Durante il periodo dei faraoni, l'Egitto era un Paese culturalmente ricco e numerosi erano gli edifici adibiti al culto religioso quali i Templi di Edfu e Kôm Ombo. Ho avuto il piacere di visitare questi due complessi che narrano la storia delle dinastie faraoniche, durante lo spostamento tra Luxor e Assuan.
Dopo i maestosi templi di Luxor e quelli affascinanti di Abu Simbel, non potevo saltare questa imperdibile tappa, per rimanere nuovamente conquistata dalla capacità innovativa di questo antico popolo che ha fatto la grande storia dell’Egitto. Entrambi vennero inizialmente edificati durante la dinastia del faraone Tutmose III e riedificati durante la dinastia tolemaica. Il Tempio di Edfu, dedicato al dio Horus, è considerato uno tra i meglio conservati in Egitto e si trova a metà strada tra Luxor e Assuan. Quello di Kôm Ombo, invece, si trova a pochi km di distanza da Assuan ed era dedicato agli dei Sobek (il dio-coccodrillo) e Horus (il dio-falco).
Horus era il figlio di Iside e Osiride e rappresentava il potere, la protezione e il rinnovamento, nonché la legittima discendenza del faraone ed era tra gli dei più venerati dalle antiche dinastie egiziane. Horus sfidò lo zio Seth colpevole di avere assassinato il padre Osiride e nella lotta che durò molti anni Horus perse un occhio. Hathor (dea della gioia) e Thot (dio della scienza e della matematica) ritrovarono l’occhio e guarirono Horus. E proprio a causa di questa divina guarigione, gli antichi egizi credevano che l’occhio di Horus fosse un potentissimo amuleto. Nel film del 2016 “Gods of Egypt” diretto da Alex Proyas viene fantasiosamente narrata molto bene la storia di questo dio egizio. L’immagine che rappresenta il Dio Horus è un falco con una doppia corona e le sue statue si trovano davanti alle porte dei templi e lungo i corridoi in segno di protezione.
Anche il dio Sobek godette di una venerazione continua per tutta la storia delle antiche dinastie egiziane. Veniva raffigurato con il corpo di uomo e la testa di coccodrillo ed era legato alla fertilità, alle acque e alla potenza militare. Inizialmente veniva considerato una divinità aggressiva e feroce, simile al pericoloso coccodrillo del Nilo, ma nel corso dei secoli venne associato a Horus grazie al suo contributo per la guarigione di Osiride. Divenne così una divinità positiva e protettiva grazie alla sua ferocia che poteva rivolgersi contro il male nella difesa degli innocenti. In quei lontani tempi, i coccodrilli venivano allevati come reincarnazioni del dio Sobek e quando morivano venivano imbalsamati come se fossero sacri.
I miti e le leggende che contraddistinguono questi due dei sono pienamente raccontate nei Templi di Edfu e Kôm Ombo…
Situata nell'Alto Egitto tra Luxor e Assuan e sulla riva ovest del Nilo, Edfu è stata una città molto importante, soprattutto durante il periodo greco-romano. Circondata da palmeti, dal deserto e da suggestive montagne di granito, fu la capitale di una delle regioni dell’Alto Egitto tra la fine del vecchio regno e il periodo bizantino. Durante il periodo tolemaico la città era il centro di culto del dio Horus ed un importante centro amministrativo e religioso. Fu proprio ad Edfu che con un mitico combattimento, Horus sconfisse il dio Seth, suo rivale e zio.
Edfu deve la sua fama al magnifico tempio dedicato al dio Horus, ma anche ad una necropoli risalente dall’epoca dell’Antico Regno. Infatti, a circa 5 km a sud di Edfu si trovano i resti di una delle sette piccole piramidi a gradoni, originariamente alta 17 metri. Oggi, a causa del saccheggio dei blocchi e dell’erosione degli agenti atmosferici, raggiunge appena i 5 metri.
La città aveva anche una grande importanza negli scambi commerciali tra l'Alto e il Basso Egitto, grazie alla sua posizione strategica lungo il Nilo. Oggi l’economia della città di Edfu si basa sul turismo e sulla coltivazione della canna da zucchero.
Entrambi i templi di Edfu e Kôm Ombo vennero edificati in epoca tolemaica. Fu Tolomeo III che ordinò la ricostruzione del tempio di Edfu sui resti di un tempio che esisteva già dalle dinastie del Nuovo Regno. La dinastia tolemaica in Egitto nutriva la cultura locale riproducendo i templi dell’epoca dei grandi faraoni. Ogni anno c’era una sacra festa che celebrava l’arrivo della Dea Hathor (dal suo tempio di Dendera) in visita a Horus al tempio di Edfu.
La fine della religione egiziana che si professava nel tempio avvenne quando i seguaci di Teodosio I vietarono qualunque altro culto che non fosse quello cristiano dell'Impero Romano del 391 a.C. Sembra che i romani rasero al suolo i rilievi decorativi scolpiti dagli egizi, al punto che oggi puoi ancora vedere il soffitto della sala ipostila annerito da un incendio doloso che doveva cancellare qualunque appartenenza pagana. Con il passare dei secoli il tempio di Edfu venne abbandonato e finì sotto la sabbia desertica, ricoperto da strati di limo fluviale depositati dal Nilo. Quello che apparve all’egittologo Auguste Mariette nel 1798 fu solo la parte superiore dei piloni, particolari che tuttavia permisero di scoprirlo e liberarlo dalle sabbie, riportandolo al suo splendore.
Il tempio di Edfu oggi è in buone condizioni, anzi, è forse il meglio conservato di tutto l’Egitto. Sarà anche perché si tratta di un edificio più recente rispetto a quelli di Ramses II e di tutti i faraoni del Nuovo Regno. I faraoni dell’Egitto tolemaico, di cui faceva parte anche Cleopatra VII (l’ultima regina d’Egitto) governarono nell’ultimo periodo della grande storia antica egizia.
L’area occupata dal tempio di Edfu è piuttosto vasta. Si estende su una superficie di 7000 m². Edificato in epoca tolemaica presenta una struttura a cannocchiale che rispecchia l’architettura dei templi dell’epoca greco-romana, ma conserva molti particolari e decorazioni che riportano alle strutture templari faraoniche.
Le mura perimetrali racchiudono e proteggono il santuario. Le facce del corridoio interno del muro perimetrale e di quello esterno del tempio sono ricoperte di testi geroglifici e rappresentazioni che narrano di teorie cosmogoniche e di imprese eroiche di Horus contro Seth. Il lungo percorso che conduce al santuario del tempio, si alterna tra luce e penombra, mentre il pavimento gradualmente si eleva e i soffitti diventano più bassi.
Nel tempio annualmente venivano celebrate alcune feste religiose. Una di queste rappresentava il matrimonio simbolico tra Horus e Hathor. Un’altra invece si celebrava per l’incoronazione del falco sacro che personificava il dio Horus.
Il pilone principale del tempio di Edfu è impressionante per la sua altezza di 36 metri e le scene in rilievo della parte esterna che rappresentano Tolomeo XIII che sconfigge i nemici di fronte a Horus. La parte interna del pilone invece, è decorata con scene delle grandi imprese del dio falco. Ai lati della porta di ingresso, due statue di falco in granito nero che rappresentano Horus, vegliano sul tempio.
Se guardi a ovest dell’ingresso principale noterai il Mammisi, una specie di tempio minore, nel quale era costudita la figura simbolica di Horus e dove si celebrava la nascita divina del dio e del faraone. È decorata con rilievi raffiguranti la nascita divina di Horus, alla presenza di Hathor e di altre divinità.
Superato il grande varco d’ingresso si accede al cortile, un grande spazio pavimentato circondato su tre lati da un porticato con 32 colonne. Qui i fedeli accedevano per offrire doni alle divinità. I capitelli delle colonne sono decorati con motivi floreali e le pareti in pietra dorata sono arricchite da bassorilievi che narrano lo svolgersi delle feste dedicate al dio Horus e alla moglie Hathor, e svelano dettagli rilevanti alla religione e alla mitologia di quel lontano tempo. Anche in questo spazio sono presenti due statue in granito nero di Horus, rappresentato come un falco, che proteggono il luogo come delle sentinelle. In una di queste due statue il dio indossa la corona dell’Alto e Basso Egitto.
Superato il cortile si accede a ben due sale ipostile, ciascuna abbellita con 12 colonne con capitelli floreali e decorate con rilievi. La prima sala si chiama “Corte delle Offerte” ed è suddivisa in due spazi. La parte a ovest era la sala dedicata alla consacrazione e presenta alcuni rilievi che mostrano gli dei Thot e Horus che consacrano il faraone. La parte ad est invece ospitava la biblioteca.
Di dimensioni più ridotte è invece la seconda sala ipostila. Nonostante l’ambiente sia molto scuro, risulta terribilmente suggestivo grazie ai giochi di luce creati dai raggi del sole che filtrano dagli spazi aperti del soffitto. In questo spazio trova collocazione una stanza che al tempo era adibita a laboratorio nel quale si preparavano le essenze da offrire agli dei. A testimonianza di ciò, sulle pareti sono incisi gli ingredienti necessari per preparare numerose ricette di diverse fragranze e profumazioni.
Man mano che procedi nel tempio, incontri due anticamere. La prima anticamera ospita l’altare cerimoniale sulla quale i sacerdoti offrivano doni agli dei. Da questa stanza partono due scale che si snodano in lunghi e stretti corridoi che conducono direttamente al balcone sul tetto del tempio. Percorrendole mi sembrava di essermi inoltrata in un labirinto di corridoi. Quale sia stato lo scopo di questi corridoi ancora non è ben chiaro agli archeologi, ma sicuramente, questi spazi angusti destano molto curiosità e mistero.
Un altro luogo destinato ai sacerdoti e alle offerte era la seconda anticamera. Questo è anche l’ultimo passaggio prima di raggiungere il Santuario o Naos, il cuore del culto del dio Horus.
Il cuore del tempio di Edfu è il Naos che venne voluto da Nectanebo II, ultimo sovrano di origine egizia che abbia regnato sul Basso e Alto Egitto. Questa stanza è la parte più sacra di tutto il complesso e ospitava la statua d’oro di Horus. Oggi trovi la copia della barca sacra solare che veniva utilizzata per trasportare la statua di Horus durante le processioni. Dov’è finita quella originale? Si trova conservata nel Museo del Louvre a Parigi. Il santuario è circondato da varie piccole camere ciascuna delle quali aveva uno scopo specifico. Alcune venivano utilizzate per scopi religiosi e amministrativi, altre erano cappelle dedicate ad altre divinità, altre erano adibite a magazzini per le offerte e luoghi per i preparativi rituali.
Superato il santuario trovi uno stretto corridoio esterno che percorre metà della zona posteriore riconducendola alla sala ipostila. Questo corridoio viene chiamato “Passaggio della Vittoria” perché sulle pareti sono ritratte alcune scene che narrano della rivalità tra Horus e il dio Seth. Nei rilievi Horus appare con una dimensione maggiore rispetto a Seth che poteva senza alcun dubbio rafforzare la supremazia e il potere del primo rispetto al secondo.
I templi di Edfu e Kôm Ombo posseggono, come tanti altri, uno spazio sotterraneo chiamato Nilometro, una specie di pozzo, che veniva utilizzato per misurare le piene del fiume Nilo. Tramite questo sistema di misurazione si poteva capire se le acque avrebbero permesso un buon periodo per l’agricoltura, un’inondazione o un periodo di siccità.
Kôm Ombo è una piccola cittadina che si trova a circa 40 chilometri a nord di Assuan. È posta sulla riva orientale del Nilo e vicina ad una vasta pianura coltivata prettamente a canna da zucchero tanto che oggi la cittadina possiede numerosi zuccherifici. Molti sono i resti archeologici che si trovano nella sua provincia ma sicuramente il tempio di Kôm Ombo dedicato agli dei Sobek e Horus è quello più affascinante e complesso.
La posizione strategica della località lungo il corso del Nilo, le ha sempre donato una grande importanza, sia storica che commerciale. Infatti, era un punto di passaggio per le carovane che trasportavano oro dalle miniere orientali. La cittadina aveva una discreta importanza economica anche al tempo della XVIII dinastia egizia, ma fu solo durante il periodo dei Tolomei che prepotentemente fiorì. Qui la dinastia tolemaica costruì molte basi militari e questo favorì le attività commerciali. Nel periodo in cui i romani governavano l'Egitto, Kôm Ombo divenne la capitale e il centro amministrativo della provincia.
Nello scorso secolo il numero degli abitanti di Kôm Ombo crebbe notevolmente dato che un gran numero di nubiani si trasferirono qui dalle loro originarie terre per non venire sommersi dalle acque del lago Nasser nato dalla creazione della diga.
Dove ora sorge il tempio di Kôm Ombo, prima c’era un edificio di culto molto più antico chiamato "Pa-Sobek", che significava "il possedimento di Sobek". Questo antico tempio venne eretto da due sovrani della XVIII dinastia: il re Tuthmosis III e la regina Hatshepsut.
Il tempio che oggi puoi ammirare venne ricostruito durante l’epoca tolemaica. La ricostruzione principale venne ordinata da Tolomeo VI, mentre Tolomeo XII si occupò dei successivi ampliamenti. Durante l’epoca romana fu l’imperatore Augusto ad edificare una corte e mura esterne. Durante il cristianesimo i culti egizi vennero abbandonati e i templi, quali Kôm Ombo e i templi di Philae, vennero danneggiati, distrutti o convertiti a uso cristiano. Nel corso dei secoli il tempio venne danneggiato dai terremoti e dalle piene del Nilo. I numerosi lavori di ristrutturazione del 1893 hanno permesso di recuperare in parte il tempio che oggi è in discreto stato di conservazione con ancora splendidi bassorilievi e decorazioni che riescono ad affascinare.
Arroccato su una collinetta lungo il Nilo, il tempio è dedicato agli dei Sobek e Horus. Sobek, dio dei coccodrilli e dell’acqua, e Horus, dio del sole e del cielo, formavano la perfetta combinazione che poteva proteggere l’area fertile che qui veniva coltivata. Ma una leggenda narra di una iniziale competizione tra Sobek e Horus, dove le due divinità si contendevano il controllo della regione. Il combattimento durò molti anni fino a quando i due non decisero di unire le loro forze e allearsi, proteggendo assieme tutto il territorio. Una leggenda che è raffigurata nei rilievi all’interno del tempio. Cosa poteva significare questa favoletta dell’antico Egitto? Forse che le forze della natura unite possono garantire equilibrio e prosperità.
Il Tempio di Kôm Ombo è un doppio tempio, una struttura composta da due templi paralleli perfettamente simmetrici costruiti principalmente con pietra calcarea e dedicati alle due divinità. L’edificio a nord è dedicato al dio Horus, mentre quello a sud è dedicato al dio Sobek.
La sua forma rettangolare, raggiungibile tramite una scalinata di blocchi di pietre, è costituita da un cortile esterno che conduce in una sala ipostila seguita da un’altra che a sua volta porta a tre anticamere che precedono i due santuari dedicati ai rispettivi dei. Purtroppo, molte parti di questo tempio sono oramai solo rovine. I dipinti e i bassorilievi meglio conservati, curiosamente i più antichi, sono quelli all’interno delle cappelle di Sobek e Hathor.
In origine, all’ingresso del Tempio di Kôm Ombo c’era il primo pilone, scomparso a causa delle inondazioni che hanno colpito il complesso. In quest’area si trova lo spazio rettangolare aperto del cortile anteriore pavimentato (costruito durante il periodo romano) che era circondato da 16 colonne che lo delimitavano. Oggi puoi solo vedere le basi di quelle colonne. Negli ultimi 1.500 anni lo spostamento verso est del letto del Nilo ha distrutto parte del primo pilone e del cortile anteriore. La parte orientale del cortile ospita 3 colonne papiriformi che delimitavano i due differenti ingressi decorati dal disco solare alato e da un’iscrizione di Tolomeo XII, voluti proprio per la duplice dedicazione del tempio.
All’interno di quest’area è anche presente il santuario dedicato alla dea Hathor. Si tratta di una cappella rettangolare raggiungibile grazie a dei gradini, che espone sulla facciata una decorazione che ritrae la dea seduta. Sul lato opposto si ergono i resti di un mammisi sulle cui pareti viene ritratta una scena che raffigura il faraone Tolomeo VII a bordo di una barca.
Superato il cortile si accede alla prima sala interna, sorretta da 10 colonne e costruita durante il periodo di Tolomeo XII. Nella parte est vengono identificati molti ritratti degli appartenenti alla dinastia dei Tolomei mentre vengono accolti dagli dei Sobek e Horus. Nello specifico un bassorilievo posto nell’area dedicata a Sobek, raffigura il faraone Tolomeo XII mentre viene incoronato con le corone dell’Alto Egitto e del Basso Egitto. Quello posto nell’area dedicata al dio Horus, raffigura sempre il faraone di fronte a Horus, mentre riceve dalle divinità l’antico simbolo egizio che rappresenta la vita.
La seconda sala interna è simile alla prima, sorretta sempre da 10 colonne. L’unica differenza è data dalle colonne più corte e terminanti con il disegno del fiore di loto.
Superata la seconda sala ipostila giungi nei tre vestiboli che precedono i santuari dedicati a Horus e Sobek. Le tre salette sono in cattivo stato di conservazione e sono le parti del tempio che hanno subito la maggior usura causata degli agenti atmosferici.
Ma anche i due santuari gemelli risalenti a Tolomeo VI non sono in buono stato, al punto che ciò che rimane sono solo i basamenti utilizzati per deporre le barche sacre. Erano costituiti da due sale rettangolari simili, riflettendo così la dualità del culto praticato nel tempio.
Infine, un doppio muro di cinta ingloba l’intero edificio creando un cortile esterno. In corrispondenza con il punto di intersezione delle due parti del tempio, trovi una decorazione che raffigura una falsa porta. All’interno del cortile le decorazioni rappresentando scene di culto, mentre altre, in un bassorilievo, raffigurano vari strumenti utilizzati per delle operazioni chirurgiche e due donne in stato interessante con evidenti problemi motori, sedute su una sedia gestatoria. Curioso vero! Questi rilievi testimoniano che il tempio era meta di fedeli che chiedevano agli dei un rimedio contro le infermità. Evidentemente i sacerdoti del tempio di Kôm Ombo svolgevano compiti non solo religiosi ma anche medici, dedicandosi alla cura dei malati.
Nello spazio terminale del tempio e al di fuori della cinta che ingloba l’edificio, si trova una piccola cappella in stile romano dedicata al dio coccodrillo Sobek che testimonia la continuazione dell’adorazione di alcuni dei anche dopo il periodo tolemaico. Venne costruita intorno al III secolo d.C. e sulle sue colonne è raffigurato l’imperatore Caracalla assieme al dio Sobek.
Prima di salire le scale che conducono all’ingresso del tempio, noterai un pozzo che testimonia quanto gli antichi egizi erano ingegnosi nel gestire le risorse naturali. Si tratta di un Nilometro, lo strumento utilizzato per misurare il livello delle acque del Nilo.
Accanto al tempio di Kôm Ombo è stato allestito uno spazio dedicato al coccodrillo. Si tratta di un piccolo museo che espone circa 300 mummie di coccodrilli imbalsamati, sarcofagi e feti di questo temibile animale che per gli antichi egizi era sacro. Tra i reperti più significativi ci sono i denti e gli occhi composti da metalli e pietre preziose che servivano per impreziosire le mummie di questi animali. Capisco che le usanze di quel lontano tempo fossero diverse dalle mie ma, vedere questi animali essiccati e fasciati non mi ha entusiasmato.
Solitamente i templi di Edfu e Kôm Ombo, collocandosi tra Luxor ed Assuan, vengono visitati durante una crociera sul fiume Nilo. Personalmente ho preferito evitare la crociera per dedicare più giorni alla visita delle singole città. Quindi ho raggiungo i templi di Edfu e Kôm Ombo su strada, con un veicolo privato con autista. È stata a mio parere la scelta migliore, perché ho potuto gestire meglio il mio tempo scoprendo in parte anche i territori che dividono queste due grandi città.
Diversamente puoi raggiungere i templi di Edfu e Kôm Ombo con questi mezzi:
Treno: la linea ferroviaria principale dell’Egitto percorre tutta la Valle del Nilo, dal Cairo fino ad Assuan passando anche per Edfu e dandoti la possibilità di visitare il tempio dedicato al dio Horus. Ma il treno non ferma a Kôm Ombo. Inoltre, la velocità di questo mezzo non è il suo punto forte e le distanze da percorrere sono spesso lunghe.
Escursioni: i templi di Edfu e Kôm Ombo sono facilmente raggiungibili prenotando una delle tante escursioni vendute sia online che sul territorio. Puoi trovare il tempo per visitarli singolarmente in giorni diversi o unirli nella stessa giornata.
Crociere sul Nilo: tutte le crociere che uniscono Luxor ad Assuan fermano davanti ai templi di Edfu e Kôm Ombo.
I Templi di Edfu e Kôm Ombo sono la testimonianza del potere delle antiche popolazioni egiziane. Visitare queste splendide strutture significa tornare indietro nel tempo, capire la maestria architettonica passata e svelare alcuni misteri sui grandi dei egizi quali Horus e Sobek.
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