A mio parere Ayutthaya (in thailandese Phra Nakhon Si Ayutthaya) è uno dei più bei gioielli della Thailandia. Fu capitale dell’omonimo regno tra il 1351 e il 1767 e sembra che a quel tempo la città fosse impreziosita da 600 meravigliosi templi. Sarà che amo le rovine antiche, sarà che questi templi riescono a creare un’atmosfera particolare, sarà che Ayutthaya, antica capitale del Regno del Siam dal XIV al XVIII secolo, ha un passato glorioso e durante la sua maestosa epoca ospitava un numero infinito di templi splendidamente decorati, ma è indubbiamente un luogo da visitare durante il tuo viaggio a Bangkok.
Ayutthaya evoca le testimonianze di una religione millenaria e ti porta a conoscere l'antico Regno del Siam che, prima dell’invasione birmana del 1767 che la distrusse, era una delle più grandi e ricche città dell'oriente caratterizzata da intensi rapporti commerciali con le principali potenze economiche di quell’epoca.
Strategicamente eretta su un'isola circondata da tre fiumi che collegavano la città al mare, divenne un importante punto di collegamento tra Oriente e Occidente, dalla corte francese a quella indiana, giapponese e cinese.
Oggi, a testimonianza dello splendore che Ayutthaya conobbe, restano molti templi che, se pur in parte rovinati dall’invasione birmana, sono lo specchio di quello che Ayutthaya ha rappresentato e portano alla luce alcune delle più importanti rovine buddiste e induiste del Paese. Visitare il sito archeologico compreso tra i fiumi Chao Phraya, Pa Sak e Lopburi, è assolutamente da fare considerando anche che questa area, nel 1991, è stata inserita fra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Ti porto a conoscere Ayutthaya, l’antica capitale del Siam…
Cosa leggerai in questo post:
Ayutthaya è posta in una zona pianeggiante nella valle del fiume Chao Phraya (la principale via di comunicazione fluviale della nazione) a circa 80 km a nord di Bangkok. In quest’area la confluenza dei fiumi Chao Phraya, che scorre a ovest, Pa Sak che scorre a sud, e Lopburi che confluisce a est nel Pa Sak, formano una specie di isola al tempo circondata da un muro di circa 12 km. Oggi di quella muraglia rimangono i resti a tratti visibili.
Nel buddismo Theravada è l’acquisizione di merito religioso che fa diventare grande un re. Quindi costruendo templi il re acquisiva regalità e legittimità durante la sua vita ed era considerato altamente meritorio perché mostrava riverenza per il suo predecessore commemorandolo. Nel primo periodo del regno di Ayutthaya, era usanza fondare un monastero sulla pira funebre reale, erigere un chedi per il defunto e deporre oggetti di valore nelle cripte.
L’antica Thailandia, conosciuta come Siam, ha avuto dal 1351 al 1767 Ayutthaya come capitale. Come divenne capitale per più di 400 anni? Capitò che nel 1351 una forte epidemia nella città di Lobpuri, costrinse il re di allora ad utilizzare una nuova città, fondata nel 1347 da Phra Uthang, nel punto di affluenza di 3 fiumi (Chao Phraya, Lopburi e Pa Sak). La nuova città divenne capitale del regno di Ayutthaya, il secondo Stato costituito dal popolo thailandese dopo quello di Sukhothai, nato durante il secolo precedente.
Grazie alla posizione strategica tra i fiumi che la proteggevano e la vicinanza al Golfo del Siam che le permisero di avviare ricchi traffici commerciali con la Cina ed i Paesi Arabi, divenne il centro più importante della regione, al punto che riuscì a ridimensionare l’impero Khmer, che fino ad allora era stato il più importante del Sud-est asiatico.
Nel XVI secolo con l’arrivo dei primi portoghesi il regno di Ayutthaya riuscì ad ampliare gli scambi commerciali e divenire sempre più potente allacciando floridi rapporti commerciali con India, Persia, Giappone e Olanda. Riuscì anche a difendersi dalla prima invasione della dinastia di Toungoo (Birmania) nel 1549. Numerose furono le lotte con i birmani, che riuscirono a conquistarla per ben 2 volte, nel 1564 e nel 1569, e infine a distruggerla nel 1767.
Tra le dinastie che si susseguirono, fu quella di Narai, dal 1656 e il 1688, che dette il maggior splendore ad Ayutthaya. Durante questo regno, infatti, vennero sviluppati gli scambi commerciali e diplomatici con l’Occidente, soprattutto con Gran Bretagna, Persia e Francia. Narai ospitò scrittori e poeti e proprio durante il suo regno comparvero le prime ambasciate siamesi in Europa. Grazie al florido periodo che visse, le decorazioni dei templi di Ayutthaya vennero maggiormente realizzate con l’oro che si mischiava a pietre preziose.
Quando il re Narai nel 1688 morì, il trono venne usurpato da Phetracha, che attuò una netta inversione di rotta, allontanando dal Siam tutti gli stranieri creando interruzioni agli scambi commerciali con i Paesi occidentali ma aumentandone quelli con la Cina.
Tra il 1732 e il 1858 fu il regno di Borommakot a governare il Siam e questo fu anche l’ultimo periodo dorato di Ayutthaya. In quegli floridi anni che fecero rifiorire l’economia del regno, vennero anche costruiti enormi templi buddisti. Tanto ben di Dio non poteva che far gola ai birmani che, sotto la dinastia Konbaung, nel 1760 invasero il Siam e assediarono la capitale. Ayutthaya riuscì a resistere ma dovette capitolare nel secondo assedio del 1767. Venne quindi depredata e saccheggiata dagli invasori, interi edifici vennero incendiati e distrutti e Ayutthaya divenne una città fantasma invasa dalla giungla.
L’orgoglio del popolo thailandese, tuttavia, non si arrese a questa grande sconfitta e nel 1782 si ribellò ai birmani e li scacciò, creando l’odierna Thailandia con l’incoronazione di Rama I della dinastia Chakri. La nuova capitale divenne Bangkok e venne edificata seguendo inizialmente le caratteristiche architettoniche principali che avevano caratterizzato Ayutthaya.
L’attuale città di Ayutthaya conta più di 200 templi, che ogni giorno vengono visitati da numerosi turisti che provengono da ogni parte del mondo. Tra questo numero incredibili di edifici di culto spiccano quelli in stile Sukhothai e Khmer, che appartenevano all’antica capitale. La città era arroccata all'interno dell’isola ottenuta scavando canali artificiali che univano le acque dei fiumi Chao Phraya, Pa Sak e Lopburi, oltre a quelli che si trovano nel Parco Storico di Ayutthaya, un’area di 170 ettari dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 1991.
Ritrovamenti di monili e gioielli e i maestosi palazzi e templi che sono all’interno del parco storico, mostrano quanto fosse ricca e prospera l’antica Ayutthaya e mettono in evidenza la creatività della civiltà siamese e l’abilità di rielaborare le tante influenze culturali straniere con cui entrarono in contatto durante i secoli.
Considera che normalmente si raggiunge la città di Ayutthaya tramite tour organizzati di una giornata e chiaramente il tempo a disposizione non ti permette di visitare tutti i templi e le suggestive rovine nella parte occidentale dell’isola. Devi necessariamente optare per una selezione molto ristretta. Puoi invece riuscire a visitarne di più se raggiungi autonomamente Ayutthaya e decidi di passarci qualche giorno.
Camminare fra il rosso delle maestose rovine, il verde della vegetazione e il giallo intenso dei teli che vestono alcune statue del Buddha è un'esperienza molto forte, capace di catturare tutti i sensi. Quali sono alcuni dei templi da visitare?
Nella parte nord-ovest di Ayutthaya trovi una grande area erbosa all'interno delle mura della città che ospita i resti di 3 templi:
Nonostante questo sito archeologico ospiti solo rovine, si intuisce che, sia per le dimensioni del complesso sia per il fatto che si collocava a due passi dall’antico palazzo reale, i templi fossero molto importanti. Non si conosce l’esatta data di costruzione ma si sa che l’intero complesso venne distrutto durante l’invasione birmana del 1767.
Passeggiare per i terreni che ospitano le rovine dei templi, ti porta indietro nel tempo, tra gli affascinanti echi della storia e della spiritualità.
Qualcuno sostiene che la struttura sia risalente ad un periodo precedente il XIV secolo ma, al di là della data precisa della sua costruzione, era sicuramente un tempio importante considerando anche i resti di un fossato che si snodava dal fiume Chao Phraya e girava attorno alla struttura. È rimasto poco di questo splendido tempio ma vale la pena visitarlo innanzitutto per l’enorme statua sopravvissuta del Buddha sdraiato che lo raffigura al momento della sua morte mentre entra nel Nirvana con la testa sostenuta da una mano che poggia su un fiore di loto. Totalmente fatta di mattoni e ricoperta di intonaco, è lunga ben 42 metri e alta 8 metri.
Dietro la statua e al centro di un grande spiazzo erboso contornato solo dai resti delle fondamenta di 3 viharn e dell’ubosot, si erge un grande prang di 30 metri, realizzato in stile Khmer. A nord-ovest della statua eccoti un chedi in stile Lanna un po' difficile da vedere a causa di una fitta vegetazione. È forse una delle rovine più sorprendenti di questo tempio con la sua base ottagonale e lo stucco ancora ben conservato.
Proseguendo ecco che a ovest del Palazzo Reale trovi i resti di questo tempio, forse quello nelle condizioni migliori del complesso, in quanto lascia intravedere qualcosa in più.
Sembra che a costruire il tempio sia stato re Ekathotsarot che lo edificò nel 1605 per commemorare la memoria di suo fratello, re Naresuan, morto in quello stesso anno. Si narra che l’edificio venne costruito sul sito della sua cremazione e si crede che Wat Worachettharam sia il luogo in cui si trovino le ceneri di re Naresuan. Del resto, il nome stesso del tempio (Wat Wora-chet-tharam) è composto da 3 parti: "wora" si riferisce alla regalità, “chet” si traduce come "fratello maggiore", mentre "tharam" è usato per descrivere qualcosa di superlativo.
Wat Worachettharam era costituito da alcuni vihara, un ubosot, il chedi principale ed altri chedi satellite ed il complesso era circondato da un fossato. La parte che più affascina è un grande chedi a forma di campana che rispecchia l’architettura del periodo centrale del regno di Ayutthaya. La guglia contiene circa 25 anelli e la balaustra in pietra che circonda la parte superiore è intatta. Di fronte al chedi sono rimaste le fondamenta di un vihara sulle quali poggia una grande statua del Buddha seduto.
L'ubosot del complesso è posto a nord del vihara, è senza tetto ma ha tutte le sue pareti intatte. Una seconda grande statua del Buddha seduto si trova all'interno dell'edificio.
Proseguendo nell’area del sito archeologico e di fronte al Wat Worachettharam, incontri una grande rovina con uno stupa la cui base è piramidale e senza cima. Non si sa quando sia stato creato, ma originariamente il tempio veniva chiamato Wat Rakhang. L’attuale nome (Wat Wora Pho) lo si deve all'albero della Bodhi del tempio i cui germogli vennero piantati dai monaci di ritorno dallo Sri Lanka per diffondere il buddismo.
Chiaramente di influenza Khmer, il chedi si è eroso dalla punta della sua camera delle reliquie e le scalinate sono collocate in tutte le direzioni cardinali. Attorno ai resti del vihara trovano posto altri diversi piccoli chedi che sono stati realizzati in vari stili. Più a nord ecco le rovine dell'ubosot delineato da diverse pietre che ne segnano i confini. Ospita una grande statua del Buddha in ottime condizioni, con lo stucco bianco completo e una testa coronata. Inoltre, ci sono ancora le tracce del fossato che circondava il tempio, in parte oggi coperto da una strada.
Al centro dell’antica area di Ayutthaya si trovava l’antico Palazzo Reale sulle cui fondamenta venne fatto costruire dal re Trailokanat (ottavo re di Ayutthaya) il Wat Phra Si Sanpeth. Si edificò nel 1448 come cappella privata del re Borommaracha II, il quarto sovrano della dinastia di Suphannaphum ed il settimo del regno di Ayutthaya.
È indubbiamente uno dei templi più visitati dell’antica Ayutthaya, in primis per la sua magnificenza ma anche perché il Viharn Luang realizzato nel 1499, costudiva una delle più grandi statue del Buddha in posizione eretta, alta 16 metri e ricoperta d’oro. Il sito è molto vasto e furono i sovrani successivi che si occuparono di edificare altri palazzi e un alto muro di difesa. Era un monastero reale e pertanto nessun monaco poteva risiedervi.
Nel 1776 i birmani distrussero il complesso del Wat Phra Si Sanpeth, ma molte rovine grazie a delle restaurazioni, sono ancora ben conservate e sono uno spettacolo da vedere. La parte più suggestiva è rappresentata da 3 enormi chedi a forma di campana in stile di Sukhothai, posti al centro del complesso, atti a costudire le ceneri dei sovrani. I primi due vennero edificati nel 1492 dal re Ramathibodi II, il decimo sovrano del regno di Ayutthaya, per conservare le ceneri del padre e del fratello maggiore. Il terzo venne invece edificato dal Borommarachathirat IV per ospitare le spoglie del re Ramathibodi II.
I tre chedi erano posti assieme ai mandapa su una piattaforma elevata circondata da una galleria murata che affiancava il vihara reale. Su entrambi i lati della cappella reale erano stati edificati dei vihara minori allineati da nord a sud.
Quando Ayutthaya venne distrutta e saccheggiata nel 1767 dai birmani, il monastero venne bruciato fino alle fondamenta. Le uniche costruzioni a salvarsi furono i 3 grandi chedi. Persino le immagini del Buddha vennero portate via e fuso l’oro che le ricopriva. Il nucleo di bronzo rimanente della grande statua del Buddha venne portato a Bangkok e custodito a Wat Pho.
Oggi nelle vicinanze del tempio è collocato il Phra Mongkon Bophit , una ricostruzione del XVII secolo del tempio originale che ospita una gigantesca statua dorata del Buddha.
Ecco un altro degli antichi templi di Ayutthaya più visitato e famoso. Innanzitutto, il suo nome (Wat Mahathat) significa “reliquia” e l’edificio venne costruito per ospitare i resti del Buddha. La sua fama non è solo dovuta all’atmosfera affascinante che le decine di guglie in mattone che si innalzano tra le rovine riescono a donare, ma anche perché fra i fitti tralci di un secolare albero di bodhi vi è incastonata una scultura della testa del Buddha. La leggenda narra che sotto questo albero il grande maestro stava meditando quando ebbe l’illuminazione.
Wat Mahathat venne eretto in pietra e mattoni nel 1374 dal re Borommaracha I ed era sicuramente uno dei templi più importanti dell’antica Ayutthaya dato che era considerato il centro del buddismo del regno. In antichità il monastero sorgeva sulla riva occidentale di un importante canale oggi trasformato in strada.
Nel complesso architettonicamente in stile Khmer noti immediatamente le possenti colonnate che reggevano le strutture dei viharn allineati all’asse principale di cui purtroppo oggi rimangono solo le rovine. L’architettura Khmer rispecchiava la credenza dei devoti che si spostano dal mondo terreno a quello spirituale camminando su uno dei quattro assi, ognuno dei quali ha un diverso valore astrologico. L'est rappresenta la vita e la potenza sessuale del maschio, l'ovest rappresenta la morte, il nord è di buon auspicio mentre il sud ha un valore neutro.
Varcato l’ingresso posto ad est (come nella stragrande maggioranza dei templi khmer) ecco cosa puoi vedere:
Nel 1956 durante uno scavo, gli operai trovarono nel prang principale un contenitore di pietra. Quando venne aperto ne uscì un piccolo stupa avvolto in una lamina di piombo, ornamenti d'oro e altri oggetti di valore. Il piccolo stupa era in realtà composto da 6 piccoli stupa che, come una matriosca, si racchiudevano uno sull’altro. Il sesto stupa era ricoperto da smeraldi e rubini e la sua base era intarsiata da zaffiri di diversi colori. All’interno di questo prezioso stupa c’erano le reliquie del Buddha oggi conservate al Chao Sam Phraya National Museum di Ayutthaya.
Proprio di fronte al Wat Mahathat si trova quest’altra storica area dove venne edificato nel 1424 il complesso del Wat Ratchaburana. Il monastero sorgeva sulla riva occidentale di un importante canale che è stato riempito all'inizio del XX secolo.
Fu il re Borommaracha II a volerlo perché questo fu il luogo dove i suoi maggiori fratelli si uccisero a vicenda in combattimento per la successione al trono. La storia narra che il Re Intharacha (sesto sovrano del regno di Ayutthaya) ebbe tre figli: Chao Ai Phraya, Chao Yi Phraya e Chao Sam Phraya. Quando il padre morì, il primo e il secondo figlio si affrontarono in battaglia per reclamare il trono ma si squarciarono a vicenda le gole morendo. Fu così il terzo figlio (re Borommaracha II) che divenne il nuovo re di Ayutthaya e ordinò due chedi per costudire le ceneri dei fratelli.
Il Wat Ratchaburana è famoso per il suo prang centrale, una torre in stile khmer con decorazioni in stucco e sculture in pietra che lo abbelliscono. Inoltre, non è solo uno dei templi meglio conservati di Ayutthaya, ma qui sono stati ritrovati nella cripta sotterranea numerosi manufatti d'oro e oggetti sacri.
L’architettura Khmer del Wat Ratchaburana era inizialmente composta da una torre centrale circondata da quattro torri angolari. Le 5 strutture, costruite in laterite, mattoni e impreziosite da rilievi in stucco, erano circondate da un cortile e da una galleria. Successivamente il complesso venne ampliato aggiungendo un viharn e un ubosot.
La cripta sotterranea del prang, una stanza quadrata di tre metri con affreschi raffiguranti personaggi cinesi, è forse una delle caratteristiche più affascinanti del complesso. La si può raggiungere tramite una scala molto stretta che venne costruita nel 1958. Qui vennero trovati le reliquie in oro che oggi trovi esposte al Chao Sam Phraya National Museum di Ayutthaya.
Posto all’estremo sud della città di Ayutthaya, il Wat Yai Chai Mongkon ha la particolarità di possedere il più grande chedi (60 metri di altezza) a forma di campana, che resistette alla distruzione del 1767 durante l’invasione birmana. Il tempio risale all'anno 1357 quando due principi di Ayutthaya, Chao Kaeo e Chao Thai, morirono di colera. Il re di quel periodo e padre dei principi, ordinò la costruzione di un monastero che ospitasse le loro ceneri e lo chiamò "Wat Pa Kaeo".
Bisogna giungere al 1592 quando il re Naresuan (Sanphet II 19° sovrano del regno di Ayutthaya) ordinò il restauro e l'ampliamento del tempio e del chedi principale per celebrare la sua vittoria sui birmani e l'indipendenza del 1584. Infatti durante la battaglia di Nong Sarai, Re Naresuan uccise il principe erede al trono del regno birmano costringendo le truppe a ritirarsi. Proprio per celebrare la vittoria venne restaurato il complesso che da allora prese il noome di "Wat Yai Chai Mongkhon", che significa “Il Grande Tempio della Vittoria di Buon Auspìcio”.
Durante l’invasione birmana del 1767 il Wat Yai Chai Mongkhon venne saccheggiato e gravemente danneggiato e fu restaurato dal Dipartimento delle Belle Arti Thailandese soltanto nel 1957.
Il Wat Yai Chai Mongkon si trova a pochi chilometri a sud-est del parco storico di Ayutthaya e l'intero complesso del tempio è circondato da un muro esterno. Le strutture principali (il chedi principale, il viharn principale e l'ubosot) sono allineate su un asse est-ovest e attorno a loro si collocano chedi sussidiari e gli alloggi dei monaci.
Nell’area attorno al complesso di Wat Yai Chai Mongkon, trovi un edificio contornato da moltissime statue colorate di galli. La storia narra che il re Naresuan fosse un’estimatore di combattimenti tra galli, una pratica in Thailandia considerata come di forza e di coraggio. Le statue, in questo caso, simboleggiano lo spirito combattivo e coraggioso del re.
Personalmente ho raggiunto Ayutthaya con un tour organizzato e ritengo sia il modo più comodo e meno dispendioso in termini di tempo per visitare parte dell’antica capitale del Siam. In questo modo si può anche ricevere dalla guida molteplici informazioni su ciò che si va a visitare.
Tuttavia, se vuoi risparmiare qualche soldino o preferisci muoverti in totale autonomia e magari fermarti nella città più giorni puoi utilizzare sia treni che bus.
Treno
Ayutthaya si trova sulla linea ferroviaria che collega Bangkok a Chiang Mai, quindi, è facilmente raggiungibile con questo mezzo. I treni gli express partono dalla stazione centrale di Hua Lamphong a Bankok (posta nel quartiere di Chinatown) e raggiungono la stazione di Ayutthaya, non particolarmente lontano dal parco storico, in circa 1 ora.
Bus
Se preferisci viaggiare in autobus, sappi che dalla stazione Nothern Bus Station di Mo Chit a Bangkok partono ogni ora autobus in direzione Ayutthaya ed impiegano circa 2 ore per giungere a destinazione.
Minibus
Un’alternativa potrebbe essere il minibus privato che non pretende spese eccessive. Partono solitamente dal Victory Monument (fermata omonima dello skytrain BTS) ed impiega circa 1 ora e mezza per completare il tragitto.
Non si hanno notizie certe ma sembra che il Wat Phra Ram venne commissionato nel 1369 dal re Ramesuan, il secondo sovrano del regno di Ayutthaya. In questo luogo venne cremato il padre re Ramathibodi I, ma l’intero complesso venne ultimato durante il regno di Borommarachathirat II terzo sovrano di Ayutthaya. La rovina del tempio oggi restaurata si trova in una zona paludosa nel Parco storico di Ayutthaya vicino al Grand Palace e al Wat Phra Sri Sanphet.
Anche questo antico complesso venne realizzato con lo schema costruttivo Khmer, caratterizzato da cinque prang situati all’interno di una pianta quadrata delimitata da un porticato di cui 1 principale e centrale contornato da altri 4 secondari posti in corrispondenza dei punti cardinali. Il fascino di Wat Phra Ram è concentrato in due grandi chedi identici che sono le uniche strutture originali che non erano situate su una piattaforma elevata.
Successe nel 1958 che durante gli scavi del Dipartimento di Belle Arti venne alla luce una cripta interna che costudiva molti oggetti preziosi e un’impronta arenaria gigantesca del Buddha oggi esposto al Museo nazionale di Bangkok.
Il nome Wat Chai Watthanaram significa “Il Monastero del Tempio Prospero e Vittorioso” ed è uno dei templi storici più imponenti di Ayutthaya. Posto sulla riva occidentale dell'attuale fiume Chao Phraya, venne commissionato dal re Sanphet V, venticinquesimo re del regno di Ayutthaya e anche il primo re della dinastia Prasat Thong, la quarta dinastia del regno di Ayutthaya.
Wat Chaiwatthanaram è uno dei templi meglio conservati di Ayutthaya e il complesso si sviluppa lungo l’asse est-ovest, con le principali strutture orientate verso est, come in tutti gli altri templi in stile khmer. Posto all’interno di una cinta muraria venne abbandonato dopo l’invasione birmana del 1767 per moltissimi anni. L’ubosot venne realizzato su un basamento rettangolare e le rovine lasciano mostrare un imponente altare con alcune immagini del Buddha. Otto pire funerarie caratterizzano la cinta interna e si trovano in corrispondenza dei punti cardinali e intermedi.
Il nome di questo complesso che tradotto significa “Monastero del Monte d'Oro” si trova a circa 2 km a nord ovest km dalla parte storica di Ayatthuya. Il Wat Phu Khao Thong venne costruito nel 1387 da re Ramesuan, secondo sovrano del regno di Ayutthaya.
La parte più affascinate è quella dove si innalza il chedi che tuttavia al momento di nascita del monastero era inesistente. Infatti, lo stupa venne edificato nel 1569 dal re birmano Bayinnaung per commemorare la sua vittoria. Fu re Naresuan, nel 1587, che sempre per commemorare la sua vittoria militare che liberò Ayutthaya dai birmani, decise di riorganizzare lo stupa in stile thailandese. Il chedi che oggi puoi ammirare, lo si deve al re Boromakot che nel 1744 lo fece ricostruire, in pietra bianca, aggiungendo sulla base già edificata un piedistallo quadrato con angoli rientranti e nicchie sui quattro lati nel quale appoggia una torre che portò l’altezza del complessivo edificio a 80 metri.
Venne ufficialmente fondato nel 1350 ma nel 1939 prese il nome di Regno di Thailandia. Intraprendere un viaggio ad Ayutthaya, una delle antiche capitali del Siam significa tornare indietro nel tempo scoprendo le radici dell’odierna Thailandia.
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