Un mito tra i film d’autore? Chi non conosce “Il Gattopardo” di Luchino Visconti! Ma sai dove è stato girato? In parte a Palermo ma alcune scene si sono svolte a Ciminna, un borgo collinare che tuttavia ha molto altro da offrire al turista, non solo la fama giunta dalle riprese di questo bellissimo film italiano.
Il paese, un antico agglomerato agreste posto su una conca, si erge a 530 metri ed è sinonimo di attività vinicole e olearie, ma anche di prodotti artigianali. Distese di ulivi si susseguono sulle colline che assieme alle riserve naturali ti donano un panorama incantevole.
Nel 1963 Luchino Visconti si infatuò di questi panorami e li scelse per ambientarci parte del suo famosissimo film che vinse la Palma d’Oro. Le scene a “Donnafugata” (il nome che nel film viene dato al paesello) sono state girate proprio a Ciminna, tra la piazza principale e la chiesa Madre.
Fermandoti ad ammirare le colline che circondano Ciminna, si capisce perché il regista si innamorò di questo luogo; un territorio collinare e montuoso (il Monte Pizzo che raggiunge gli 805 metri e le Serre di Ciminna che raggiungono i 777 metri) la cui formazione è contraddistinta da una elevata presenza di argille, sabbie colorate, zolfo e grotte naturali. A questi si aggiunge il particolare Monte Rotondo, posto a sud-est del paese, che maestoso con la sua forma arrotondata, veglia su tutto l’agglomerato.
Ti porto a scoprire cosa ha da regalarti la località di Ciminna, nell’entroterra siciliano…
Nel corso dei secoli il paese di Ciminna subì numerosi e diversi insediamenti umani: arabi, punici e romani. Il suo stesso originario nome, “Soemina“, deriva da una dominazione araba. La sua origine antica è testimoniata anche dai reperti archeologici ritrovati che risalgono all’epoca romana e si possono ancora vedere i resti della dominazione normanna del medioevo ai piedi del castello, il luogo dove si trovava l’antico borgo.
Il nome “Ciminna” comparve in documenti scritti in greco nel 1098, nel 1123 e nel 1176. Si riferivano ad un centro abitato, ampliatosi sotto Federico II, che nel 1490 era per buona parte diroccato per via di numerose frane. Fu così che tra il 1400 e il 1600 vennero costruite numerose chiese le quali ospitavano notevoli opere d’arte. La borghesia vi abitava, circondandosi di sfarzo e, a causa di questo, il paese venne soprannominato “Palermu lu nicu” (la piccola Palermo). I borghesi commercianti rilanciarono Ciminna che crebbe coniugando l’attività vinicola e olearia con l’esportazione di preziosi manufatti.
Ciminna venne ambita dalle più importanti famiglie feudali: nel XVI secolo divenne ducato sotto il feudo dei Ventimiglia di Geraci a cui segui nel 1619 il feudo dei Grifeo principi di Partanna, famiglia che qui si stabilì. La popolazione di Ciminna partecipò ai moti del risorgimento e antiborbonici del 1800, ma nel 1900 il paese cominciò a spopolarsi, nonostante fosse sede della Pretura, del Carcere, dell’Ufficio imposte e dell’Ufficio registro.
Oggi Ciminna è conosciuta non solo per gli spettacolari panorami sulle colline che la circondano ma anche per la succulenta uva “ciminnita“, una varietà a bacca bianca caratterizzata da un grappolo che matura molto tardi (verso la fine di Ottobre).
Il centro storico di Ciminna racchiude, nonostante la sua piccola estensione, numerosissime chiese, alcune inglobate negli antichi edifici medievali che affacciano su piccole e strette vie. Quali ti consiglio di visitare?
Chiamata anche “La Matrice” è la chiesa principale e sorge nella parte superiore del paese, poco distante dall’antico castello. Una croce di ferro e le statue di S. Simone e S. Vito abbelliscono la sua facciata. Dedicata a Santa Maria Maddalena è un piccolo gioiello che costudisce bellissimi stucchi nell’altare maggiore e le statue degli apostoli con Maria Maddalena, opera dei fratelli Francesco e Paolo Livolsi da Tusa.
Venne edificata nel medioevo e restaurata nel corso del XVII secolo. Da qui si capisce l’insieme di alcuni stili diversi che la caratterizzano: un rosone gotico sulla facciata esterna e un portale che riporta allo stile spagnolo. L’interno è diviso in 3 navate con colonne in muratura che sorreggono la volta di legno rabescata.
Anche se non si conosce la datazione effettiva, sembra sia stata edificata intorno ai primi anni del 1200 dato che già nel 1230 esisteva. La chiesa originale venne in parte distrutta e riedificata nel 1500 diversificandola in alcune parti: la chiesa originale era più piccola ed esposta in modo diverso da quella che oggi puoi notare.
Proprio in questa chiesa e nelle aree adiacenti, Luchino Visconti girò alcune scene del “Il Gattopardo”.
Piazza Matrice – Ciminna
Innanzitutto, devi sapere che San Vito è il patrono di Ciminna e quindi uno degli edifici religiosi non poteva che essere intitolato a lui. La chiesa è posta al di fuori del centro storico sopra un colle. La data in cui venne fondata è sconosciuta ma già dal 1610 qui viveva una confraternita. L’edificio mostra già dall’esterno la sua antichità; mai restaurato, noti immediatamente dal suo piazzale le mura originali, il piccolo campanile e il panorama che regala su tutto l’abitato di Ciminna.
Sai che questa chiesa venne utilizzata per girare una scena nel film Baarìa, di Giuseppe Tornatore?
Via S. Vito, 33 – Ciminna
Dopo la Chiesa Parrocchiale di S. Maria Maddalena è l’edificio religioso più prestigioso di Ciminna. Il suo prospetto possiede 3 ingressi e all’interno, composto da 3 navate divise da 2 ordini di 5 colonne, è costudita la sacra immagine del SS. Crocifisso. Nel corso dei secoli venne arricchita anche da decorazioni in stucco, bellissimi dipinti e arredi sacri tra cui: una cappella ricamata in oro, una grande sfera d’argento, 2 lampadari d’argento della metà del 1600, una croce d’argento con l’anima di legno, una casupola in seta ricamata d’oro e altro.
Via Santa Croce, 29 - Ciminna
Questa è un altro edificio religioso di una certa importanza; la chiesa già esisteva nei primi anni del 1500 ma venne ampliata dai frati minori conventuali che la ricevettero in eredità. Essi costruirono inizialmente la navata centrale e fecero un dormitorio adiacente con 9 camere. Tuttavia la forma, le cappelle laterali e la volta che oggi caratterizzano la chiesa, vennero create grazie ad alcuni benefattori e alle elemosine dei fedeli nella prima metà del 1600. L’abbellimento di stucco che vedrai all’interno invece, risale al 1802.
Via Roma, 5 - Ciminna
Venne inaugurato nel 1991 e contiene, diviso per 3 sezioni, un reparto etnografico ospitante attrezzi degli agricoltori, dei pastori e degli artigiani di Ciminna agli inizi del 1900; un reparto di arti figurative, con vari paramenti religiosi ed arredi sacri; un reparto archeologico contenente monete puniche (400-280 a.C.), romane (dal 300 a.C. al 380 d.C.), sigilli bizantini (450-600 d.C.), ceramiche sicule, puniche e romane e vari reperti di età araba e normanna.
Via Roma 90, Ciminna
Se durante il tuo percorso alla scoperta di Ciminna vuoi includere anche altri edifici religiosi, sappi che trovi:
È una delle più antiche, esisteva già nel XV secolo, anche se è impossibile darle una corretta datazione.
Venne inizialmente dedicata a San Leonardo ma non si conosce la data della sua costruzione. Quello che si sa è che nei primi anni del 1600 venne edificato il convento annesso dai Padri dell’ordine dei Minimi di San Francesco di Paola ai quali venne offerta anche la chiesa. All’interno puoi notare alcune pitture che narrano la vita del santo realizzate nel 1890.
Sai che esisteva già nel XV secolo? Nel 1733 vi si costruì il collegio di Maria, nel 1779 venne decorata con stucchi e nei primi anni del 1900 venne abbellita con dipinti.
Il nome deriva dal quartiere dove è posta e risale al XVI secolo. 2 sono le navate laterali che ospitano: un crocifisso in legno del XVI secolo e dipinti del XVII secolo.
La confraternita dei Carmelitani costruì, tra il 1602 e il 1603, un convento accanto alla chiesa che durò per circa 60 anni. Fu nel 1728 che una duchessa di Ciminna fondò, per un breve tempo, un reclusorio di donne che dovevano adorare Dio, e successivamente la principessa Grifeo donò moneta per ristrutturare la chiesa e portarla alla forma che oggi puoi notare.
Grazie alle donazioni di alcuni benefattori, nel 1510 venne fondato il convento del SS. Salvatore annesso alla chiesa già preesistente. All’interno sono oggi ospitati: un crocefisso in legno del XV secolo, una custodia in marmo del Gagini datata XVI secolo, una Madonna di Loreto sempre del Gagini e una Madonna del Rosario in legno dipinto del 1771.
Venne ristrutturata nel 1894 ma esisteva già nel XVI secolo. Inizialmente l’edificio, intorno al XV secolo, fu la Sinagoga della comunità ebraica che visse a Ciminna e venne successivamente trasformata nella chiesa dedicata a San Giacomo.
Inizialmente questo edificio di culto, posto accanto alla Torre dell’Orologio, che esisteva già nel 1468 era dedicato a San Pietro; solo successivamente gli si cambiò il nome. All’interno puoi vedere: un polittico olio su tavola e oro, un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino, e altri 2 dipinti che raffigurano San Pietro San Paolo.
Venne ristrutturata nel 1755 e si trova confinante al cimitero e ad un ex convento fondato nel 1588. È uno dei luoghi più importanti, tra crocevia di scambi, di studio e di incontri culturali, che divenne il più ricco e potente convento della provincia dei cappuccini di Palermo e sede nel 1757 della biblioteca provinciale.
Sembra che una volta nel centro storico di Ciminna ci fosse anche un castello; perché dico “sembra”? Perché si racconta che questo edificio venne completamente distrutto nel XIV secolo e quindi non ci sono resti. Ma si parla anche di un altro castello costruito nella cinta urbana che venne ritratto in un’iconografia eseguita tra il 1624 e il 1627. Fabbricato in calce era a pianta rettangolare che si delineava attorno ad un cortile interno.
Va bene gli edifici religiosi che indubbiamente hanno particolarizzato Ciminna e la sua storia, ma cos’altro puoi vedere in questo comune e nei suoi dintorni?
Costituito da 2 cime le cui altezze si aggirano intorno agli 800 metri e attorniato da dirupi a strapiombo, era in passato una zona che aveva, con il suo aspetto impraticabile che scoraggiava gli invasori, una posizione di controllo sulla valle del fiume S. Leonardo.
L’area venne abitata già nei tempi molto antichi; infatti, sul fianco occidentale del Pizzo trovi una grotta dove è stato raccolto materiale ceramico databile principalmente all’età del Rame e alcuni reperti attribuibili all’età del Bronzo. Sai che nelle campagne del Pizzo di Ciminna, durante alcuni scavi sono stati rinvenuti i resti di un santuario dedicato alla dea Demetra e risalente al III secolo a.C.? Questo dimostra la presenza ellenica, ma assieme ai numerosi reperti provenienti da quest’area si è stabilito che già nel V secolo a.C. vi erano alcuni insediamenti Sicani.
Altri reperti ritrovati a ridosso dell’insediamento punico ma in direzione est, dimostrano l’esistenza anche di un sito romano, un villaggio indigeno (intorno al 230/220 a.C.). Dai romani sono infatti state costruite le condotte d’acqua che scendono verso la vallata.
Sulla vetta più alta del Monte Rotondo, il monte con la maestosa forma tonda che si trova a sud-est del paese di Ciminna, rimangono i resti della chiesetta di Santa Barbara. Da questa chiesa godrai del panorama su tutta l’estensione del paese di Ciminna, sulla vallata del fiume Leonardo e uno scorcio di mare che nei giorni limpidi ti permette di intravedere le isole Eolie.
Molte sono le leggende che attribuiscono a questo monte tesori, quali monete d’oro, costuditi da spiriti e nascosti in alcuni anfratti scavati nella roccia; come del resto sembra che alcuni ingressi nella roccia conducano fino al Pizzo tramite percorsi sotterranei.
Sei a pochi km dalla splendida località di Cefalù… perché non visitare anche questo storico e caratteristico borgo marinaro che sono sicura riuscirà ad incantarti? Ti racconto di Cefalù a questo link ⇓
PERCHE’ VISITARE CEFALU’ IN SICILIA: borgo normanno
La località di Ciminna è compresa nell’area della riserva naturale “Serre di Ciminna” che si estende da Pizzo Avvoltoio a Pizzo Serre. Rilievi rocciosi di gesso e argilla con pareti a strapiombo caratterizzano quest’area che si estende per circa 6 km. L’incantevole spettacolo visivo è assicurato dal paesaggio sulle colline delle Serre di Ciminna sovrastate da queste sculture naturali modellate dai fenomeni erosivi e di evaporazione.
Si sono formate principalmente per evaporazione di grandi masse di acqua marina. Sembra che il mare si fosse completamente essiccato determinando la formazione di un bacino che prosciugandosi avrebbero causato la precipitazione dei sali disciolti e determinando la formazione di 2 pacchi di strati di gesso cristallino sovrapposti e separati da uno strato di sabbie marnose.
Numerose sono le grotte che si susseguono tra le rocce evaporitiche: la “Grotta del Teschio” (con un teschio umano incastrato in una fessura) e la “Grotta dell’Acqua Ammucciata” (possiede un piccolo lago posto all’interno) sono le più conosciute ed entrambe si sono formate a causa di fratture dovute a movimenti tettonici e non per origine carsica.
Le Serre di Ciminna sono costituite da un pianoro che degrada verso nord e nord-est ma delimitato da pareti ad ovest e a sud. Sull’altopiano si sono sviluppate alcune particolari forme carsiche e conche chiuse che formerebbero una specie di laghetto, dove l’acqua non scorre ma si incanala nei punti assorbenti immettendosi nelle vie sotterranee.
Chiaramente, con una morfologia e un panorama di questo tipo, vale sicuramente la pena avventurarsi sui percorsi alla scoperta di questo paradiso di natura.
Sulle pareti gessose crescono le tipiche piante rupestri come l’Euforbia Arborea, il Camedrio Femmina e l’Assenzio Aromatico, mentre nella gariga è diffuso il Saracchio, la Ginestra e la Ferula. Tra gli uccelli che sorvolano nel cielo è facile avvistare: il falco, il gheppio, la poiana e i passeri.
Hai deciso di visitare il paese che ospitò il set cinematografico del film “Il Gattopardo”? Si, ma come raggiungere Ciminna?
La località di Ciminna si trova a 42 km da Palermo, 93 km da Agrigento, 205 km da Catania e 221 km da Messina. Non esiste una stazione ferroviaria, quindi, con il treno puoi raggiungere la stazione di Palermo o di Trabia e poi proseguire tramite i bus locali della AST.
In alternativa e più comodamente puoi raggiungere Ciminna con un’auto.
1 ) Da Palermo: percorri la Ss 121.
2 ) Da Catania: entra nella A19, esci al casello di Ponte Cinque Archi e poi immettiti sulla Ss 121.
3 ) Da Messina: entra nella E90, esci a Trabia e percorri la Sp 6.
4 ) Da Agrigento: percorri la Ss 189 fino a Manganaro per poi immetterti nella Ss 121
Ti stuzzica l’idea di trascorrere qualche giorno tra queste meravigliose colline e montagne andando alla scoperta non solo del centro storico di Ciminna ma anche dei suoi percorsi naturalistici? Perfetto, ma un simile itinerario richiede più di una giornata. Quindi, dove alloggiare?
Trovi alcuni alberghi nei paesi limitrofi; io ti consiglio di scegliere la località di Caccamo a circa 9 km da Ciminna (in questo modo potrai visitare anche il suo meraviglioso castello).
Il Duca House e Holiday Prestige
Hotel di ultima generazione posto in centro a Caccamo, a 2 passi dal castello
Posta nel centro storico si tratta di una villetta indipendente dotata di tutto il necessario
Si tratta di un carinissimo appartamento che si trova sempre nel centro storico di Caccamo
Sempre nel centro storico trovi questo carinissimo appartamento a 2 passi dal castello
“Sono almeno venticinque secoli che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche ed eterogenee civiltà. Tutte venute da fuori, nessuna fatta da noi, nessuna che sia germogliata qui.”
(da “Il Gattopardo”)
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