ti permettono di riscoprire la bellezza e l’assaporare il trascorrere della giornata.
Impari a vivere senza i centri commerciali o l’ultimo negozio alla moda. Torni a vivere senza preoccuparti di partecipare all'ultimo evento mondano. Ti trovi a vivere gustandoti aria pulita in mezzo alla natura. A Zanzibar, trovi il tempo per vivere e relazionarti con gli altri e, considerando la mancanza di molti servizi, impari ad apprezzare il vivere con poco.
Il fascino di questa isola non è solo dato dalla sua natura e dal suo clima, ma anche dalla riscoperta della semplicità, in ogni suo aspetto. Sulle località costiere, ci si sposta senza trovare un traffico infernale. Non ci si deve preoccupare se i capelli non sono perfettamente a posto, non si bada molto all'abbigliamento.
Tutto viene visto e vissuto in modo molto più leggero, rispetto alle comunità occidentali, dove l’apparenza è una costante indispensabile e necessaria per inserirsi nella società.
È una terra ancora non particolarmente ammalata di civilizzazione, di progresso e di standard frenetici, che spesso ti portano ad essere schiavo della tua vita. Una vita semplice aiuta a sentirsi più leggeri, nessun oggetto, nessuna informazione o pubblicità che ti condizionano, vivendo all’aperto e respirando aria pulita e musica.
Un territorio come quello di Zanzibar, caratterizzato da semplicità, ha ovviamente anche il rovescio della medaglia.
In primis, la mancanza di servizi, praticamente in ogni villaggio dell’isola. Non ci sono negozi adeguatamente forniti, non ci sono banche, la qualità del servizio elettrico e del rifornimento acqua, presenta lacune enormi. A Zanzibar, è normale una sospensione elettrica 2/3 volte la settimana, che spesso dura giornate intere. A Zanzibar, è normale la mancanza di acqua nei periodi più caldi e di maggiore affluenza del turismo. Non ci sono pozzi d’acqua sufficienti a garantire un costante rifornimento alla popolazione.
A Zanzibar, soprattutto, non ci sono farmacie nei villaggi o medici adeguatamente preparati per intervenire in situazione estreme e gravi.
La pulizia e l’igiene sono spesso inesistenti, ogni angolo viene utilizzato come discarica, non ci sono raccolte dei rifiuti. Molte delle principali e poche strade, hanno una totale assenza di manutenzione, che ti porta a guidare facendo un vero e proprio slalom, atto ad evitare le numerose e profonde buche.
Le regole politiche, comunali e di vigilanza sono estremamente labili, portando ad un’elevata corruzione.
Infine la cultura completamente diversa da quella occidentale.
Due diversi pensieri: quello occidentale, che cerca sempre di trovare una soluzione al problema, ribellandosi e dandosi da fare, e quello swahili, che il problema preferisce ignorarlo, preoccupandosi solo dell’oggi e non del domani.
Per poter lavorare a Zanzibar, devi essere in possesso di un visto di soggiorno ed un permesso di lavoro.
Cito dal sito web Tanzania Government Portal:
“A qualsiasi straniero che intenda risiedere nella Repubblica Unita della Tanzania per investimenti, affari, lavoro o qualsiasi altra attività legale può essere rilasciato un permesso di soggiorno. Oltre alla residenza, a uno straniero che intende entrare e soggiornare nella Repubblica unita di Tanzania può essere rilasciato un pass di ingresso soggetto alle condizioni fornito ai sensi dei Regolamenti sull'immigrazione del 1997.
Esistono tre tipi di permessi di soggiorno, ovvero il permesso di soggiorno di classe A, il permesso di soggiorno di classe B e il permesso di soggiorno C.
Il permesso di soggiorno di classe A può essere concesso a una persona diversa dall'immigrato proibito che intende entrare o rimanere in Tanzania e svolgere attività commerciale, Affari, Professione, Agricoltura, Zootecnia, prospezione di minerali o fabbricazione.
Il permesso di soggiorno "B" è rilasciato ad uno straniero diverso da un immigrato proibito che ha ottenuto un impiego specifico in Tanzania.
Il commissario principale dei servizi di immigrazione (soggetto a raccomandazione del direttore del lavoro) è convinto di possedere le qualifiche o le competenze necessarie per quel lavoro e che il suo impiego sarà di beneficio per la Tanzania.
La Classe di permesso di soggiorno "C" può essere rilasciata agli stranieri che intendono entrare e risiedere in Tanzania per scopi diversi da quelli specificati per la concessione del permesso di soggiorno "A" o "B".
Questi includono; studenti, ricercatori, volontari, persone che assistono a cause in tribunale, persone che hanno vissuto in precedenza residenti e stanno per lasciare il paese (vale a dire liquidazione) e persone che partecipano a cure mediche negli ospedali.
Requisiti per Residenza PermitClass "C" si differenzia a seconda delle categorie di attività che uno straniero intende intraprendere.
Tuttavia, vi è una tassa per ogni permesso, la tassa differisce da ogni tipo di mandato, il richiedente per il permesso deve soddisfare determinati requisiti prima dell'emissione del permesso.”
Necessari, sono anche i visti di ingresso per lavoro, ma l’ufficio doganale in loco, si riserva il diritto di concedere o negare il permesso, nonostante siate in regola con il visto.
Questi sono i differenti visti di ingresso nel Paese per lavoro:
Trovi altre informazioni in questo link Ambasciata Italia Dar-es-Salaam
Ti racconto brevemente come sono i ritmi di lavoro in questa isola dell’Oceano Indiano.
La popolazione, considerando il loro normale e lento ritmo di vita, alla domanda “Come si lavora e come si vive a Zanzibar?” risponderebbe: “con ritmi sostenuti!”. Del resto la popolazione, ha un pessimo rapporto con l’orologio e il tempo, dato che per un appuntamento, possono arrivare in ritardo anche di 2 ore (nelle migliori delle ipotesi) senza battere ciglio.
Se attendi risposte a futuri e possibili appuntamenti, devi essere ancora più paziente, dato che non avrai una risposta prima di una settimana. Se attendi informazioni di qualunque carattere tramite telefono, puoi riceverle dopo un 1 giorno o dopo un mese, senza alcuna differenza dato che le informazioni servono a te e non a loro.
Per me che sono occidentale ed abituata a lotte frenetiche con il tempo e la produzione, i ritmi di lavoro a Zanzibar, li definisco “umani”.
Innanzitutto, ti confermo che trovare lavoro come dipendente a Zanzibar per un europeo, è quasi impossibile. A meno che, tu non abbia esperienze come direttore di hotel o che tu non sia molto giovane ed inserito in contesti quali animazioni o insegnamento di attività sportive acquatiche. O altrimenti, che tu faccia parte di una onlus o volontariato.
Tutti gli altri lavori dipendenti, vengono svolti dai locali. Considera, che i loro stipendi sono molto più bassi, e che assumere un locale non comporta il pagamento per il permesso di lavoro che il governo deve rilasciare agli stranieri.
Allora come si vive a Zanzibar se non trovi un lavoro?
L’unica opportunità, per chi non rientra in queste categorie, è quella di aprirsi una propria attività.
Gli italiani a Zanzibar sono davvero tanti.
Io vivo a Jambiani, nella parte sud est dell’isola, e ho conosciuto un numero notevole di cittadini italiani, spesso provenienti dalle zone del Lazio. La maggior parte di loro ha aperto un’attività turistica, pochi quelli che l’hanno scelta come residenza per loro terza età.
Come si vive a Zanzibar se non ci sono servizi sanitari di alto livello per persone anziane? Quasi tutti, si trovano a Zanzibar solo per lavorare, con il sogno di rientrare presto nel loro paese d’origine: questo è quello che con le parole esprimono. Ma io credo, che a differenza di quanto dicano, Zanzibar ti entra nel sangue, e troppi giorni di lontananza da questa isola diventano difficili da sopportare.
Nella parte a nord est invece, sono numerosi gli italiani provenienti anche dal nord Italia, che hanno scelto questa isola come seconda casa, per passarci i mesi invernali o le loro vacanze annuali.
Ma anche Stone Town pullula di italiani, tra architetti, commercianti e commercialisti.
Tutto dipende da come sei abituato a vivere e dalla qualità di vita che vuoi.
I costi, sono decisamente bassi. per quanto riguarda le materie alimentari derivanti dalle coltivazioni e dalla pesca, quali: verdure, pesce, frutta, carni e riso. Puoi trovare anche insaccati e formaggi, anche se difficilmente reperibili e molto costosi, dato che i pochi negozianti che li vendono, sono costretti ad importarli pagando un dazio doganale notevolmente alto.
Il costo dell’energia elettrica è inferiore a quello italiano, il prezzo della benzina si aggira intorno ad un euro al litro (costosissimo per la popolazione).
In caso di mancanza di acqua territoriale, il costo dell’acqua per riempire i tank è alto, comprensivo anche del trasporto che deve essere effettuato al tuo domicilio dal camion che la consegna. Il costo dell’acqua in bottiglia (necessaria dato che a Zanzibar l’acqua corrente non è potabile) si aggira intorno ai 2 euro per 6 bottiglie acquistate nei negozi locali dei villaggi.
Gli affitti delle case hanno vari prezzi.
Se tu sei una persona adattabile, puoi trovare alloggi in vecchio stile africano senza elettrodomestici o agi, ad un costo di circa 300/400 euro al mese. Il costo di un affitto, diventa maggiore se vuoi abitare in una struttura più simile a quella europea, con qualche agio in più.
Il costo di una cena in un ristorante, è solitamente la metà di un prezzo italiano, fatta eccezione per i vini, che devono essere importati. Per chi è molto adattabile e vuole risparmiare, ci sono ristoranti locali a prezzi davvero convenienti, ma non aspettarti un menu ricco e soprattutto un’igiene esemplare.
Se hai bisogno di noleggiare una macchina, il costo giornaliero è di circa 35 dollari al giorno. In caso decidi di stare a Zanzibar per lungo tempo, puoi evitare il noleggio spendendo circa 2000/3000 euro, comprandoti un’auto di seconda mano vendute da concessionarie o da privati.
Metti in conto, però, che sono auto vecchie, che facilmente presentano problemi e, che le strade in disuso, non ti faciliteranno la manutenzione.
Chi non vorrebbe emigrare in un Paese sempre caldo? Ma emigrare a Zanzibar non è una cosa facile. Avere la documentazione necessaria, richiede molta pazienza e, devi essere provvisto di tutti i requisiti che il caso vuole.
Molti sono quelli che sono riusciti a realizzare questa impresa, anche se con difficoltà inziali notevoli. Ho appurato, che la maggior parte degli espatriati sono persone che in Italia avevano perso un lavoro o non riuscivano a trovarlo, o persone che in Italia avevano debiti con il fisco. O persone legate sentimentalmente ad un locale.
Pochi tra loro, quelli che, avevano fatto questa scelta per il sogno di vivere nella natura e nella semplicità.
Acquistare un terreno e costruire il proprio hotel o altro, è una cosa ancora economicamente fattibile.
Ma ricordati che la proprietà del terreno non sarà mai veramente tua, tutto appartiene al governo.
La prima attenzione, devi prestarla ai vari documenti necessari, che spesso sono inesistenti o falsi. Scegli un avvocato onesto (che in Zanzibar fa le veci anche del commercialista), che possa seguirti nello svolgimento delle pratiche e delle ormai numerose tassazioni che questo governo prevede.
Affidati sempre ad imprese di costruzione abili e conosciute, che ti facciano un preventivo chiavi in mano. Le imprese locali, spesso ti consegnano un preventivo che riguarda solo la prima parte della costruzione dello stabile e, passo dopo passo, il resto. Il rischio che corri è di ritrovarti a metà lavoro con costi molto più alti di quelli che avevi preventivato.
Ci sono anche imprese edili europee, ma non tutte edificano bene.
Ti consiglio di prendere molteplici informazioni sul lavoro svolto dalle stesse, per evitare il rischio di ritrovarti con un blocco lavori da parte degli uffici di competenza per una costruzione precaria. In questo ultimo caso, solo una generosa mazzetta potrebbe in seguito risolverti il problema.
Quindi se decidi di aprire un’attività a Zanzibar devi ricordare che:
È consigliabile una vita da pensionato a Zanzibar? Io lo consiglio solo a persone che hanno una salute di ferro!
Non essendoci una situazione sanitaria buona, diventa molto difficile riuscire a gestire malattie che necessitano di cure costanti e particolari. E il corpo umano, invecchiando, è sempre più sottoposto a recepire infezioni che la poca igiene del luogo può creare.
Certo, con una pensione media è possibile vivere meglio che in Italia, dato che il costo della vita è più basso, ma sei anche contornato da strutture inefficienti e servizi mancanti. E aggiungo, che il clima che non è mai troppo caldo nè troppo freddo, ma ha un tasso di umidità in alcuni mesi piuttosto fastidioso.
Nel mio anno di vita nella zona del sud di Zanzibar, ho conosciuto qualche pensionato che viveva per molti mesi dell’anno in queste località, ma stranamente tutti provenienti da Svezia, Olanda e Germania. Come a sottolineare, a mio parere, l’interesse di un trasferimento in questo Paese, solo da civiltà più adattabili e meno pretenziose di quella italiana.
Esiste un’altra possibilità, ma solo per pensionati con una situazione economica molto buona.
In questi anni nella zona a sud ovest dell’isola di Unguja (Zanzibar), società indiane e tedesche, stanno costruendo cittadine con standard lussousi, che dovrebbero funzionare molto bene. E’ il caso di Fumba Living Town, una cittadina residenziale in costruzione sull’esempio delle isole Seychelles e Mauritius.
Comprando una delle ville in costruzione, si ottiene la residenza in un luogo ben tenuto e pulito, con tutti i servizi, le strutture e la vigilanza necessarie. Unico neo è il costo che si aggira tra i 300/600 mila euro per una casa, e ovviamente, un’entrata mensile adeguata per le spese supplementari e di vita.
A mio parere, in conclusione, trasferirsi e lavorare a Zanzibar è una cosa che và fatta quando si è giovani. Quando ancora la tua vita è abituata alla semplicità ed all’adattamento, alla voglia ed all’entusiasmo di scoprire altre culture di vita o per chi come me, ama la natura, il mare e la semplicità in modo viscerale.
Per ogni informazione importante su Zanzibar, visti, trasporti, costi, ecc… ti invito a leggere questo articolo
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