Pensare all’Alhambra di Granada come ad un semplice palazzo è un grande errore. Innanzitutto, è un sito immenso che comprende numerosi spazi, tra cui palazzi, giardini e torri e perché forse rappresenta la vera anima dell’Andalusia. Sai che l’Alhambra di Granada è il luogo più visitato della Spagna? Già da questa piccola informazione puoi capire la sua magnificenza. Non per nulla è stato inserito tra le 7 meraviglie del mondo!
Sono più di 100.000 i m² di superficie che l’Alhambra occupa quindi già da subito ti avviso che molte sono le ore da destinare alla scoperta di questa meraviglia. Il nome “Alhambra” deriva da “Qalʿat al-ḥamrā” e significa “cittadella rossa” molto probabilmente perché questo è il colore dei mattoni con cui è stato costruito buona parte del complesso. Ma c’è anche chi sostiene che l’aggettivo “rossa” sia riferito al colore che contraddistingueva la barba di Abu Abdullah Muhammad ibn Yusuf ibn Nasr, il primo sovrano dell'Emirato di Granada e fondatore della dinastia dei Nasridi.
Non è solo la storia che questo complesso racconta il motivo per cui va visitato. Architettonicamente è un meraviglioso insieme di stili: islamici, medievali e rinascimentali. Portici con colonne, piastrelle dipinte, fontane arabe, motivi geometrici, sublimi decorazioni e maestosi giardini, riusciranno sicuramente a conquistarti.
Ti porto a conoscere lo splendido complesso dell’Alhambra di Granada…
Cosa leggerai in questo post:
Qual’è uno dei massimi capolavori di arte islamica in Spagna? Senza dubbio è l’Alhambra, un immenso sito che è giunto fino ai giorni nostri praticamente integro e ricco di spettacolari edifici.
L’Alhambra si trova appena fuori dal centro storico di Granada, su una collina che si chiama Sabika e proprio grazie a questa posizione regala panorami incredibili su tutta la città e sulla Sierra Nevada. Non è errato asserire che l’Alhambra è il simbolo di Granada, un sito monumentale che ti trasporta in un passato affascinante.
Protetta dalle montagne e caratterizzata da boschi, Sabika è una collina che domina la città ed è divisa in due da un’altura di ciottoli (Cuesta de los Chinos) che è uno degli accessi storici all'Alhambra sul quale si arrampicavano gli artisti, gli operai e i decoratori del sito. La Cuesta de los Chinos ha una lunghezza di oltre 850 metri. Inizia dal fiume Darro, attraversa il Ponte di Aljibillo, si snoda lungo l'antico burrone di Alkibía e separa le aree su cui si trovano l'Alhambra e il Generalife.
La città di Granada si sviluppa su due livelli; la parte storica è prettamente adagiata sulle colline che caratterizzano questo angolo territoriale spagnolo. Sulla collina di Valparaiso trovi il quartiere Sacromonte, sulla collina di fronte all'Alhambra trovi il quartiere di Albaicín con il fiume Darro che lo separa dalla collina sulla quale l’Alhambra venne eretta. Alle pendici di questi rilievi venne invece edificata la parte moderna.
Sembra che le origini dell’Alhambra risalgano al 889 d.C., quando una prima piccola fortezza venne costruita sui resti di alcune fortificazioni romane.
Partiamo dal nome: Alhambra deriva dall’arabo “Qal'at al-hamra” che significa “cittadella rossa”. La piccola fortezza venne ampliata tra il IX e il XII secolo ed inizialmente, grazie alla sua posizione, era un’inespugnabile fortezza militare. A quel tempo i primi re di Granada, gli Ziriti, avevano i loro castelli e palazzi sulle colline dell'Albaicín.
Solo successivamente, quando la dinastia Nasridi prese il dominio su Granada, iniziò a divenire una cittadella fortificata. Nel 1238, Muhammad ibn Nasr o Nazar (il fondatore della dinastia Nasridi) fece erigere l’Alzazaba, il primo nucleo. In seguito, nel 1300, il sito venne arricchito di palazzi e divenne, grazie al sultano Muhammad V, una cittadella con alte mura e torri di difesa, che ospitano due aree principali: l'area militare o Alcazaba, la caserma della Guardia Reale, la medina, i famosi Palazzi Nasridi e le case di nobili e plebei che qui vi abitavano.
Nel 1492 i Re Cattolici conquistarono Granada e invece che distruggere l’Alhambra ne fecero la loro residenza reale, apportando numerose modifiche e inserendo palazzi di stile rinascimentale, portando così il sito ad apparire ancora più prestigioso ed affascinante. Ne è l’esempio il grandioso palazzo costruito nel 1526 per ordine di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero di Germania.
Con la morte di Carlo V, il sito venne abbandonato e lasciato in stato di degrado per diversi anni. Solo lo scrittore Washington Irving, che fece dell’Alhambra la sua residenza per un lungo periodo, riuscì tramite i suoi racconti a dargli nuova luce e importanza agli occhi del mondo.
Una serie di danni interessarono l’Alhambra nel 1812, anno in cui i francesi distrussero alcune torri, e nel 1821 quando un terremoto interessò l’aerea. Nel 1828 l'architetto José Contreras intraprese alcuni lavori di restauro, mentre negli anni del 1930 vennero fatti altri lavori quali: l'apertura dei portici murati e la sostituzione di piastrelle mancanti. L’Alhambra divenne dichiarata nel 1870 monumento nazionale.
Ogni suddivisione ha al suo interno edifici da scoprire e che ora ti vado ad elencare:
La zona più antica dell’Alhambra è l’Alcazaba. L’area, posta all’estremità occidentale del sito, era la zona militare e di difesa della cittadella, caratterizzata da alte mura che la rendevano inespugnabile. Serviva per proteggere il Sultano ma conteneva anche un’intera città in miniatura che ospitava la guardia. L’accesso all’Alcazaba avveniva attraverso Plaza de Armas, sita al termine di un pendio lastricato. Nella piazza vi erano alcune costruzioni e ancora oggi, tra i resti, è visibile una grande cisterna per l'acqua piovana e le fondamenta di diverse case arabe, che erano le abitazioni della guarnigione al servizio del Sultano.
Dopo l’abbandono dell’intero complesso dell’Alhambra, solo nel XX secolo si provvide al restauro dell’Alcazaba, ridonandogli il suo grande valore monumentale. Le torri principali che trovi in quest’area sono:
Questa torre serviva come via di comunicazione tra l'Alhambra e la città. L'ingresso alla torre ha un arco a ferro di cavallo ma ci sono altri archi simili che sono collegati con il cammino inferiore presso i bastioni dell'Alcazaba e con l'uscita della torre. In questo modo il sito era collegato al quartiere dell'Albaicín tramite un ponte sopraelevato noto come Ponte dei Tableros.
È la torre più alta con i suoi 4 piani e quindi era il punto di vedetta e di difesa per eccellenza. Da questa postazione era possibile controllare la città sottostante e dare l’allarme con la campana posta sulla facciata occidentale, che serviva ad avvisare gli abitanti di Granada del pericolo.
La campana venne fatta suonare anche quando i cristiani conquistarono Granada nel 1492 e ancora oggi ogni 2 di gennaio la campana suona per commemorare la vittoria dei monarchi cattolici e la tradizione vuole che ogni giovane donna ancora nubile suonandola, finirà per sposarsi entro un anno. Avanti nubili in cerca di marito!
Facile è immaginare come il panorama sulla città da questa torre, sulla Sierra Nevada e i dintorni, siano meravigliosi.
Sono alte costruzioni trapezoidali che si affiancano e facevano parte del sito prima ancora della costruzione dell'Alcazaba. In seguito, quando le mura dell'Alcazaba vennero rafforzate, la Torre del Homenaje venne trasformata in una fortezza impenetrabile. Dai suoi bastioni si dominava l'Alhambra, ma anche le torri di guardia poste sulle montagne circostanti. La Torre Adarguero, chiamata anche Torre Cava, fa parte assieme alle altre 2 torri della muraglia orientale fortificata di difesa dell’Alcazaba.
Posta a sud della Torre de la Vela, ecco la Torre de la Pólvora che sporge dal muro. È una piccola torre difensiva medievale che serviva inizialmente per il controllo del territorio e in seguito, sotto il cristianesimo, venne utilizzata anche da piattaforma di artiglieria. Nonostante le sue dimensioni più piccole rispetto a quelle delle altre torri, aveva un grande valore strategico perché la sua posizione, nell'estremo nord-ovest e leggermente avanzata rispetto al resto della cinta muraria, permetteva perfettamente di controllare gli attacchi.
Originariamente l’area, dove oggi puoi ammirare il bellissimo giardino posto sul lato sud dell’Alcazaba, era un fossato che venne riempito verso la fine del XVI secolo. Passato il pericolo delle invasioni moresche lo spazio venne convertito in giardino privato con alberi di agrumi e sculture allegoriche.
Dal 1492, anno della conquista di Granada dei Re Cattolici, l’Alhambra venne arricchita con edifici di stile rinascimentale. Affiancati agli storici palazzi moreschi, rappresentano un forte contrasto architettonico che testimonia le differenti epoche e culture del passato spagnolo. Quali sono questi edifici?
Attraversando la Puerta del Vino, posta davanti alle torri dell’Alcazaba, entri in un’area che ospita un maestoso edificio. Si tratta del Palazzo di Carlo V, un edificio tipicamente rinascimentale, con la pianta quadrata e sviluppato su 2 livelli. La pianta quadrata è completamente trasformata all’interno da un patio circolare con 32 colonne doriche al primo livello e altre 32 colonne ioniche al secondo livello.
Oltre ai 63 metri di lunghezza su ogni lato e l’altezza di 17 metri delle facciate principali decorate con rilievi di vittorie militari e rilievi che descrivono scene mitologiche, quello che sicuramente colpisce è il portico che circonda il cortile. Questo spazio è caratterizzato da aperture, finte porte e una copertura a cassettoni finemente decorata che segna architettonicamente un ponte verso il manierismo che a quel tempo era solo agli arbori.
Fu l'imperatore Carlo V che ne ordinò la costruzione nel 1527 perché rimase talmente affascinato dall’Alhambra che decise di farne la sua dimora a Granada. Tuttavia, Carlos V morì prima che il palazzo venne terminato e il figlio Felipe, successore al trono, decise di trasferire la sua corte a Madrid che nel 1607 divenne la capitale del Regno di Spagna. La costruzione del palazzo venne affidata all'architetto di Toledo Pedro Machuca uno dei famosi artisti che per primi introdussero in Spagna le novità del Rinascimento e del manierismo italiano.
Il palazzo oggi ospita il Museo della Alhambra, che espone diverse opere islamiche e una collezione di arte Nazarì. Alla fine di Giugno inoltre, nel palazzo di svolge il Festival Internacional de Música y Danza de Granada.
La chiesa dedicata a Santa Maria si erge accanto al Palazzo di Carlo V e venne costruita sulle rovine della moschea reale. Progettata da Juan de Herrera e costruita tra il 1581 e il 1618 ha una pianta a forma di croce latina, con una navata e sei cappelle sui due lati. All’interno si conservano interessanti opere d’arte come il retablo principale di Juan López de Almagro.
All’architettura gotica generale vennero successivamente aggiunti elementi di stile rinascimentale, come il coro, i corpi superiori della torre e i particolari della facciata meridionale.
Sono considerati tra i palazzi islamici più affascinanti dell’intera Europa e si può solo essere d’accordo con questa affermazione. I Palazzi Nazarì o Nasridi, sono contraddistinti da una tipica architettura moresca, abbelliti da stupende decorazioni delle pareti in stucco, soffitti in legno lavorati, porte finemente intagliate, mosaici colorati, fontane, vasche, giochi d’acqua e meravigliosi giardini.
Il complesso è costituito da tre elementi principali:
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Il primo palazzo a cui accedi è il Palacio Mexuar (il più antico tra gli edifici Nazarì) che è posto nell’area più occidentale del complesso. In questo spazio c’era la cancelleria e la tesoreria e si svolgevano le attività amministrative. Le decorazioni di questa stanza vennero modificate nel corso dei secoli. L’unica testimonianza delle decorazioni moresche originali sono 4 colonne.
Continuando il percorso in quest’area dei palazzi giungi all’oratorio, uno dei luoghi di preghiera islamica del complesso. 4 aperture ad archi permettono la vista sul panorama esterno e il mihrab è decorato da iscrizioni del Corano e inni di ringraziamento a Muhammad V.
Tramite una apertura entri in un patio con pareti riccamente decorate in stucco e la “Fontana de Lindaraja” posta al centro. Dal patio si apre un piccolo accesso moresco a 3 arcate ed entri nella splendida “Sala d’oro” o “Cuarto Dorado” che collegava il palazzo pubblico (Mexuar) con il palazzo ufficiale (Palazzo Comares). Qui il Sultano dava udienza e dichiarava le sue decisioni e le sue sentenze. La stanza venne decorata originariamente da Muhammad V ma venne modificata nel periodo successivo alla riconquista da parte dei re cattolici con classici motivi araldici. Particolari sono: il tetto a cassettoni in legno di cedro decorato con disegni di pigne e conchiglie e le pareti bordate da un'orlatura in ceramica e decorate con pitture gotiche, scudi ed emblemi dei Re.
Ecco il maestoso "Palazzo de Comares", o "Palazzo del Trono", che venne fatto costruire da Muhammad V nel 1370. Il palazzo è presieduto dalla "Torre de Comares" (la più grande dell’Alhambra con i suoi 45 metri d’altezza) che si innalza centralmente.
La torre racchiude al suo interno la sala più grande del complesso la “Sala Embajadores” o "Sala del Trono" (dove il Sultano dava udienza) le cui pareti verticali sono interamente decorate con motivi geometrici e vegetali nella parte superiore e da piastrelle in maiolica nella parte inferiore. Anche il soffitto è sublime; 8017 pezzi di legno compongono un disegno geometrico che rappresenta i cieli che l’anima deve superare prima di giungere in Paradiso.
La Sala Embajadores comunica con la “Sala de la Barca” ovvero la sala d’aspetto per chi voleva ricevere udienza. L’aspetto del soffitto che sembra una barca rovesciata potrebbe far pensare che il nome di questa stanza sia attribuito a questa particolare forma, invece, deriva dalla parola araba “Baraka” che significa “Benedizione”. Il particolare soffitto non è quello originale che venne quasi interamente distrutto da un incendio nel 1980.
L’hammam è una delle caratteristiche principali dei palazzi arabi. Il "Baño de Comares" è l’unico di tutta l’Alhambra che ancora è integro. L'ingresso conduce ad un primo spazio vestibolare dove era possibile spogliarsi. Da qui si scende tramite una scalinata alla sala da bagno vera e propria, decorata con una fontana al centro, colonne, piastrelle e intonaci con colori vivaci di epoca cristiana. La sua particolarità è nel soffitto, contraddistinto da piccole aperture che permettono l’ingresso alla luce naturale ma anche la regolazione del vapore all’interno della stanza.
Il palazzo affaccia sullo splendido "Patio de los Arrayanes" o de Comares, che possiede un’enorme vasca rettangolare nella parte centrale, corridoi porticati e passaggi laterali. Viene chiamato anche “Patio dei Mirti” per la presenza di questi arbusti ed è lungo circa 36 metri e largo 23. Sai che questo è il cortile più grande dell’Alhambra?
Il terzo palazzo che incontri durante la tua visita ai Palazzi Nasridi è il “Palacio de los Leones” dove c’era la residenza del Sultano, della famiglia reale e l’harem. Fu Mohamed V, tra il 1362 e il 1390, a costruire questo edificio dove l'arte Nasridi raggiunge il suo massimo splendore. Bellezza ed armonia si uniscono tramite gli elementi della luce, dell'acqua, della decorazione e del colore.
Il palazzo è costruito attorno ad un patio circondato da gallerie di colonne sul quale affacciano gli ingressi di varie stanze. A nord di questo cortile si trovano la Sala de los Ajimeces, la Sala de Dos Hermanas e il Mirador de Daraxa. A est si trova la Sala Reyes, a ovest la Sala Mocarabes e a sud l'Harem e la Sala de los Abencerrajes.
Sicuramente rimarrai principalmente colpito dal “Patio de los Leones” un grande cortile a pianta rettangolare con una fontana che canalizza l'acqua attraverso le bocche di 12 leoni in marmo. Un complicato sistema di funzionamento permetteva di trattenere l'acqua nella fontana che allo stesso tempo la scaricava in modo non traboccasse mai. È forse l’area più famosa dell’Alhambra e dei Palazzi Nasridi. Il patio è racchiuso da bellissime gallerie decorate e sostenute da un numero infinito di colonne di marmo bianco.
La “Sala de los Ajimeces” si trova a nord e conduce al Mirador de Daraxa. Si tratta di una sala rettangolare coperta da una cupola di mocarabes e pareti decorate con stucchi che presentano iscrizioni religiose e stemmi con il motto nazarí.
Dalla Sala de los Ajimeces si accede al “Mirador de Daraxa” attraverso un grande arco a sesto acuto di mocarabes. Il mirador è una piccola stanza rettangolare di 5 x 3 metri, decorata con stucchi e maioliche. Dalle finestre puoi ammirare il “Patio de Lindaraja” un ombroso e misterioso patio chiuso da tre campate con aiuole e fontana al centro.
Un’altra spettacolare stanza del Palazzo dei Leoni è la “Sala de las dos Hermanas”, che si trova nella parte settentrionale del Patio dei Leoni. La sala fu costruita per ordine di Mohammed V ed è la stanza più antica intorno al cortile. Nella sala, la cui struttura è simile a quella dell'Abencerrajes, viveva la madre di Muhammad XII, ultimo sovrano della dinastia Nasridi.
La “Sala de los Reyes” (Sala dei Re) si trova ad est del Patio dei Leoni. È un grande spazio lungo più di 30 metri che serviva come palcoscenico per i ricevimenti e le rappresentazioni. Accedi alla sala dal patio attraversando tre portici con archi muqarnas decorati con rombi traforati e sorretti da colonne. La stanza è divisa in 7 parti, tutte contraddistinte da cupole decorate, pareti con iscrizioni e parti inferiori piastrellate. Si distingue dalle altre sale del palazzo per un dipinto che raffigura i primi 10 re della dinastia dei Nasridi.
Posta vicino all’ingresso principale del palazzo ecco la “Sala Mocarabes” il cui ingresso è consentito da tre grandi archi muqarnas, riccamente decorati. Questa è la stanza più semplice di tutto il palazzo ed era divisa in due parti. Tra le fasce di intonaco delle pareti si notano lo scudo e il motto nazarí. Il nome della stanza deriva dalla volta di Muqarnaṣ, il disegno moresco a nido d'ape o stalattite, che la ricopriva. Causa il suo cattivo stato venne poi demolita e la decorazione che oggi puoi ammirare risale al XVIII secolo.
Una delle sale più affascinanti è sicuramente la “Sala de los Abencerraje” il cui nome si deve ad una tradizione popolare. Sembra che in questo spazio vennero decapitati 36 cavalieri dell’illustre famiglia granadina degli Abencerrajes, una nobile famiglia che aveva casa all'interno dell’Alhambra. Alza gli occhi e rimarrai abbagliato da una splendida cupola a forma di stella a otto punte decorata a mocárabes che rappresenta le stalattiti della grotta in cui, secondo la tradizione, visse il profeta Maometto. Le pareti sono ricoperte da intonaco e da maioliche colorate nella parte bassa.
Sita accanto al Palazzo dei Leoni, si tratta di una bellissima un’area che ospita l’antica residenza del re Maometto III. Immerso in questo spazio trovi un edificio la cui struttura è molto simile a quella del Palacio de Comares. Il “Palazzo El Partal” affaccia su una grande vasta rettangolare centrale alla cui estremità si erge un portico d’accesso alla sala principale. Sopra l’accesso principale si erge la “Torre de las Damas”. Il palazzo è uno dei più antichi dell’Alhambra e venne edificato nel XIV secolo.
Accanto al portico del palazzo c’è un piccolo edificio rettangolare che sembra sia dell’epoca di Yusuf I. Di cosa si tratta? Si tratta di un oratorio, un luogo per la preghiera che aveva il Mihrab perfettamente posizionato verso la Mecca. Oltre a questo, trovi le “Casitas de Partal”, 4 piccole abitazioni che ospitano internamente i resti di alcuni dipinti murali di arte nasridi.
La spettacolarità di quest’area è data senza ombra di dubbio dagli immensi giardini nel quale questi edifici sono ospitati. La disposizione del giardino corrisponde ad una serie di terrazze che seguono i vari livelli del terreno e arricchite da splendide aiuole, vasche e fontane.
Nei Giardini del Partal trovi i resti di quello che un tempo era l'ambiente principale del palazzo; una torre affacciata su un portico nel patio scoperto. Qui sorgeva il “Palazzo di Yusuf III” i cui resti delle mura formano oggi una terrazza con al centro una grande e allungata vasca. Dai resti del palazzo si può notare la base di quello che una volta era l’edificio.
Sempre nell’area di El Partal e alle spalle del Palacio de los Leones, c’è un’area che viene chiamata “Rauda” e corrisponde al cimitero dove la famiglia reale seppellì i propri parenti defunti.
Nella parte alta dell'Alhambra si trova la Medina, la zona residenziale con i negozi, i bagni pubblici e le moschee dove vivevano i nobili, i funzionari e gli artigiani che provvedevano alle necessità della corte di questa cittadella palatina. Le strade principali che attraversavano la medina erano: Calle Real Alta, Calle Real Baja e Calle de Ronda.
Avventurandoti su questi percorsi ti immergi in rigogliosi giardini e incontri parecchie strutture che qui erano distribuite.
È la strada principale che partendo dalla “Puerta del Vino”, attraversa la Medina e arriva fino al Convento di San Francisco, oggi trasformato in “Parador de Turismo”, un hotel di ottimo livello che venne costruito nel XVI secolo sui resti di un palazzo arabo. Lungo l’antica via incontri anche i resti del “Palacio de los Abencerrajes” costruito verso al fine del XIII secolo. La struttura era costruita intorno ad un patio con una piscina centrale ed era abitato da una famiglia che occupava una posizione privilegiata nella stratificazione sociale del regno nazarì.
È la strada parallela a Calle Real Alta e il suo scopo era quello di collegare le varie zone residenziali.
Era la via più lunga dell’Alhambra e si estendeva a ridosso delle mura, divenendo così anche un percorso importante per sorvegliare la cittadella e i suoi ingressi da possibili attacchi. Tutta la cittadella, infatti, era ed è circondata da alte mura nelle quali si aprivano 4 porte principali di ingresso: la porta de Las Armas, quella dell’Arrabal, quella de la Justicia e quella di Siete Suelos.
Numerose sono anche le torri poste nella cinta muraria della Medina e tra queste spiccano:
Pensato dalla genialità del Sultano, era l’arteria principale di un sofisticato sistema idraulico che permetteva a tutto il complesso di avere permanente acqua. Si poteva raccogliere l’acqua dal fiume Darro e distribuirla attraverso l’Acequia Real ad una serie di canali di irrigazione. In questo modo si potevano irrigare le terre e riempire le numerose vasche che affacciavano sui palazzi e tra i meravigliosi giardini sparsi ovunque nella Medina.
Dopo aver visitato l’Alcazaba, i Palazzi Nazarì e la Medina il tour dell’Alhambra prosegue verso il Generalife. L’area è posta a nord-est del complesso, sul Cerro del Sol, e al di fuori del recinto fortificato dell'Alhambra. Ci arrivi attraversando il ponte che si trova tra la Torre del Agua e la Torre del Cabo de la Carrera.
Cos’è il Generalife? Era la residenza estiva dei sultani nazarì e veniva utilizzata specialmente nei mesi estivi. È un’area ricca di giardini con fiori dai mille colori, viali alberati, fontane, alte siepi e alla fine di questo fantastico percorso ecco che trovi il Palazzo del Generalife, la residenza estiva vera e propria. Ecco tutto quello che incontri visitando il Generalife:
Percorrendo, in direzione del palazzo, una lunga strada addobbata lateralmente da alti cipressi chiamata “Paseo de los Cipreses”, giungerai al “Teatro del Generalife” un ampio spazio all’aperto per balli e danze immerso tra i frutteti della tenuta. Il teatro è piuttosto recente; venne realizzato nel 1952 in occasione del Festival Internazionale di Musica e Danza, ispirandosi alla pianta del classico riad nazarí.
Proseguendo verso il palazzo ti ritrovi immerso nei fiabeschi giardini del Generalife. Comincio col dirti che Generalife deriva dalla parola araba “Jannat al-‘Arif” che significa “giardino dell’architetto”. Il nome è decisamente appropriato; ti ritrovi a passeggiare tra labirintici percorsi formati da siepi e arcate formate da roseti e cipressi, incontrando vasche, fontane, orti e fragranti fiori di ogni genere.
Alla fine di questo sublime percorso eccoti giunto di fronte al Palazzo del Generalife la cui entrata assomiglia più ad una tenuta agricola ma che all’interno costudisce grandi tesori anche se non ostentano la stessa ricchezza delle sale dei Palazzi Nasridi. Varcando l’ingresso del palazzo, ti ritrovi nel “Patio del Descabalgamiento”, la porta primitiva per entrare nel palazzo, una specie di anticamera all’aria aperta dove i visitatori che giungevano scendevano dalla sella del loro cavallo.
Subito dopo accedi al palazzo vero e proprio ritrovandoti nel “Patio de la Acequia” che ospita al centro una lunga fontana, ovvero l’Acequia Real che lo attraversa e porta l’acqua ai giardini delle vicinanze. Come nelle classiche architetture moresche, il palazzo, composto da due corpi, si estende attorno al patio. Il palazzo venne costruito dai Nasridi tra il XII e XIV secolo e la sua semplicità è perfettamente in linea con il raccoglimento e la vita tranquilla che qui si doveva svolgere. In fondo al patio eccoti un portico a cinque arcate, che ti permette di accedere alla "Sala Regia" (sala reale) decorata con stucchi in gesso tipici di tutta l’Alhambra.
Un altro meraviglioso patio ti attende accanto a quello de la Acequia; si tratta del “Patio del Ciprés de la Sultana” che venne modificato in epoca cristiana ma, nonostante il suo stile barocco, riesce ancora a conservare l’influenza araba con i particolari delle fontane che spruzzano acqua e della vegetazione che lo arricchisce. Da quest’ultimo patio, una breve scala chiamata “Scala dei leoni” ti conduce nei “Jardines Altos”, un gioiellino vegetale caratterizzato da piccole fontane, arbusti, piante aromatiche e magnolie secolari.
Un’altra lunga scala chiamata “Escalera del Agua” invece, ti conduce nella parte alta dei giardini del Generalife. La scalinata è ricoperta da ombreggianti e profumate piante di alloro e i suoi corrimani corrispondono a due canali dove scorre in modo perenne l'acqua dell'Acequia Real. Dove ti porta questa particolare scalinata? Ti conduce al “Mirador Romantico”, un belvedere in stile neogotico che venne costruito nel 1836 sulle rovine di un’antica cappella islamica.
Se vuoi proseguire nella visita sappi che posto più in alto rispetto al mirador trovi una costruzione di sorveglianza del Generalife. Era una costruzione di origine medievale integrata nella rete difensiva e collegata all'Alhambra e al Generalife. Chiamato “Silla del Moro” o “Castillo de Santa Elena” aveva dunque carattere militare considerando oltretutto la sua posizione strategica. La sua costruzione avvenne nel XIV secolo ma cadde in rovina quattro secoli dopo. Solo all’inizio del XX secolo si provvide a ricostruirlo. Anticamente sembra che esistesse una rete di tunnel che lo collegavano al Generalife mentre oggi l'accesso al complesso avviene attraverso la vecchia strada che parte da dietro il complesso del Generalife.
Come ti ho già accennato precedentemente l’Alhambra è immensa e la sua visita richiede a mio parere molto tempo. Certamente, c’è anche chi in un paio di ore riesce a visitarla ma chiaramente senza soffermarsi troppo sui particolari di questo splendido sito. Chi invece ama la storia o l’architettura o la botanica, può senza dubbio impiegarci almeno 5 ore. Personalmente ti consiglio di prenderti il maggior tempo possibile, in modo da avere anche qualche minuto per riposarti ogni tanto all’ombra di qualche grande albero o tra i meravigliosi fiori dei giardini.
Da dove partire nella tua visita all’Alhambra? Tutto dipende dall’orario che hai stabilito nel momento dell’acquisto del tuo ticket di ingresso, per la visita ai Palazzi Nasridi. Ricorda che devi essere assolutamente puntuale. Quindi se hai molto tempo (almeno 3 ore) prima di inoltrarti nei palazzi potresti tranquillamente cominciare la visita dal Generalife e lasciare a dopo la Medina, i Palazzi Nasridi, il Palazzo di Carlo V e l’Alcazaba. Diversamente procedi al contrario.
Ci sono diversi modi per raggiungere l'Alhambra di Granada. Se soggiorni in Granada trovi una comodissima linea di autobus che parte da Puerta Nueva. Se invece vuoi farti una bella camminata, armati di scarpe comode e incamminati fiancheggiando il fiume Darro.
In autobus: puoi raggiungere l’Alhambra tramite diverse linee di autobus urbani: la C30, la C32 e la C35.
A piedi: attraversa Plaza Nueva e poi incamminati lungo la salita di Gomérez. Una volta raggiunta la Puerta de las Granadas, gira a sinistra e prosegui fino alla Puerta de la Justicia, uno degli ingressi principali dell'Alhambra.
In auto: con l’automobile puoi raggiungere il complesso entrano dalla Ronda Sur (A-395). Segui poi la circonvallazione di Granada (N-323/A-44) in direzione sud (Motril). Una volta costeggiata la città, vedrai la direzione Alhambra che ti condurrà fino al parcheggio del monumento, dove potrai parcheggiare.
“È qui che la mano del tempo si è posata più lievemente e dove le eleganti vestigia dello splendore moresco risaltano ancora con freschezza quasi originale”.
(Washington Irving)
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