Sai perchè principalmente tutti organizzano un tour a Córdoba? Per visitare il simbolo per eccellenza della città. La Mezquita di Córdoba è il monumento più visitato, sia per la sua imponenza, sia per la sua architettura che racconta la storia di un luogo di culto che nel corso dei secoli è stato utilizzato dai visigoti, dai mussulmani e dai cristiani. Tutta la storia di Córdoba si riflette nella sua architettura modificata in parte in base alle popolazioni che vissero in città nei secoli passati. Infatti, al suo principale stile mussulmano vennero aggiunti gli stili del periodo rinascimentale, gotico e barocco.
Collocata su un promontorio vicino al Guadalquivir e a pochi metri dal Ponte Romano è considerata uno dei maggiori capolavori architettonici spagnoli ed è stata proclamata monumento nazionale nel 1882.
Aprendo il web e digitando Córdoba, si visualizzano principalmente le immagini degli archi in stile islamico che riempiono le navate della Mezquita, chiamata anche Grande Moschea o Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima. Oltre 1300 colonne in marmo e granito ti attendono all’interno dove l’arte omayyade unita agli elementi di decorazione cristiana ti colpiscono e ti ammaliano. La sua grandezza e la sua unicità riusciranno sicuramente a conquistare la tua ammirazione.
Ti porto a conoscere la Mezquita di Córdoba…
Cosa leggerai in questo post:
Principalmente rimarrai impressionato dalla sua dimensione che occupa ben 23.000 m² di superficie. La sua forma quadrilatera misura circa 180 metri di lunghezza per 130 metri di larghezza. Per anni la Mezquita di Córdoba è stata la moschea più grande del mondo.
Ma non è solo la sua dimensione a renderla il monumento più importante di Córdoba, bensì il mix di stili ed alcune particolarità che l’hanno arricchita nella sua costante evoluzione.
Già da questo capisci bene perché questa moschea-cattedrale riesce a coinvolgere il turismo proveniente da tutto il mondo, ma ti assicuro che l’ammirazione che proverai visitandola è ben più grande di quanto puoi immaginare.
Nel 106 a.C. Córdoba era una città iberica che iniziò a divenire importante sotto il dominio romano. Ma fu durante la dominazione mussulmana che raggiunse il suo massimo splendore.
La Mezquita di Córdoba venne costruita da Abd al-Rahman I (il primo emiro indipendente di al-Andalus) nel 786 sui resti di una chiesa visigota, la Chiesa di San Vicenzo. Tuttavia, grazie alla scoperta di una colonna millenaria, si pensa che anche la chiesa visigota venne edificata su un antecedente tempio romano. Quindi è lecito pensare che ogni volta che a Córdoba si succedeva una cultura diversa, veniva utilizzato lo spazio già destinato ad un luogo di culto per sostituire l’emblema della religione e la supremazia culturale che in quel momento predominava.
Durante i secoli IX e XI, la Mezquita venne interessata da numerosi ampliamenti, cambiandola radicalmente. Al-Hakam II realizzò tra il 962 ed il 966 l’ampliamento più creativo, Almanzor terminò l’ampliamento verso est con l’aggiunta di otto nuove navate.
Quando, nel 1236, i Re Cattolici guidati da Ferdinando III riconquistarono Córdoba, la moschea divenne una cattedrale adibita al culto di Cristo e i mussulmani vennero espulsi. Al suo interno, nel 1372 sotto il regno di Enrico II, venne completata la Cappella Reale in stile mudéjar e si costruirono numerose cappelle con lo stile tipico dei luoghi di culto cristiani.
Nel 1523, epoca di Carlo V, si decise di costruire tra le navate della Mezquita di Córdoba una cattedrale a croce latina, un’enorme cupola e la Cappella Maggiore con uno spettacolare altare in marmo rosso e stalli di legno intagliato. Tuttavia, Carlo V non apprezzò queste modifiche affermando che erano riusciti solamente a rovinare una grande opera d’arte islamica.
L’alta muraglia che racchiude la Mezquita di Córdoba presenta numerosi varchi che permettono l’ingresso all’edificio. Lo stile arabo è predominante nella loro architettura, ma alcune sono state completate durante l’epoca dei Re Cattolici. Quali sono le più importanti?
Il portale originale risale al XIV secolo ma il suo aspetto attuale lo si deve ad una ristrutturazione del XVII secolo. La Puerta del Perdón venne completata nel 1377 per volontà del monarca Enrique II ed è tra le porte d’ingresso più di spicco della moschea. Composta da due archi a ferro di cavallo, uno all'esterno decorato con intonaci e un altro parallelo all'interno, è posta accanto alla Torre campanaria e conduce al Patio de los Naranjos. Lo spazio centrale che si sviluppa all’interno dei due archi e che ospita le porte quando sono aperte è coperto da una volta con bellissimi intonaci floreali, realizzati nel 1740.
Si trova all’interno del Patio de los Naranjos proprio di fronte alla Puerta del Perdón. La Puerta de las Palmas è l’ingresso più importante delle 12 che compongono l'antica sala di preghiera e ancora oggi è il principale accesso alla Mezquita di Córdoba. È contraddistinta da un doppio arco, uno esterno con colonne e capitelli di stile califfale e un altro interno di origine visigota. L'ingresso è chiuso da un accurato portale barocco del XVII secolo. Nel XIV secolo vennero realizzati due laterali archi ciechi, uno dei quali ospita un’iscrizione in marmo del 958. Sopra l'arco si trova un ampio cornicione sorretto da mensoloni e la porta è coronata da un padiglione che rappresenta l’Annunciazione di Maria, realizzato nel 1553.
In passato la porta veniva chiamata “Arco de las Blessings” perché qui veniva benedetto lo stendardo reale durante il rito dell’incoronazione dei monarchi.
L’aspetto attuale della Puerta de Santa Catalina, la seconda per importanza della Mezquita di Córdoba, lo si deve ad una ristrutturazione in stile rinascimentale del XVI secolo, ma esisteva già ai tempi di Almanzor. Il suo nome deriva dalla sua vicinanza al Convento di Santa Catalina. Posta nella parete est della moschea, ha una struttura che corrisponde ad un arco semicircolare sorretto da due colonne lisce su alti plinti e permette l’accesso al Patio de los Naranjos.
Ecco l’ingresso più antico della Mezquita di Córdoba che è giunto fino a noi dal periodo arabo. La Puerta de San Sebastián, posta tra la Puerta de los Deanes e la Puerta de San Miguel, venne costruita nel VIII secolo da Abd al-Rahman I e dava accesso alla Moschea Primitiva. La sua forma corrisponde ad un’apertura archiviata a concio sotto un arco cieco a ferro di cavallo sostenuto da una bordura simile all'alfiz. Le decorazioni intervallano mattoni a pietra e nella parte superiore ci sono finestre rettangolari chiuse da grate di marmo bianco.
Ecco un altro ingresso al Patio de los Naranjos voluto da Abd al-Rahman I. La Puerta de los Deanes venne fortemente modificata all'esterno nel XIV secolo. Posta sulla parete ovest è formata da un architrave a volta e da un arco di scarico a forma di ferro di cavallo, mentre nella parte superiore si trova un cornicione sormontato da ornamenti merlati.
Il suo nome deriva dalla vicinanza all'antica cappella dell'arcangelo e permetteva di attraversare la strada ed entrare nell'oratorio senza essere visti. Posta sempre sul lato ovest della moschea, la Puerta de San Miguel venne costruita intorno all'anno 965 durante l'ampliamento realizzato da Abd al-Rahman II. Anche se leggermente più piccola, la sua struttura è simile a quella della Puerta de San Sebastián. Nel XVI secolo venne aggiunto sull'architrave e sul timpano dell'arco lo stemma del vescovo Juan Daza.
Posta nella parete est è sicuramente tra le porte più esteticamente affascinanti. Affaccia sulla via Magistral González Francés e consente l’accesso alla Cappella di San José da cui prende il nome. La Puerta de San Josè venne costruita nel X secolo durante l'ampliamento realizzato da Almanzor ed è una delle 5 porte che nel 1913 vennero restaurate dall'architetto Ricardo Velázquez Bosco. Il corpo centrale (il più grande) è dotato di porta architravata ed è coperto da un arco a ferro di cavallo con alfiz e sopra un fregio di archi ciechi. La parte centrale è affiancata da due aperture cieche splendidamente decorate e sormontate da finestre coperte da una grata e sovrastate da archi polilobati.
La Mezquita di Cordoba è divisa in due parti: una parte esterna con il patio e il minareto e all’interno la moschea-cattedrale vera e propria suddivisa in spazi architettonicamente diversi e decorati con gli stili culturali che si sono succeduti nel corso dei secoli.
Ecco come si compone il complesso della Mezquita:
Nei sotterranei della Mezquita di Córdoba trovi i resti della Basilica visigota di San Vincenzo, emersa in seguito agli scavi archeologici. Venne costruita nella metà del VI secolo ed era il tempio principale della città e sede vescovile. Tutt’oggi è possibile vedere alcune vestigia dell'antico complesso episcopale, corrispondenti a muri e pavimenti di un ambiente rettangolare che poteva essere la navata principale della basilica.
La parte più affascinante che puoi vedere è un pavimento a mosaico che sembra risalga a tre diversi periodi di costruzione tra il IV e il VII secolo. Inoltre, dagli scavi è rinvenuta alla luce una vasca rettangolare, forse una cisterna d'acqua di epoca paleocristiana che con ogni probabilità veniva utilizzata come vasca battesimale cristiana.
Nel Museo Visigoto di San Vicente, situato nell'angolo sud-ovest della Sala di Preghiera, si trova un frammento del “Sarcofago Paleocristiano” che sorreggeva una delle colonne della primitiva moschea.
Cosa induce principalmente il turista a visitare la Mezquita di Córdoba? La parte indubbiamente più affascinante è la Sala della Preghiera, un grande spazio formato da varie navate composte da 856 colonne sormontate da capitelli che sorreggono archi a ferro di cavallo bicolori in stile moresco.
La sala della preghiera si divide in cinque parti che si differenziano tra loro per i materiali impiegati nei lavori di ampliamento che la moschea subì nel corso dei secoli.
Quando i musulmani nel 756 occuparono Córdoba, l’edificio di culto venne inizialmente utilizzato sia dai mussulmani che dai cristiani. Fu Abd- al-Rahman I (principe sopravvissuto al massacro della dinastia omayyade di Damasco) che fondò la moschea nel 786 e dopo aver espropriato e demolito la struttura cristiana, intraprese la costruzione della grande moschea di Córdoba.
Inizialmente la moschea era dotata di un patio quadrato (Patio de los Naranjos) circondato da un alto muro di cinta e dalla sala di preghiera, di forma rettangolare, che era composta da undici navate. Le arcate delle navate vennero disposte perpendicolari al muro della qibla, quindi con una disposizione diversa da quella delle mosche omayyade di Damasco dove le navate corrono parallele al muro. Vennero anche utilizzati materiali romani e visigoti provenienti dalle costruzioni precedenti.
Un’altra particolarità della moschea costruita da Abd- al-Rahman I fu la sua fedeltà alla sua terra d'origine. Nelle moschee di Damasco si prega guardando verso sud in direzione della Mecca. Ma non è così nella moschea di Córdoba perché il mihrab non è orientato verso la Mecca, ma verso Damasco.
Durante il regno di Abd- al-Rahman II, la moschea, tra l’833 e l’855, venne ampliata a sud con otto nuove navate. Per questo vennero aggiunte alla sala di preghiera un totale di 80 colonne, disposte su dieci file di otto fusti ciascuna. Fu necessario perché la crescita demografica della città stava divenendo rapida e significativa. Con questo ampliamento il muro della qiblah e del mihrab venne spostato di 8 sezioni a sud e vennero mantenute le chiavi architettoniche della moschea con archi sempre contraddistinti dalla dualità cromatica tra mattone e pietra. Oltre ai lavori svolti nell'haram in quel periodo vennero anche costruite due alte gallerie destinate alla preghiera delle donne.
La decorazione di questa estensione risulta più raffinata rispetto alla prima, grazie ad abili artigiani bizantini esperti in mosaico e ai materiali pregiati che vennero utilizzati.
L’ attività edilizia di Abd- al-Rahman III si concentrò soprattutto sull’edificazione della Medina Azahara ma anche nella Mezquita di Córdoba fece dei lavori. Ampliò il patio verso nord e demolì nel 951 il minareto originale della moschea (costruito da Hisham I) sostituendolo con uno nuovo che oggi è il campanile della cattedrale.
Fu Alhakén II che, tra il 962 ed il 966, realizzò l'ampliamento più bello e ricco. Venne demolito il muro della qibla di Abd al-Rahman II e la moschea venne ampliata con altre dodici campate in direzione sud.
Per migliorare l'illuminazione vennero realizzati quattro lucernari con bellissime cupole posizionate strategicamente nella navata che conduce al mirhab. La cosa più originale fu la costruzione di piccole finestre coperte da grate con motivi geometrici, la cui luce entrando crea un magnifico effetto reso ancor più affascinante dai mosaici basati su tessere di oro zecchino in cui predominano l'oro e il blu lapislazzuli.
L'ultimo ampliamento venne realizzato da Almanzor alla fine del 987. In questi lavori vennero utilizzati materiali di qualità peggiore rispetto agli ampliamenti precedenti, poiché la caduta del califfato era imminente. Almanzor costruisce altre otto navate alla moschea, in direzione est. Con questa aggiunta, la moschea di Córdoba divenne la più grande del mondo al di fuori dell'Iraq abbaside.
L'elemento più eccezionale della moschea, oltre alle splendide arcate, è il Mihrab, ovvero la nicchia situata nella Qibla che rappresenta lo spazio più intimo della moschea. Il mihrab della Mezquita di Córdoba è una piccola stanza ottagonale, orientata verso Damasco, coperta da una cupola smerlata ed è decorato con iscrizioni del Corano e motivi vegetali. Spicca un solenne arco a ferro di cavallo presentato con decorazione vegetale e simmetrica.
Il mihrab è preceduto dalla “maqsura”, un vestibolo a forma di cupola che rappresenta un luogo riservato e protetto, riccamente decorato e destinato a fornire sicurezza all'imam che guida la preghiera. Sono sicura che la perfetta composizione del mosaico bizantino che lo decora riuscirà ad abbagliarti.
Due sono le porte decorate con mosaici ai lati del mihrab, che servivano da accesso ad entrambe le enclavi. La porta di destra era all’altezza dell’attuale Porta San Miguel e permetteva l’accesso privato del califfo all'alcazar, mentre la porta di sinistra dava accesso al tesoro della moschea, dove era conservato l'importante Corano di Córdoba.
Nel 1236, con la riconquista della città da parte dei Re Cattolici, la Mezquita di Córdoba venne consacrata come cattedrale cristiana. Si iniziarono così alcune modifiche all'interno della moschea quali: la costruzione di cappelle e nel 1523, ai tempi di Carlo V, l'edificazione di una grande cattedrale con pianta a croce latina, volte gotiche, elementi proto-barocchi e una cupola in stile rinascimentale. La curiosità è che Carlo V non apprezzò affatto le modifiche affermando che erano riusciti a rovinare una grande opera d’arte.
Nei secoli la moschea-cattedrale ha visto anche la realizzazione di piccole cappelle laterali e della Cappella Reale per ospitare le tombe dei sovrani spagnoli. Gli spazi più importanti di quest’area cristiana?
La Cappella Reale è una delle cappelle della Mezquita di Córdoba che più attirerà la tua attenzione perché è uno dei migliori esempi di arte mudéjar. Elementi calligrafici, motivi geometrici e merletti decorano la cappella insieme alla decorazione ornamentale in gesso tipica dell'architettura islamica. Lo spazio è coperto da una cupola, risultato del gioco e della combinazione di otto archi.
Fu Alfonso XI che nel 1371 terminò la sua costruzione, iniziata nel 1312, per ospitare le spoglie sue e del padre Ferdinando IV. La sua pianta quadrangolare si sviluppa verticalmente sopra le arcate della moschea di Alhaken II e il livello del suolo si eleva di diversi metri sopra il pavimento della cattedrale, ospitando nelle sue pareti interrate la cripta con le sepolture. I corpi dei monarchi rimasero nella Cappella Reale fino al XVIII secolo, poi vennero trasferiti nella Collegiata Reale di San Hipólito. La parte inferiore della cappella venne quindi adibita per lungo tempo a sacrestia della Cappella di Villaviciosa.
Oggi non è visitabile, poiché le porte che davano accesso alle scale per entrare nella parte superiore vennero chiuse, ma dal basso puoi avere una vista impressionante di quella che è una delle cappelle più belle della Mezquita di Córdoba.
Fu la cappella primaria e venne costruita sotto il regno di Alhaken II. La Cappella Villaviciosa fu, dopo l'invasione dei Re Cattolici, la prima grande alterazione cristiana della moschea islamica e il luogo dove si adempirono tutti gli obblighi e le devozioni fino al 1607, quando furono tutti trasferiti nella nuova Cappella Maggiore. Venne trasformata alla fine del XV secolo, diventando una navata con archi a sesto acuto in pietra e modanature gotiche, con tetto a due falde e archi semicircolari.
La semplice pianta rettangolare della cappella contrasta con la ricchezza architettonica che i suoi diversi cicli hanno lasciato in eredità. Lo spazio della cappella è abbellito da pilastri che sorreggono archi trasversali a sesto acuto combinato con il soffitto a cassettoni, unico esempio a Córdoba in cui è stata utilizzata una copertura in legno su archi diaframmi. Gli archi che sorreggono il lucernario di Al-hakam II sono riccamente decorati con ataurique. La volta che copre la cappella si eleva su pianta rettangolare dove un quadrato al centro dà origine ad un ottagono mediante un recinto di figure triangolari.
La Cappella Mayor è la cappella principale della cattedrale e venne costruita tra il 1523 e il 1607 nel cuore dell'antica moschea, occupando parte degli spazi corrispondenti alle espansioni di Alhaken II e Almanzor. Quello che si voleva realizzare era un recinto al centro dell’edificio che unisse una cappella principale con un transetto e un coro la cui bellezza avrebbe superato tutte le altre precedenti costruzioni.
Splendido è la parola giusta per definire questo grande spazio rettangolare dove le navate califfali vennero riutilizzate, incorporandole come navate laterali con le diverse sezioni coperte da volte gotiche a costoloni.
Quello che vedi è una cappella rettangolare a tre navate, di cui quella centrale più alta e più larga delle laterali. Lo spazio è completato da un transetto preceduto da una navata trasversale ai piedi e da un'altra alla testata. La navata centrale presenta all'inizio archi laterali a sesto acuto e incorniciati da un alfiz. Le navate laterali sono coperte da volte a vela e sono scandite da gruppi di tre archi provenienti dalla vecchia moschea, smontati e adattati alla nuova opera.
La pala dell'altare maggiore è un'imponente opera realizzata tra il 1618 e il 1628 con marmo rosso di Cabra e possiede pulpiti su entrambi i lati dell'arco principale in marmo e mogano. Il Coro è una splendida opera rettangolare rivestita da una volta a botte e gli stalli sono senza dubbio uno dei capolavori di questa cattedrale, non solo per la ricchezza del materiale utilizzato, ma anche per l'unicità della sua lavorazione.
Posta nell'angolo sud-est della mosche-cattedrale, occupava le prime tre navate dell'espansione Almanzor. Dire che questo spazio mi ha lasciato senza parole è riduttivo e sono convinta che la Cappella del Tabernacolo è uno dei gioielli artistici più belli della Mezquita di Córdoba. Venne fondata come cappella di Santiago nel 1330, poi trasformata in biblioteca capitolare nel 1517 e nel 1578 venne ricostruita come la nuova Cappella del Tabernacolo. I lavori di ricostruzione interessarono la sala del tabernacolo, l'altare maggiore e il portale.
Attraversando un arco circolare ti immetti nella sua pianta rettangolare composta da tre navate con quattro sezioni, coperte da una volta gotica a costoloni che mantiene gran parte della struttura del periodo di Almanzor, come i doppi archi e le colonne. Una recinzione in ferro policromo separa la cappella dal resto della struttura e nella navata centrale trovi l'elemento che dà significato alla cappella, poiché lì è custodito il tabernacolo, simbolo della fede cristiana.
Perché la ritengo un vero e proprio gioiello? L'intera superficie della cappella, dalle pareti alle colonne, agli archi e alla volta è ricoperta da pitture murali a olio realizzate a partire dal 1583 da Cesare Arbasia. Il programma iconografico di questa cappella occupa un posto di rilievo con i martiri di Cordoba, disposti in ordine cronologico.
Inizialmente costruito come minareto, il più grande di tutto l’occidente islamico, è oggi la Torre campanaria della Mezquita di Córdoba. Della sua originaria costruzione del VIII secolo poi ampliata nel X secolo da Abd al-Rahman III, rimane solo la prima parte del corpo, mentre tutto il resto venne convertito in campanile nel 1589 coprendolo con elementi di arte barocca e completandolo con il corpo delle campane aperto sui quattro lati da archi semicircolari. Da allora la torre rimase con la fisionomia che oggi puoi vedere ma ospita al suo interno vestigia del minareto musulmano, quali parte degli archi che un tempo erano alcune delle finestre che aveva.
Si intervenne con lavori tra il 1593 e il 1755 perché alcuni temporali e il terremoto di Lisbona avevano prodotto danni ad alcuni archi e al corpo campanario.
Attaccato al muro nord del patio aveva due ingressi indipendenti, uno dal lato della strada e un altro dall'interno del patio, con scale indipendenti che si sviluppavano attorno ad un pilastro centrale e conducevano alle terrazze. Oggi sull’ultima terrazza trovi le 12 campane e la cupola dove è ospitata la stuta dell’Arcangelo San Raffaele.
Sai che con i suoi 54 metri è la struttura più alta della città?
La parte settentrionale della Mezquita di Córdoba è occupata dal Patio de los Naranjos, uno spazio aperto fiancheggiato da gallerie e portici che veniva utilizzato come luogo delle abluzioni dei fedeli ai tempi dei mussulmani ma anche come area in cui avvenivano lezioni e discussioni amministrative. Le sue origini risalgono al VIII secolo quando iniziò la costruzione dell'imponente moschea di Córdoba, che, insieme all'Alhambra di Granada, è il monumento più importante dell’arte arabo-andalusa. Nella cultura araba moschea e patio sono due elementi indivisibili e lo spazio aperto da vita alla parte interna della moschea, infondendola di luce.
Il suo nome “Patio degli aranci” deriva dai 98 alberi di aranci piantati nel XVI secolo ed è diviso in tre parti da ampi viali ciascuno dei quali ospita una fontana nel mezzo. Trovi anche una vasca rialzata da terra chiamata fontana di Santa María e all'estremità opposta, nella zona più vicina alla facciata della moschea, un'altra fontana chiamata della Cannella. Entrambe vennero realizzate in epoca cristiana e si trovano al di fuori del disegno primitivo del patio.
Come ogni grande cattedrale che si rispetti, anche la Mezquita di Córdoba contiene, oltre alle splendide e varie architetture che narrano la sua storia nel corso dei secoli, anche importanti opere d’arte, tra dipinti, statue e pezzi d'argento e d'avorio risalenti al periodo dal XV al XX secolo. Eccone alcune che incontrerai durante la tua visita:
Nella cappella di San Bartolomé riposano i resti di importanti scrittori, come Luis de Góngora, Inca Garcilaso de la Vega e Pablo Céspedes.
La leggenda vuole che un prigioniero cristiano venne catturato e legato fino alla sua morte nelle colonne della Mezquita di Córdoba. L’uomo graffiò con i chiodi il marmo duro di una colonna disegnandovi sopra una croce. È ancora possibile vedere la colonna all’interno della moschea di Córdoba e la croce che è incisa su di essa.
C’era un passaggio nella moschea di Córdoba che collegava il recinto con la fortezza degli Omayyadi. Lo avevano costruito in modo che il califfo potesse passare inosservato, ma nel XVII secolo lo demolirono. Hanno tracciato dei segni sul terreno per trovare la sua posizione precisa.
Cè qualcosa della moschea di Córdoba ad Hiroshima: dopo la distruzione di Hiroshima, durante la Seconda Guerra Mondiale, un monaco giapponese portò dei semi d'arancia della moschea per creare un giardino dedicato alle vittime della catastrofe.
Una tradizione circa la moschea di Córdoba narra che le donne single che vogliono trovare un partner devono bere l’acqua dalla Fontana di Santa María nel Patio de los Naranjos.
Il modo migliore per avere i biglietti per la visita della Mezquita di Córdoba è quello di acquistarli online. In questo modo eviti, soprattutto durante i periodi di alta affluenza, le lunghe file per possono crearsi alla biglietteria all'interno del Patio de los Naranjos.
Ricorda che puoi anche prenotare una visita alla Mezquita di notte, per godere ancora di più della magia del posto.
Quanto tempo dedicare alla grande moschea? Ti consiglio almeno 4 ore del tuo tempo per godere appieno di quello che questa storica struttura ti può offrire. Se ti è possibile, scegli orari in prima mattinata o in tarda serata, perché la marea di gente che si riversa all’interno della cattedrale può chiaramente disturbarti mentre scopri l’architettura e la storia di questo importante monumento.
Il centro storico di Córdoba non ha una grande estensione e puoi tranquillamente raggiungere ogni importante monumento a piedi. La Mezquita di Córdoba si trova in Calle Cardenal Herrero a pochi passi dal Ponte Romano e dall’Alcazar de los Reyes Cristianos.
I viaggiatori si arrestano stupiti in mezzo alla foresta di colonne [della grande Moschea] che si prolungano da ogni lato in distese che sembrano senza fine. I porfidi, il diaspro, i marmi sono ancora al loro posto; gli splendidi mosaici di vetro, i cui artefici vennero da Bisanzio, ancora scintillano come gioielli sulle pareti; le audaci architetture del santuario, con i loro fantastici archi incrociati, non hanno perso nulla della loro imponenza; il cortile è sempre ombreggiato di piante d'arancio che proseguono la distesa delle colonne. Davanti alla bellezza della grande Moschea, il pensiero si svolge ai giorni passati: ai giorni dello splendore di Cordova, ai giorni gloriosi del gran Califfo, che non torneranno più!
(Stanley Lane-Poole)
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