Sono molti gli italiani che hanno deciso di espatriare in terra africana; ovunque nel web si leggono storie di persone che raccontano come si vive in Africa.
E sono molti anche i commenti di persone insoddisfatte della propria vita e della propria condizione e che sognano o si apprestano a lasciare l’Italia verso i Paesi africani, tra cui Zanzibar.
Sento già la tua voce che dice: “Io sono molto adattabile!” Non pensare che ti basti un mese di vacanza tra panorami tropicali, per capire come si vive in Africa! La tua visione potrebbe essere precocemente sbagliata.
Conoscere le esperienze di vita di chi vive sul territorio è importantissimo, per capire meglio il Paese e la cultura che devi affrontare in caso di trasferimento. Le esperienze altrui e la capacità di essersi integrati in una comunità straniera, può essere una marcia in più per partire con il piede giusto in un progetto sconosciuto. Solo chi vive da tempo in Africa, può darti le giuste indicazioni!
In quest’ultimo periodo vissuto a Zanzibar, ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere un personaggio che coglie tutto il mio rispetto; Enzo Santambrogio, un artista eclettico che ha deciso di trascorrere la sua vita in quest’isola della Tanzania affacciata sull’Oceano Indiano.
Proprio per questo, ho chiesto a Enzo di rispondere a qualche domanda, per poterti dare un’idea di come si vive in Africa e come è meglio muoversi.
Chi meglio di un famoso italiano residente da anni in questo continente potrebbe chiarirti lo stile di vita a Zanzibar?
Avevo già avuto modo di leggere qualche suo scritto da “Lettere da Zanzibar” che periodicamente invia ad una testata giornalistica della Brianza, e mi aveva colpito, sia per la fantasia delle parole, sia per la spontaneità con cui le stesse venivano usate.
Solo dopo averlo conosciuto, ho scoperto che avevo davanti un artista di grosso calibro, che aveva fatto e che fa opere riconosciute e affermate in tutto il mondo.
Devo ammettere che di fronte a ciò, mi sono sentita davvero piccola e da subito sono balenate nella mia mente molte domande: perché un artista di grande fama sceglie di trasferirsi a Zanzibar? Qual è la sua visione di questo grande Continente? Dal suo punto di vista, come si vive in Africa?
Nato a Erba, in provincia di Como, proviene da una generazione di fabbri ed artigiani della Valassina ed è un artista che spazia dalla scultura, alla fotografia ed alla scrittura.
Eclettico e versatile, realizza sculture celebrative per istituzioni pubbliche e private.
Alcuni di questi capolavori?
1 ) Ha realizzato la statua "Cristo del Lario".
2 ) Ha partecipato alla mostra collettiva "I Taglieri del 900".
3 ) Ha realizzato il monumento "Anima Celtica".
4 ) Ha realizzato la scultura in ferro per l'interno della "Ex Casa del Fascio" di Giuseppe Terragni a Como.
5 ) Ha collaborato con l'ingeniere Attilio Terragni, realizzando il modello in metallo del progetto della piazza di Beirut in Libano.
6 ) È diventato fotoreporter viaggiando nel mondo.
7 ) Ha scritto e scrive libri quali “Remember. Ticosa Como”.
8 ) Ha illustrato “One for the road”, romanzo dello scrittore Massimo Baraldi con prefazione di Jack Hirschman.
Insomma, un artista conosciuto che da molti anni si diletta su ogni angolo culturale ed artistico, realizzando importanti e particolari opere d’arte.
Attualmente vive a Stone Town, nell’isola di Zanzibar, dove l’ho conosciuto.
Se mi segui da tempo sai che amo quest’isola; del resto l’ho scelta per passarci la maggior parte del tempo dei miei ultimi 5 anni. La semplicità, la strepitosa natura ed i colori di Zanzibar mi hanno conquistato, come hanno conquistato tanti altri.
La maggior parte degli italiani espatriati in Africa, hanno fatto questa scelta per crearsi un futuro, considerando che oggi aprire un’attività in Italia, comporta numerosi ed onerosi obblighi che spesso non si traducono in ricavo.
Tante sono le persone che mi scrivono dicendomi che durante una vacanza si sono innamorate di Zanzibar e progettano un trasferimento.
C’è chi mi chiede dove trovare un lavoro, o che tipo di connessione wi-fi c’è sull’isola per poter continuare il lavoro da nomade digitale, chi mi domanda che tipo di attività potrebbe essere positivamente aperta a Zanzibar, chi mi chiede i costi delle case perché sogna di vivere al caldo senza lo stress europeo o i costi dei visti di residenza e come ottenerli.
A tutti rispondo che prima di intraprendere un qualunque progetto, la cosa migliore da fare è quella di prendersi una lunga vacanza e stare sul territorio per parecchio tempo, in modo da capire se quello stile di vita e quella cultura potrebbero essere adatte, perché riuscire ad integrarsi è indispensabile.
Ricordati sempre che l’Africa non è l’Europa a cui sei abituato; è molto diversa, con i pro ed i contro.
Quindi ho pensato che poteva essere interessante carpire il punto di vista di un grande artista italiano che aveva già il mondo ai suoi piedi e che ha lasciato l’Italia per Zanzibar.
Ciao Enzo, innanzitutto ti ringrazio per aver trovato il tempo per rispondere alle mie 6 domande sul “Come si vive in Africa”, dandomi in questo modo la possibilità di aumentare una serie di informazioni per chi sta progettando un trasferimento sia di vita che di lavoro in quest’isola della Tanzania.
Credo che più che un fermarmi, sia stata quella che io ho chiamato “Fuga dell'anima”.
A Zanzibar ci sono capitato per caso dopo innumerevoli viaggi; l’isola mi è piaciuta anche se credo che al di là della natura o del mare si sceglie un posto perché alla fine si sta bene con se stessi.
L'Europa è calcolatrice, si esce alla mattina con in mente il piano del giorno ben definito, mentre l'Africa vive più alla giornata. Spesso faccio dei programmi, ma immancabilmente vengono stravolti nel corso della giornata.
L'Africa non pianifica, improvvisa!
Anni fa mi dissero che se avevo un problema non dovevo preoccuparmi, perché c'è sempre il “miracolo zanzibarino”. Chiesi di cosa si trattava e mi dissero che quando qualche cosa va male, alla fine per il rotto della cuffia si risolve sempre, in extremis, quasi per magia. Devo dire che nel corso degli anni trascorsi qua posso ammettere che molto spesso è vero; magia? Fortuna? Chi lo sa, succede e basta.
A Zanzibar, ho “ufficialmente” due società che operano una nel campo del caffè, fornendo agli hotel di tutta l'isola (e anche a Dar Er Salaam) macchine per espresso e caffè, mentre l'altra ha il marchio “Zanzibar Aqua” che produce il profumo ufficiale di Zanzibar oltre ad altri prodotti naturali che vengono usati negli hotels e nelle boutique.
Zanzibar è un’isola tranquilla; chi viene in vacanza non corre pericoli, ma bisogna stare attenti alle truffe e per farlo, bisogna semplicemente muoversi per le vie ufficiali, evitando di ascoltare l'amico di turno, che ha un amico, che conosce un tale. Come in tutto il mondo carta canta e qua non c'è differenza.
Sono passati molti anni da quando me ne sono andato, molti che conoscevo non ci sono più e i giovani non sanno nemmeno chi sono, quando torno a casa mia, mi sento un po estraneo.
Mi mancano gli amici, mi manca la mia famiglia, e qualche volta pure il mio paesino, ma credo che alla fine doveva andare così.
Io dico sempre che “l'Africa è per molti, ma non per tutti”; cioè, se sei un disperato in Italia non venire a Zanzibar, perché anche se è un posto turistico, è pur sempre Africa e spesso molti problemi che in Italia sono semplici da risolvere qua possono essere complicati.
Al contrario ben venga la gente seria, chi ha voglia di fare, chi sa come comportarsi e che ama le diverse culture.
Io, da tutte le esperienze fatte, ho ricavato un libro che racconta Zanzibar; lo consiglio e non per convenienza personale, ma per evitare poi di vedervi piangere e dovervi dire “io te lo avevo detto! “.
Ho avuto modo di leggere parte del libro scritto da Enzo, costituito da varie pillole di saggezza, dove viene raccontata e sottolineata (spesso in modo molto ironico) la dolce o dura realtà che caratterizza il trascorrere della vita a Zanzibar.
Un piccolo “spuntino” delle verità di quest'isola, tratto da “Lettere da Zanzibar”, riguarda una cosa che mi sta molto a cuore… i bambini di Zanzibar e l’errato (anche se inconsapevolmente) comportamento che i turisti hanno verso di loro.
(cito da ©Lettere da Zanzibar)
“Cammini sulla spiaggia, solo o con la tua bella, ad un certo punto una nuvola di bambinetti sporchi e lerci come appena usciti da una zona di guerra, con addosso magliette stracciate e pantaloni con buchi più grossi di un debito pubblico di un paese del terzo mondo, ti accerchiano.
Carini e bellini con quelle belle faccine quasi sempre belle pienotte, di solito la più grande tiene in mano un bimbetto di pochi anni che da solo fa fatica a deambulare e che quasi sicuramente vi metterà in braccio. Il ritratto della tenerezza fatto persona, esattamente quello che il “mzungu” vuole vedere o si aspetta dell’Africa; bambini poveri da aiutare assolutamente.
In coro iniziano a gridare “Nipe Pesa, Nipe Pesa”, tradotto dal swahili ”dammi i soldi ” e tutti lì con le mani tese a sperare che il bianco sganci qualche soldo. I malefici nani che sono addestrati a dovere, mica le prendono le monete da uno o due euro o dollari che siano, lo sanno benissimo che mica ci fanno nulla con quei soldi (le banche non cambiano la moneta) bensì pretendono la carta moneta preferibilmente dollari o euro, quelli sì che vanno bene! Infatti tornare a casa con delle monete vuole dire prendersi una bella raffica di ceffoni dai genitori.
Il turista, preso dal magone, o perché ha un figlio piccolo o una nipotina di quell'età, si sente in dovere, e fiero del proprio obolo dato a chi ha fame, si sente orgoglioso di avere aiutato chi ha bisogno.
SKREEEKKKKK....... STOP! SBAGLIATOOOOOO...!
Infatti voi in realtà avete aiutato quei bambini a rimanere nella merda!
Mi chiederete: “Ma perché?” ed io: “Perché sì!”, ed ora ve lo spiego:..."
Ringrazio Enzo Santambrogio per la sua collaborazione, e ti invito a riflettere ma soprattutto a programmare nel dettaglio la realizzazione del tuo sogno di trasferirti a Zanzibar.
Come si vive in Africa è un qualcosa che si apprende solo con il tempo ascoltando le varie avventure di chi ha fatto questa scelta prima di te, immergendoti tra la popolazione per decifrarne bene ogni particolare che non è parte della tua consueta abitudine.
Solo in questo modo, nel caso tu decida di avventurarti nel continente africano, avrai la possibilità di realizzarti in una terra così diversa dalla tua, ma che con i vari consigli, non ti sembrerà tanto estranea e potrà regalarti infiniti momenti positivi e di felicità.
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