L’isola di Martinica venne scoperta da Cristoforo Colombo nel 1502, durante il suo quarto viaggio verso il Nuovo Mondo. La mia prima impressione dell’isola è stata scoraggiante… sarà che giungo dai forti panorami dell’Africa, sarà che sui Caraibi si hanno grandissime aspettative, ma inizialmente l’isola di Martinica non mi ha conquistato.
Cerchi spiagge bianchissime e un mare con forti tonalità di verdi e azzurri? Non le troverai certo nel nord di Martinica. Essendo un’isola vulcanica quello che ti appare sono numerose spiagge di sabbia nera e un mare, per quanto pulito, senza colori accesi a causa dello scuro fondale. Si sente tanto parlare dei colori dei caraibi; beh, io ho ben presente i colori accesi di molti luoghi africani e non sono nemmeno paragonabili a quelli di queste isole caraibiche!
Pensi di trovare animali tipici, pappagalli colorati, uccelli dalle varie specie… niente di tutto questo! Galline, mucche, piccioni e piccoli insetti sono gli animali che costantemente ti circondano. Non ci sono scimmie, non ci sono farfalle colorate, non ci sono particolari specie se non che il Didelphis marsupialis (un un mammifero marsupiale), la Matoutou Falaise (una tarantola creola), una vipera mortale chiamata Fer-de-Lance e alcune iguane. Ma insomma! Dove sono tutte le cose che ti vengono vendute riguardo ai Caraibi?
Naturalmente non esiste solo il mare e la spiaggia a Martinica e quindi il punto di forza del settentrione dell’isola (da Fort de France a salire) è dato dall’entroterra, tra cascate e parchi. Ecco, la vegetazione è veramente stupefacente; rigogliosa, ricca di specie e soprattutto di fiori molto belli.
I primi giorni di permanenza sull’isola li ho utilizzati per visitare Fort de France, una piccola cittadina che risulta essere tuttavia la più grande delle Antille francesi. La città, al tempo chiamata Fort Royal, venne fondata nel 1635 ma il suo attuale nome lo si deve a Napoleone Bonaparte che nel 1807 così la chiamò. È il centro amministrativo della Martinica. Si trova sulla costa occidentale alla foce del fiume Madame e occupa una stretta pianura tra le colline e il mare.
La prima cosa che ti consiglio è quella di non fermarti per le tue vacanze a Fort de France o nel nord dell’isola; se opti per Martinica scegli località come Les Trois-Îlets, Sainte-Luce e Sainte-Anne. Qui potrai trovare un mare più colorato e spiagge se non bianche almeno dorate.
A Fort de France ci potresti passare giusto un giorno per vedere cosa offre il suo centro.
Sai cosa vedere a Fort de France e nel nord di Martinica?
Colombo la scoprì ma la vera colonizzazione iniziò nel 1635, quando l’isola venne occupata dai primi coloni francesi. Già da tempo i francesi, gli inglesi e gli olandesi si fermavano su Martinica per commercio e rifornimenti vari e si contendevano la supremazia dell’isola.
Gli indigeni caribici Arawak sopravvissuti agli scontri con gli europei civilizzatori, che disboscavano l’isola per inserire piantagioni di canna da zucchero, vennero definitivamente scacciati nel 1660.
Non solo Martinica, ma a quei tempi vennero colonizzate anche le isole di Dominica, Guadalupa, Grenada, St. Barthelemy, St. Kitts, Saint Lucia, Saint Martin e Tobago.
Durante la guerra dei sette anni tra il 1756 e il 1763 e le guerre napoleoniche, queste isole vennero suddivise tra inglesi e francesi; la Francia mantenne il possesso di Martinica, Guadalupa, St. Barthélemy e una parte di St. Martin.
Sai che la moglie di Napoleone Bonaparte, Joséphine de Beauharnais era nativa di Trois-Îlets, in Martinica?
Nel 1636, il re Luigi XIII firmò un decreto che autorizzava l’impiego di schiavi africani nelle Antille Francesi. La tratta degli schiavi provenienti dall’Africa ha avuto confini veramente estesi. La popolazione caraibica e di Martinica venne così modificata; furono talmente tanti i neri che vennero portati sull’isola che quando nel 1848, anno in cui venne abolita la schiavitù nelle Antille francesi (liberando più di 70.000 schiavi), la popolazione era completamente meticcia. Nella località balneare di Le Diamant, trovi un imponente monumento che ricorda quelle drammatiche e assurde vicende storiche.
Nonostante l’abolizione di questa orribile situazione, la borghesia locale non perse tempo a riorganizzarsi e la schiavitù sull’isola continuò sotto forma di rapporti di lavoro che prevedevano salari sufficienti a malapena per sopravvivere.
Dal 1848 al 1870, durante il dominio di Napoleone, avvenne il passaggio dalla società schiavista a quella capitalista. Alla caduta dell’impero napoleonico gli schiavi si rivoltarono uccidendo alcuni latifondisti bianchi e distruggendo molte aziende che erano sotto il potere bianco. La rivolta venne spenta dall’esercito francese che la soffocò nel sangue, fucilando tutti i capi rivoluzionari.
Una nuova sommossa popolare avvenne nel 1959 con il Partito Comunista, rappresentato da Aimé César, che da allora combatte per liberare Martinica dalla dominazione francese ed avere la piena autonomia del territorio.
Dal 1918, quando Martinica iniziò la sua crescita commerciale, Fort-de-France era in parte circondata da paludi (ora prosciugate) ed era diffusa la febbre gialla. Nel 1902, la città di Saint Pierre (al tempo città principale dell’isola) venne completamente distrutta da una forte eruzione.
Come ti ho menzionato all’inizio del post, Martinica non mi ha inizialmente conquistato e non mi riferisco solo alle spiagge nere. La città si estende tra edifici fatiscenti e scoloriti, che lasciano solo immaginare il fascino di un tempo.
Ho trascorso i primi giorni a Martinica soggiornando a Fort de France e da subito ho capito che il turismo meriterebbe un’attenzione più intensa e particolare. Girando per le vie della cittadina ho notato che i pochi ristoranti erano chiusi o aperti solo in particolari momenti, ci sono molti negozi ma prettamente di abbigliamento e calzature; non ho trovato agenzie per escursioni e informazioni adeguate su quello che l’isola possa offrire.
Noleggiare un’auto a Fort de France è impossibile; non ci sono uffici per tale scopo (noleggiala in aeroporto se la trovi). I servizi di trasporto pubblico ci sono ma non sono segnalati in alcun modo: niente mappe appese alle fermate, nessuna informazione sulla destinazione del mezzo e sul modo di procurarsi un biglietto. Lo stesso vale per il trasporto marittimo; vedi i battelli ma nessuno che ti possa dare informazioni sulla tratta effettuata. Hai solo un modo per muoverti sull’isola partendo da Fort de France; quello di aprire gli occhi e cercare da te tutta quella serie di informazioni che ti sono necessarie.
Gli “hotel” sono prettamente composti da monolocali comprensivi di una zona con cucina e la reception è spesso chiusa. Se pensi di affidarti alla direzione di questi hotel per avere informazioni su come gestire il tuo tempo a Martinica, metti in conto che riceverai solo risposte evasive. Ad esempio: spesso nelle receptions trovi vari depliants che ti espongono i tour ma non esiste un ufficio dove prenotarli e il rappresentante gestionale dell’hotel non li prenota per te. Ti lascia al massimo un numero di telefono con il quale (se conosci il francese) puoi comunicare per avere informazioni e prenotare. Mai vista una cosa simile!
Se chiedi informazioni ai passanti o ai gestori dei bar e dei negozi, l’unica risposta gentile che avrai è quasi sicuramente: “Je ne sais pas” (non lo so) o informazioni discordanti. L’inglese è poco conosciuto quindi impara un po' di francese. La sensazione che ho avuto è che spesso la popolazione di Martinica, nonostante la gentilezza, non è particolarmente interessata a gestire il turismo e a fare propaganda alla propria isola.
Facendo il paragone con le isole asiatiche e africane, dove la popolazione si fa in quattro per raggiungere e proporre al turista ogni tipo di attività, quest’isola delle Antille Francesi lascia molto a desiderare. Forse, essendo raggiunta quasi esclusivamente da un turismo francese è abituata a questo tipo di gestione o (a mio parere) di non gestione, dato che sembra che del turista non sappiano che farsene. Mah!
In ogni caso ecco cosa puoi vedere gironzolando per le vie della cittadina di Fort de France:
Posto su un promontorio, eccoti il simbolo di Fort de France in Martinica. Lo vedi subito grazie alla sua imponente struttura, sia giungendo dal mare che dalla terraferma. La fortezza serviva in passato ai coloni francesi per difendere la città dalle invasioni nemiche. Venne edificato nel XVII secolo e dal 1973 è classificato come Monumento Storico.
Purtroppo, l’unica visita che ti è consentita è quella esterna; puoi guardare solo le alte mura che contornano la fortezza dato che è una base navale attiva e quindi accessibile solo ai militari.
Ai piedi della fortezza trovi anche l’unica spiaggia di Fort de France, una piccolissima baia dalla sabbia scura e tutt’altro che invogliante, dove i locali ogni mattina all’alba si immergono per un bagno.
Moltissime costruzioni sono andate distrutte a causa di numerosi eventi disastrosi naturali in Martinica e la Cattedrale di Saint Luis è uno dei pochi elementi longevi grazie solo alla sua struttura completamente in ferro e cemento armato. Venne completata nel 1895 da un progetto di Henri Picq.
Il suo originale campanile, ricoperto di scaglie di alluminio, si staglia sul panorama della città e all’interno della chiesa noterai da subito le meravigliose vetrate colorate.
Rue Victor Schoelcher, Fort-de-France
Questo edificio adibito a biblioteca è davvero particolare; progettato con vari stili (bizantino, egiziano, e liberty) e un mix di cemento, ferro e legno. Venne costruito a Parigi e poi trasportato fino a Fort de France.
Inizialmente conteneva la vasta collezione di libri e spartiti musicali di Victor Schoelcher, mentre oggi la biblioteca viene utilizzata per la conservazione di documenti relativi alla Martinica e in generale a tutte le Antille. I volumi appartenenti alla collezione di Schoelcher sono andati distrutti prima durante un incendio e successivamente da un ciclone che si abbattè sullo stabile.
1 Rue de la liberté, Fort-de-France
Si tratta di una zona posta alla base del promontorio occupato dal Fort Saint-Louis, che si suddivide tra una piazza e un parco all’interno del quale trovi la statua vandalizzata (le hanno tolto la testa) della consorte di Napoleone, l’imperatrice Joséphine. Venne costruita durante il XVIII secolo ed è uno dei più importanti luoghi della vita sociale di Fort-de-France.
Esattamente in questa zona si svolge il carnevale di Martinica.
Ho soggiornato qualche giorno in un hotel posto nella zona di La Savane e trovi la mia recensione a questo link
RESIDENT FORT SAVANE: la mia recensione
A Fort de France in Martinica trovi un grande e coloratissimo mercato coperto, che espone e propone spezie, souvenir, frutta, verdura e alcolici. Ti consiglio di visitarlo ma bada bene a non acquistare nulla; diventato oramai molto turistico ha prezzi più elevati rispetto a tutti i negozi circostanti.
Rue Blenac, Fort-de-France
È posto in una dimora borghese che risale al 1887 ed ospita alcune mostre temporanee, una mostra permanente di costumi e gioelli, dipinti e manufatti nazionali ed alcune sale ancora arredate come lo erano alla fine del XIX secolo.
10 Bd Général de Gaulle, Fort-de-France
Ho trascorso 4 giorni a Fort de France e onestamente le spiagge del nord sono state una vera delusione. La città possiede solo la piccola spiaggia posta alla base del Fort Saint Luis. È piccolissima, nera e bagnata da un mare che sembra quello Adriatico.
Nelle vicinanze puoi trovare la spiaggia di Anse Madame nella località di Schœlcher. Prima di partire avevo letto (su non ricordo quale blog) che questa era una spiaggia molto carina; io non so che tipo di luoghi o di baie abbia visitato la persona che scrisse questa informazione, ma ti posso assicurare che la spiaggia di Anse Madame non merita nemmeno una visita. Sabbia nera e mare grigio.
Del resto, tutta la costa nord non ha spiagge che possono incantarti; sono tutte scure e senza i colori tipici caraibici che il turista cerca venendo a Martinica spendendo un sacco di soldi. Eh si, perché una vacanza ai Caraibi non è certo economica; non mi riferisco al volo, quello può essere costoso in qualunque parte del mondo, ma il costo della vita e degli alloggi non è certo a buon mercato.
Chiaramente ci saranno persone che amano le spiagge nere, ma solitamente al turista vengono venduti i Caraibi come luoghi dai colori con le mille sfumature dell’acqua ed è proprio per questo che sborsano tanto; nel nord di Martinica, scordati questo tipo di panorami!
Come ti avevo accennato nel preludio di questo post, l’entroterra di Martinica merita la tua visita. Le cascate sono molte e una più bella dell’altra. Certamente, se ti aspetti le Cascate dell'Iguazú rimarrai deluso, ma i numerosi salti dell’acqua immersi nella più sorprendente vegetazione sono davvero affascinanti.
Queste sono le cascate di Martinica che ti consiglio di visitare:
Il Salto del Gendarme è alto 10 metri e cade in una graziosa conca immersa nella vegetazione tropicale.
Fonds-Saint-Denis, Martinica
Le Cascate de Didier sono 2: la prima cascata la raggiungi dopo una ventina di minuti di cammino. Con altri 20 minuti a piedi e arrampicandosi con delle corde installate per aiutarti, giungi alla seconda.
Fort-de-France, Martinica
La Cascata de la Rivière Couleuvre è alta 120 metri, quindi, per raggiungerla devi mettere in conto 2 ore di camminata nel cuore della foresta tropicale. La passeggiata è facile e accessibile a tutti.
Le Prêcheur, Martinica
Le Cascate du Carbet sono raggiungibili tramite un sentiero in pendenza e scivoloso. Presta molta attenzione e munisciti di scarpe che fanno presa sia sul terreno che in acqua dato che dovrai attraversare il letto del fiume.
Le Carbet, Martinica
La Cascata Anba So, si trova sulle alture di Fort-de-France. Il sentiero per raggiungerlo è lungo solo 4 km, ma le colline sono ripide.
Rue Emmanuel Ravoteur, Schoelcher, Martinica
Eccoti il punto culminante di Martinica. La montagna Pelée, posta nel nord dell’isola, è una meta che viene spesso raggiunta. Con i suoi 1397 metri di altezza è un vulcano ancora attivo, anche se nell’ultimo secolo risulta dormiente. L’ultima eruzione avvenne nel 1929, ma la più potente, che devastò la città di Saint Pierre, riducendola in cenere, fu quella del 1902. È considerata una delle più grandi catastrofi del XX secolo, infatti, le varie guide di Martinica associano questo terribile evento alla disastrosa eruzione del nostro vulcano Vesuvio che seppellì di cenere Pompei.
Difficilmente riuscirai a vedere la cima del vulcano dalla valle, dato che solitamente è immersa nelle nuvole. Ma naturalmente puoi impegnarti in una bella camminata per raggiungerla. Come?
Per risalire il vulcano esistono diversi sentieri escursionistici: quello che parte dall'Aileron (circa 2,5 km che equivalgono a 2,5 ore di cammino su 600 metri di dislivello), quello che parte da Grande Savane (circa 3,5 km, 3 ore di cammino su un dislivello di 710 metri) e quello che parte da Grand-Rivière (8 km per 4 ore e mezza di cammino su un dislivello di 1300 metri).
Ricorda che avventurarsi su questi sentieri richiede una buona condizione fisica e in caso di grandi precipitazioni possono divenire pericolosi.
Questa era considerata la città più importante di Martinica, nonché capitale; venne fondata da Pierre Belain d’Esnambuc nel 1635 ai piedi del monte Pelée e si trova a circa 30 km da Fort de France. I momenti migliori di questa città risalgono al XIX secolo, quando era la capitale culturale dei Caraibi e possedeva un’economia fiorente grazie alla posizione strategica del porto e ai numerosi edifici che la borghesia di quel tempo costruì.
Dal 1990 è classificata come città di Arte e Storia. Perché? Esattamente l’8 maggio del 1902, la città venne distrutta da un’eruzione vulcanica. Venne completamente ricoperta di cenere e perse non solo tutta la sua architettura ma anche circa 30.000 persone, l'intera popolazione locale. Si salvarono solamente 4 persone.
Le correnti di gas caldo e cenere durante l’eruzione furono così forti che raggiunsero la città in brevissimo tempo. Un tempo troppo breve perché la popolazione potesse mettersi in salvo. Questa fortissima eruzione causò anche molti cambiamenti geologici sottomarini al punto che sembra che il fondale marino di Martinica sia caduto di alcune centinaia di metri.
Solo dopo il 1920 la città venne ricostruita e oggi ciò che rimane degli antichi splendori, dopo quei disastrosi momenti, lo puoi vedere tra: le rovine della chiesa del Forte, quelle della casa coloniale di sanità, degli uffici del Genio, dell'antico teatro e delle prigioni (dove puoi ancora vedere una cella di un sopravvissuto).
La spiaggia di Saint-Pierre è molto interessante; non certo per il colore nero della sua sabbia o per i colori inesistenti del mare, ma bensì perché nei fondali della baia trovi numerosi relitti delle navi che vennero abissate durante l’eruzione.
La vegetazione in Martinica è veramente spettacolare; è questo il motivo del perché venga chiamata “Madinina“, ovvero “isola dei fiori”. Il modo migliore per capire quante e quali specie botaniche contiene l’isola, è quella di avventurarsi in uno dei tanti parchi botanici.
Passeggerai su sentieri che serpeggiano in mezzo ai fiori e agli alberi, passerai tra boschetti, rocce, laghetti e ordinate aiuole, odorando zenzeri, bromeliacee, bouganville, fiori della canna indaca, eliconie, orchidee e giganteschi ibiscus accompagnato dal cinguettio dei numerosi colibrì.
Unico consiglio? Portati un repellente per gli insetti. Di mosquito ce ne sono tanti!
Il Jardin de Balata ♥ venne creato nel 1982 da Jean-Philippe Thoze, sul terreno della dimora creola dei suoi nonni e si trova a circa 10 km a nord di Fort de France. Il giardino si estende intorno alla casa di famiglia (visitabile) dalla tipica architettura creola e contiene più di 3000 specie di piante e di fiori esotici provenienti da tutte le regioni tropicali del mondo. Il terreno su cui si estende non è pianeggiante; questo ha permesso di costruire una rete di percorsi che regalano varie prospettive, tra balconi rialzati e ponti sospesi. L’ultima parte del percorso ti conduce ad un laghetto nel quale sono immersi fiori di loto, giacinti d’acqua e pesci.
Rte de Balata, Fort-de-France, Martinica
Le Domaine De L'Émeraude, venne aperto al pubblico nel 2011 e si trova nel territorio del comune di Morne Rouge. Non presenta particolari allestimenti; quello che vedi è semplicemente la valorizzazione della biodiversità attraverso un percorso su quasi 25 ettari di spazi disposti con cura.
Le Morne Rouge, Martinica
Partendo da Fort de France (come ho fatto io per andare a visitare i giardini) ti consiglio di fare una sosta ad un santuario davvero particolare. Sto parlando della chiesa Montmartre de Balada. Si tratta di una chiesa in stile gotico costruita in pietra per ospitare temporaneamente una statua miracolosa il giorno dopo l'eruzione del 1902. Viene chiamata così perché la sua architettura assomiglia vagamente a quella della più famosa Montmartre de Paris.
Dire Martinica significa dire “rum”. Di distillerie sparse per l’isola ce ne sono davvero tante; se ne contano almeno 15. Puoi amare o non amare il rum ma, un prodotto che proviene da anni di passione e tradizione, può solo invogliarti a visitare almeno una delle fabbriche dove questo nettare viene prodotto.
Io ho visitato la Distilleria Depaz perché è una delle più antiche abitazioni della Martinica, con la sua magione, i suoi ettari di canna da zucchero e tutti gli edifici di produzione necessari per la distillazione, ed è tra i più importanti produttori di rum di quest’isola delle piccole Antille francesi. La sua rete di approvvigionamento idraulico continua ad attingere da un fiume che scorre lungo le pendici del Monte Pelée, infatti da subito visitando la distilleria, noterai un'imponente ruota idraulica.
La zona in cui è posta la distilleria è molto affascinante; a sinistra vedi i canneti, a destra la distilleria, dietro vedi il mar dei Caraibi e, se la giornata è limpida, riesci ad intravede la vetta del Monte Pelée. La casa risale al 1651 ed allora si chiamava Habitation La Montagne ed era di proprietà del Governatore della Martinica che vi fondò una fattoria che produceva tabacco e successivamente canna da zucchero. Nel XIX secolo fu la famiglia Pécoul che acquistò la proprietà iniziando la produzione di rum.
Con l’eruzione del 1902 la casa venne completamente rasa al suolo e solo Victor Depaz ebbe il coraggio di ricostruirla sotto il cratere della montagna ed esattamente 15 anni dopo l'eruzione, la distilleria era di nuovo funzionante. Perché proprio su questo terreno così minacciato dal vulcano? Il particolare terreno vulcanico garantisce un’ottima qualità alla canna da zucchero.
Nel negozio troverai tutta la gamma di rum e potrai degustarne alcuni. Beh! Era talmente buono che ne ho acquistato una bottiglia.
Plantation de la Montagne Pelée, Saint-Pierre, Martinica
Per maggiori informazioni su come spostarsi a Martinica, ti invito ad andare a questo link
Ti stai chiedendo come invece è il sud di Martinica, che solitamente ti viene proposto per il soggiorno delle tue vacanze? Naturalmente sono andata alla scoperta di grand parte del sud e ti racconto tutto a questo link
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