

Sono migliaia le isole che compongono l’Indonesia ma Bali è forse quella che più riesce ad unire paesaggi di natura mozzafiato ad una ricca cultura locale. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi prima di visitare Bali ma quello di cui ero certa era che avrei sicuramente trovato un’unicità legata alla cultura e alla tradizione balinese. Sai perché viene soprannominata "Isola degli Dei"? Tutto il resto dell’Indonesia è di religione mussulmana mentre a Bali si pratica l’induismo, che incorpora un forte animismo locale. Qui vengono adorati gli antenati e si riveriscono anche gli "illuminati" del buddismo.
Si parla tanto di Bali, al punto che tutti (ma proprio tutti) la inseriscono tra uno dei posti da visitare nel mondo. È talmente famosa che oramai viene presa d’assalto da un turismo di massa. Tra verdi risaie, templi induisti, cascate, surf e una grande movida, Bali è una delle perle asiatiche che tutti sognano.
Che ricordi mi ha lasciato Bali? Si dice che passeggiando tra le sue strette viuzze ricche di tempietti casalinghi si respiri una forte spiritualità. Mah, personalmente ho amato Bali per la particolare e forse unica architettura che la distingue ma speciali sensazioni legate alla sua spiritualità io onestamente le ho respirate solo in alcune località solitamente lontane dai centri turistici. Certamente, trovi ad ogni angolo il classico panierino in foglie di cocco zeppo di riso e fiori che rappresenta un dono agli spiriti per ingraziarseli. Certamente, l’odore degli incensi ti accompagna in località quali Ubud e sicuramente rimani abbagliato dai suoi templi e dai riti religiosi che si ripetono continuamente, ma per apprezzare e capire appieno la vera essenza di Bali, ti devi necessariamente allontanare da tutto ciò che è turistico, perchè Bali oggi risulta a tratti snaturata e non può bastare l’odore dei fiori di frangipane mischiato agli incensi e il pacato ed educato modo di relazionarsi dei locali a catturarti.
La popolazione tollerante ti accoglie con un sorriso e tanta pacatezza, ma ho avuto inizialmente la sensazione di essere entrata più in simbiosi con il popolo del nord della Thailandia. Durante la mia vacanza ho sicuramente apprezzato Bali ma sono anche rimasta stordita dal caotico traffico e da quell’esagerato turismo di imbecilli a cui oramai Bali è abituata. La sua spiritualità è oggi sopraffatta dalla stupidità degli instagrammatori, giovani e non, che cercano più la posizione seducente in una foto che l’unicità del luogo. Chissà, forse tempo fa Bali mi avrebbe totalmente conquistata.
Ti racconto il mio viaggio a Bali in Indonesia…

L’isola di Bali appartiene all’Indonesia e fa parte dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda. È separata dall’isola di Giava dallo Stretto di Bali, un canale largo circa 4 km. Ad est è separata dall'isola di Lombok e delle isole Gili dallo Stretto di Lombok attraverso il quale passa la Linea di Wallace, il confine che divide in due l’Indonesia. A ovest della linea vivono le specie animali tipiche dell’Asia (elefanti, tigri, rinoceronti e scimmie) a est invece ci sono le specie dell’Oceania (i marsupiali). È bagnata dal Mar Cinese Meridionale a nord e dall’Oceano Indiano a sud.
Le coste a nord e ad est e la parte centrale dell’isola presentano rilievi montagnosi che ospitano 3 vulcani di cui 2 attivi: il Monte Agung (3.031), il Monte Batur (1.717) e il Monte Bratan (2.276) l’unico ad avere una caldera dormiente. Bali si trova sulla cosiddetta “cintura di fuoco”, un anello che circonda l’Oceano Pacifico, soggetto a frequenti terremoti e una forte attività vulcanica che ha portato ad una vasta distruzione dei villaggi nel corso dei secoli. L’ultima eruzione del Monte Argun risale a pochi anni fa, esattamente al 2017. Ma anche il Monte Batur ha avuto un'esplosione particolarmente grande nel 2000.
Posta a 8° sotto l’equatore, Bali possiede una natura estremamente rigogliosa e temperature costanti intorno ai 30° in ogni periodo dell’anno. Le zone pianeggianti e collinari sono ricoperte da lussureggianti foreste tropicali e incantevoli risaie a perdita d’occhio. La costa sud è semplicemente stupenda, con scogliere a picco sul mare che regalano panorami mozzafiato. La folta vegetazione la si deve alle forti piogge che caratterizzano Bali soprattutto durante i mesi che vanno da novembre a marzo, con acquazzoni torrenziali che possono iniziare all’improvviso e possono durare anche vari giorni.
Amministrativamente Bali è una provincia autonoma ed è suddivisa in 9 reggenze, che corrispondono agli antichi regni in cui un tempo l’isola era divisa:


La presenza di umani sull’isola di Bali risale a circa 200.000 anni fa. Questo si evince dai manufatti risalenti al Paleolitico e Mesolitico trovati nei villaggi di Sembiran, Trunyan e nella penisola di Butik. Furono le popolazioni provenienti dall’Australia e dal sud della Cina che in epoca neolitica si installarono a Bali.
Gli scritti più antichi risalgono al VIII secolo d.C. Fu in questo periodo che il buddismo e l’induismo si espansero sull’isola divenendo parte fondamentale della storia di Bali. Il tempio di Goa Gajah, noto anche come Caverna dell'Elefante, appartiene a quel periodo e mostra una combinazione di iconografia buddista e hindu. Sai che il tradizionale Barong, la danza sacra balinese, sembra derivi proprio dalla cultura cinese?
Giava e Bali furono sempre intrecciate durante le epoche passate. La dinastia Majapahit, un antico regno di Giava che visse tra il 1293 e il 1520, pose sotto il suo dominio Bali nel 1343 influenzandone la cultura, l’architettura e le arti quali: la danza, la scultura e la pittura. Il regno di Majapahit finì per incapacità di contrastare l'ascesa del Sultanato di Demak, che esiliò gli antichi sovrani di Majapahit e obbligò la conversione all'islamismo. Bali fu l’unico territorio dell’Indonesia a rimanere attaccato alle credenze indù rimanendo l’unica eredità dell'antico impero di Majapahit perché con l’arrivo dell’islamismo a Giava, l’aristocrazia, gli intellettuali e gli artisti giavanesi emigrarono a Bali facendola diventare il centro della cultura indo-giavanese.
Nel 1585 i portoghesi giunsero sull'isola e nel 1597 giunse anche l’esploratore olandese Cornelis de Houtman. La Compagnia Olandese delle Indie Orientali si espanse attraverso l'arcipelago indonesiano con il commercio di spezie, oppio e schiavi. Nei secoli che seguirono, il dominio diretto del governo olandese fece divenire Bali protettorato olandese.
Tra il 1846 e il 1849 ci furono cruente battaglie a Bali tra la popolazione e i coloni olandesi che tuttavia riuscirono a conquistare la parte settentrionale dell’isola. La parte meridionale di Bali riuscì a resistere fino al 1906 e quella orientale fino al 1908. All'inizio del XX secolo un numero crescente di incidenti causati dalle forze locali che provocarono naufragi delle navi olandesi che trasportavano merci e passeggeri al largo della costa meridionale di Bali, fornì agli olandesi la giustificazione per affermare la loro autorità. Gli olandesi lanciarono così un'operazione militare su vasta scala contro il regno meridionale di Badung. Il Raja di Badung e tutta la sua corte non si arresero e utilizzarono il “puputan”, un suicidio di massa rituale, impedendone la loro cattura. Di fronte a questa morte di massa autoinflitta le truppe coloniali rimasero sbalordite e inorridite e scossi dalla condanna globale e dal trauma del “puputan”, decisero di non imporre la burocrazia coloniale ma di proporsi come protettorato della cultura balinese.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il Giappone invase Bali nel 1942 distruggendo l’autorità olandese. Iniziò così il dominio giapponese sull’isola contraddistinto da azioni brutali quali: lavori forzati, scarsità di cibo e controlli rigorosi. Quando nel 1945 il Giappone si arrese, venne dichiarata l'indipendenza dell'Indonesia. Tuttavia, gli olandesi tornarono con la forza militare nel 1947 per tentare di ripristinarne il controllo, sostenuti in parte dagli Stati Uniti. Solo nel 1949 i Paesi Bassi riconobbero ufficialmente l'indipendenza definitiva di Bali e di tutta l'Indonesia.
Sukarno, il primo presidente indonesiano, si oppose alla Guerra Fredda e all’influenza occidentale e sovietica di quegli anni estraniandosi da quanto stava succedendo. La sua posizione antimperialista e la nazionalizzazione delle imprese straniere infastidirono gli Stati Uniti che, nel 1965, appoggiarono un colpo di stato che portò al potere il generale Suharto. Le ribellioni dei simpatizzati del Partito Comunista Indonesiano vennero sopresse dalle squadre della morte del nuovo presidente e moltissimi furono i balinesi uccisi. Suharto allineò il Paese agli interessi economici occidentali. Ebbero così inizio gli imponenti progetti di sviluppo turistico che portarono l’Indonesia, ma soprattutto Bali, a divenire uno dei luoghi turistici più visitati al mondo.

Sull’isola di Bali l’induismo esclusivo "Agama Hindu Dharma" è la religione praticata dalla stragrande maggioranza della popolazione. Ma che cos’è esattamente l’Agama Hindu Dharma? Si tratta di una fede sincretica che combina le credenze popolari con le influenze hindu provenienti dal sud-est asiatico. Questa particolare religione venne introdotta a Bali gradualmente, sia dai primi contatti con l’India, sia dall’influenza dell'impero giavanese Majapahit.
Quando i commercianti indiani giunsero nell’arcipelago indonesiano, stabilendo rotte commerciali e costruendo scambi di culture, portarono anche elementi sia della religione induista, sia della religione buddista che, poco per volta, si radicarono a Bali. I balinesi, tuttavia, modificarono a loro immagine la cultura religiosa che venne importata. Le pratiche indù vennero adattate alle credenze animistiche e al culto degli antenati locali, creando un misticismo diverso dall'induismo indiano. Quando nel 1343, le forze Majapahit di Giava conquistarono Bali, portarono con sé una forma più forte e strutturata di induismo e cultura giavanese e quando l’Islam si diffuse a Giava, la famiglia reale Majapahit e il suo folto seguito migrarono a Bali influenzando ulteriormente la cultura balinese.
Questo portò ad un approfondimento dei rituali indù, delle strutture sociali e delle forme d'arte. Fu grazie a questo miscuglio di influenze che a Bali nacque l’induismo Agama Hindu Dharma (letteralmente "religione dell'acqua santa"), mischiando divinità indiane, principi filosofici giavanesi e pratiche animistiche balinesi locali in un sistema coeso.
L’induismo a Bali ha un pantheon di divinità e dà ai fedeli libertà e discrezione riguardo a quando, come e dove pregare, ma innanzitutto comprende il concetto indiano della trinità chiamato Trimurti, costituito da: Brahma (il dio creatore), Vishnu (il dio preservatore e protettore) e Shiva (il dio della distruzione e della rinascita). L’Agama Hindu Dharma abbraccia anche un'ampia prospettiva sulle leggi e sulla morale quotidiana basata sul karma, sul dharma e sulle norme sociali. L'obiettivo dell'induismo a Bali è il raggiungimento della felicità spirituale e del benessere fisico e per raggiungerlo si divide in tre quadri fondamentali che devono essere posseduti, compresi e praticati da tutti gli indù: Tattwa (Filosofia), Susila (Etica) e Yadnya (Cerimonia).
Tattwa (filosofia) è il modo in cui mettiamo in pratica gli insegnamenti religiosi.
Susila (etica) è il modo in cui pratichiamo la nostra religione, controllando i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni nella vita quotidiana.
Yadnya (Cerimonia) sono le attività religiose compiute con sincerità e basate sul dharma.

Se scegli una vacanza a Bali, quasi sicuramente verrai indirizzato verso le località più sviluppate in termini di servizi. Sei giovane ed in cerca di una costante movida? La costa ovest è quella che puoi darti ciò che cerchi. Se sei un surfer in cerca dell’onda perfetta da cavalcare, saranno le località poste a sud-ovest nella penisola di Bukit a conquistarti. Vuoi immergerti nel lato più spirituale di Bali? La parte centrale collinare di Bali potrebbe fare al caso tuo. Vuoi una vacanza tranquilla senza troppo chiasso? Dovresti orientare la tua scelta verso la costa sud-est.
Ma come si chiamano queste località?
Il cuore pulsante dell’Isola degli Dei è Ubud, una località posta nel centro collinare di Bali e ricca di luoghi di interesse culturale e storico. Tutti in una vacanza a Bali scelgono di trascorrere almeno 3 giorni ad Ubud, soprattutto per la presenza di cascate, templi, risaie terrazzate, centri di yoga, gallerie d’arte, mercati e negozietti artigianali contornati da una lussureggiante vegetazione. Ti racconto meglio di tutto quello che puoi fare ad Ubud a questo link ⇒
Nella costa sud ovest di Bali trovi le principali destinazioni per chi è in cerca di divertimento. Queste località sono: Kuta, Seminyak e Canggu. Sono letteralmente prese d’assalto in qualunque periodo dell’anno per chi cerca una vita da spiaggia ma soprattutto di intrattenimento notturno. I beach club aperti ad ogni ora si susseguono sul litorale e nei centri i negozi, i ristoranti e i vari alloggi occupano ogni angolo di questo spazio. Il traffico è molto intenso già alle prime luci dell’alba, sia sull’arteria principale, sia nei centri abitati. Si tratto di un vero e proprio sciame di scooter che scorrazzano ovunque, rendendo la tua giornata stressante, sia per il rumore, sia per la costante concentrazione al non venire investito.
Le spiagge non sono nulla di speciale, anzi, le ho considerate piuttosto brutte. Sabbia dorata, mare con pochi colori e rifiuti un pò ovunque. Del resto, l’isola di Bali non la si può certo considerare esemplare sotto l’aspetto della pulizia degli spazi comuni. Bottiglie di plastica, lattine e altro “adornano” gran parte delle aree, spiaggia compresa. Le onde basse di questa parte di mare invece, sono perfette per chi si avvicina per la prima volta al surf.
Queste località di Bali mi hanno infastidito, nonostante i servizi a disposizione del turista, tra boutique rinomate, ristorantini e bar ben allestiti e locali con musica dal vivo e dj. La folla di gente che si accalca e il traffico infernale sono tutto ciò da cui scappo quando vado in vacanza. Se non sei più giovanissimo e se hai i miei stessi parametri per giudicare una località, ti consiglio di evitare assolutamente la costa ovest di Bali.


Il villaggio di Jimbaran posto a sud dell'aeroporto di Bali è un pittoresco quadro nell'isola degli Dei. I pescatori qui la fanno ancora da padrone dando a questo luogo la spontaneità della vita quotidiana dei balinesi residenti sul mare. Famoso per i suoi ristorantini locali posti in riva al mare, puoi goderti lo splendido tramonto gustando piatti di pesce. In questa pittoresca località non mancano comunque i servizi ed eleganti alloggi dato che Jimbaran è affiancato da un lungo litorale di sabbia dal fascino selvaggio e acque abbastanza calme per nuotare. Scordati la vita notturna eccessiva, il traffico estenuante e le folle impazzite, perchè scegliere Jimbaran significa rilassarsi tra spiagge, cibo e la comunità locale.
A Sanur e a Nusa Dua nacquero i primi alberghi di Bali e si tratta di 2 località abbastanza tranquille, più adatte a chi ha raggiunto la media età e alle famiglie. Tutte e due le località sono un concentrato di alloggi, ristoranti e spiagge attrezzate bagnate da un mare poco mosso, quindi perfetto per nuotare. Sono le località in cui si è concentrato, sin dal principio, il turismo a Bali. Qui, infatti, sono sorti i primi alberghi e servizi per gli stranieri che sceglievano una sconosciuta ed esotica isola come meta della loro vacanza.
Nusa Dua è la più esclusiva delle due. Numerosi sono i resort di lusso e i ristoranti stellati immersi in un’area ben tenuta e pulita. Giardini curatissimi, strade ampie e ben tenute e un lungo litorale rendono perfetta la vacanza a chi vuole sentirsi coccolato.
Sanur ha agglomerato hotel e strutture alberghiere anche di alto livello ed è più autentica ma l’atmosfera di un piccolo villaggio di pescatori si è persa al punto che ti chiedi se sei realmente a Bali o in una qualunque località turistica di mare. Ti racconto meglio di Sanur a questo link ⇒
La meraviglia di Bali è a mio parere data dalla costa della Penisola di Butik e dalla località di Uluwatu. L’ho amata subito al primo sguardo. Baie di sabbia bianca, bagnate da un potente e colorato mare, che si intercalano tra le scogliere a picco sul mare sono, oltre ai templi e alla particolare pratica religiosa, il vero motivo perché Bali venga visitata. La maggior parte di queste spiagge sono praticate da surfisti esperti ma anche se non usi la tavola, rimangono uno spettacolo che ti lascia senza fiato. Ti racconto meglio di Uluwatu e della penisola di Butik a questo link ⇒


Ho passato circa 25 giorni a Bali e non sono stati sufficienti per visitare tutto quello che quest’isola dell’Indonesia ha da offrire. Nonostante sia un'instancabile camminatrice sempre pronta a scoprire il più possibile di un territorio, mi è stato impossibile arrivare ovunque. Non ho trovato il tempo per raggiungere le località poste a nord, le isole di Nusa Lembongan e Nusa Penida, ne tantomeno le isole Gili, e ancor più mi è dispiaciuto non avere la possibilità di visitare l'isola Menjangan. Nonostante avessi a disposizione un discreto numero di giorni, la mia non è stata una vacanza rilassante di mare, ma un tour de force alla scoperta dei suoi angoli tropicali, delle sue colline, dei suoi vulcani, delle cascate, delle risaie e dei templi.
Leggo a volte di coppie che dicono di aver visitato tutta Bali, le isole circostanti e persino la vicina Lombok in sole 2 settimane. Sarà, ma sicuramente hanno approfondito poco di quello che hanno visitato. Perchè ti assicuro che è impossibile in così poco tempo giungere a tutto ciò che quest'isola propone. In ogni caso ecco cosa sono riuscita a visitare durante il mio viaggio in Indonesia, nell'isola degli Dei. Andiamo con ordine?


L’architettura che caratterizza i monumenti religiosi a Bali è già di per sè qualcosa di unico. Ne ho visti parecchi di templi hindu ma mai costruiti in questo modo e con questi materiali. La roccia nera e mattoncini rossi sono i principali materiali con cui vengono edificati e sono talmente elaborati nelle decorazioni fatte ancora a mano, che possono solo incantare. Ogni casa di Bali possiede un tempio, piccolo o medio, a seconda di quante famiglie hanno provveduto alla sua costruzione, ma sono templi privati che non puoi visitare. A questi si aggiungono i templi aperti a tutti, quelli dove si svolgono le infinite cerimonie religiose.
Sono forse i monumenti religiosi più conosciuti e visitati. Vediamoli nel dettaglio? Ti racconto meglio dei templi di Bali a questo link ⇒


Cosa non deve assolutamente mancare durante la tua scoperta di Bali? I Palazzi Reali rappresentano l’espressione massima dell’architettura balinese e ti consiglio di visitarne almeno alcuni. Costruiti o attorniati da laghetti dalle piccole e grandi dimensioni e immersi in spettacolari giardini tropicali ricchi di ogni tipo di piante e fiori, non solo ammaliano ma raccontano la lunga storia di Bali.
Ti racconto meglio di questi storici palazzi a questo link ⇒


Altra cosa che merita il tuo tempo durante la tua vacanza a Bali? Le cascate sull’isola sono tantissime, disseminate nella parte nord dell’isola e nell’area attorno ad Ubud. Alcune sono racchiuse in grotte, altre sono immerse nella foresta pluviale. Le più semplici da raggiungere richiedono un breve percorso, mentre alcune sono destinate solo a chi vuole avventurarsi in un ripido trekking tra la folta vegetazione tropicale.
Sono alcune delle più belle cascate che quest’isola dell’Indonesia può offrirti. No, non ho avuto il tempo per visitarle tutte, ma solo alcune di esse che ti racconto a questo link ⇒


Quante volte ho sentito dire che a Bali le spiagge sono tutt’altro che invitanti… Dopo averne visitate alcune sono in parte d’accordo con questa affermazione. Premetto che non ho raggiunto le spiagge delle località del nord dell’isola, ma ne ho visitate gran parte a ovest, qualcuna ad est e tutte a sud. Quelle che non consiglio? Sicuramente le spiagge della costa ovest, poste tra il nord di Jimbaran e Canguu, talmente deludenti, sia per il colore del mare che per i rifiuti che vi ho trovato, da volerle dimenticare.
Nella costa est di Bali invece, ci sono alcune insenature molto carine, quali: Bias Tugel, Padang Bai, Sengkidu e Virgin. Tutte si trovano nella Reggenza di Karangasem nell’area della località di Candi Dasa e da Padang Bai partono i ferry per Lombok. Non aspettarti la classica spiaggia bianca immacolata, ma queste insenature sono piuttosto carine e bagnate da un gradevole mare.
La spiaggia di Sanur è piuttosto estesa e caratterizzata da sabbia dorata con acque calme e pulite. L’ho trovata abbastanza affascinante e super attrezzata, con graziosi ristorantini per uno snack o una cenetta fronte mare. Anche da Sanur partono i ferry per Lombok, per le isole Nusa Lembongan e Nusa Penida e per le isole Gili.
Nel sud di Bali ed esattamente nella Penisola di Butik ci sono le spiagge più belle dell’isola. Le piccole baie che si alternano tra le grandi scogliere sono una cartolina di immensa bellezza e vivaci colori, sia per la vegetazione delle falesie che le attorniano, sia per il colore turchese del mare. Ti racconto delle meravigliose spiagge della Penisola di Butik a questo link ⇒


Uno dei punti famosi di Bali sono le sue risaie terrazzate, frutto del sistema di irrigazione Subak, che devia l'acqua proveniente dai laghi vulcanici in canali, allo scopo di irrigare le colline coltivate a riso. Questo particolare e sofisticato sistema di irrigazione tradizionale fa parte del patrimonio dell'umanità dell’UNESCO dal 2012 che ha riconosciuto il suo valore culturale, spirituale e ambientale. Tutta l’isola è suddivisa in centinaia di subak, costituiti da una fonte d’acqua, risaie terrazzate e diversi templi (pura tirta), che sono il centro principale della gestione totale delle acque.
Questo sistema rappresenta un’antica tradizione agricola ma anche religiosa perché il suo funzionamento è basato sulla collaborazione tra tutti gli agricoltori di un villaggio e l’acqua viene distribuita in modo equo. L'acqua, quindi, non è vista solo come risorsa, ma come un dono sacro da gestire collettivamente. Gli agricoltori balinesi ancora si arrampicano sulle coltivazioni a terrazza, un lavoro che gli permette la sopravvivenza. Avrai sicuramente sentito nominare le risaie di Tegallalang, poste vicino a Ubud, ma anche quelle di Jatiluwih nella Reggenza di Tabanan.
Quelle di Tegallalang vengono definite le risaie terrazzate più belle di Bali, di conseguenza sono anche le più famose e le più visitate. Il villaggio di Tegalalang si trova a pochi km da Ubud e le sue risaie si innalzano sulle sinuose colline che costeggiano la vallata. Silenzio, pace dei sensi e serenità sono solo alcune delle sensazioni che respiri percorrendo i sentieri che si snodano tra queste terrazze verdissime le cui linee dolci sono movimentate dalle alte palme da cocco che le contornano ovunque nella vallata. Le forti tonalità verdi delle risaie sono un vero toccasana per gli occhi e per lo spirito.
Le terrazzate risaie di Jatiluwih si trovano nella parte centrale dell’isola di Bali e sono più estese rispetto a quelle di Tegallalang ma hanno lo stesso fascino. 5 sono i percorsi, di diversa lunghezza, che puoi intraprenderle per esplorarle utilizzando a tua scelta anche una bicicletta. Da qui capisci quanto sono estese. I percorsi sono molto agevoli e alcuni tratti hanno il fondo lastricato, mentre dove occorre risalire le colline ci sono alcune scalinate ricavate tra la terra. Considerando l’estensione di queste risaie potresti pensare di perderti. Nulla di più sbagliato perché i vari percorsi sono contraddistinti da colori diversi e sono segnalati sulle mappe, non solo agli ingressi delle risaie ma anche ad ogni svolta.


Ma quante sono le cerimonie che si svolgono a Bali legate alla religione? La risposta è: infinite. Tutte sono accumulate da musica, rituali complessi e colori sgargianti. Ci sono quelle praticate per la vittoria del bene sul male, quelle per la conoscenza, quelle per gli anniversari dei templi, quelle di purificazione, quelle legate alla rinascita e quelle del silenzio. Tra le cerimonie cicliche ecco che si delineano:
La prima (Galungan) si tiene ogni 210 giorni ed è attribuita alla vittoria del bene sul male onorando gli spiriti degli antenati. La seconda (Kuningan) avviene esattamente 10 giorni dopo la prima e commemora il ritorno degli spiriti alle loro dimore celesti.
Si tratta del Capodanno balinese ed è il giorno dedicato al silenzio. In questa giornata si pensa solo alla meditazione e alla purificazione spirituale, al punto che tutta l’isola si ferma. Ti stai chiedendo in che senso si ferma? Nessuno esce, le strade sono silenziose e le luci devono rimanere basse. Tutti i negozi e i ristoranti sono chiusi, l'aeroporto è chiuso, i dati dei cellulari e il Wi-Fi sono sospesi. Bali per un giorno deve essere come un'isola disabitata, in modo che gli spiriti negativi stiano ben lontani. Tre giorni prima del Nyepi avviene il rituale Melasti, dove i fedeli portano, tramite enormi processioni dirette verso i laghi o il mare, un Pratima (oggetto sacro dell’Induismo balinese, usato come effigie per rappresentare gli dei durante le cerimonie) immergendolo nell'acqua per purificarsi. Si crede a Bali che l'acqua liberi le persone dalle sofferenze derivanti dall'attaccamento al mondo materiale.
Con questa cerimonia si celebra Saraswati, la prima delle tre grandi dee dell'induismo nonché la dea della conoscenza, della musica e delle arti. Ha un significato speciale per gli studenti, i docenti e tutti quelli che lavorano a contatto con la conoscenza. In questo giorno si ritiene che la conoscenza sacra porti prosperità, progresso e maggiore comprensione per l'umanità.
La cerimonia Odalan avviene ad ogni anniversario della fondazione di ogni tempio dell’isola e viene celebrata ogni 210 giorni. Hai presente quanti templi sono? Questo rito prevede elaborate offerte, preghiere, musica tradizionale e danze.
Oltre alle cerimonie cicliche a Bali si tengono anche molti riti di passaggio:


Potrei dire che a Bali c’è praticamente tutto: spiagge, vulcani, colline, templi e la classica lussureggiante natura tipica delle isole tropicali. Sarà soprattutto l'incredibile varietà di fiori a conquistarti. Posso forse dimenticare i tramonti? I tramonti sono letteralmente da cartolina con il cielo che si tinge di tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Non è sicuramente un luogo da raggiungere per staccare dal nostro freddo invernale, perché in quei mesi a Bali piove parecchio, la pioggia è talmente forte da non permetterti di uscire.
Nonostante la troppa affluenza turistica e la presenza, specialmente in alcune zone, di un turismo giovanile solo in cerca della miglior foto da piazzare su Instagram, potrei dire che il vero motivo per venire a Bali è la sua particolare architettura e cultura, che la distingue da altri luoghi paradisiaci del mondo. Perché nonostante il grande boom turistico degli ultimi anni, Bali è ancora l'isola più povera dell'Indonesia e soffocare la sua grandissima spiritualità preda di legioni di stupidi vacanzieri in cambio di nulla, sarebbe veramente imperdonabile.
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